Sostenibilità

Class action al via. Il signor Rossi in Tribunale non è più solo

Da una bolletta irregolare sino al risarcimento finale. Un immaginario cittadino, un’immaginaria causa collettiva (a cura di Piero Pacchioli e Paolo Fiorio).

di Redazione

Il signor Rossi abita a Milano. Ha un telefono di casa che utilizza principalmente per chiamate locali. La spesa a bimestre si aggira sui 30 euro. Una bella mattina di febbraio 2008 si accorge che la bolletta appena arrivata riporta l?indicazione di una spesa di 501,87 euro. Pensando subito ad un errore, il signor Rossi chiama il servizio clienti per chiedere spiegazioni e una signorina molto gentile gli spiega che lui ha aderito al servizio web/tv tutto incluso e quello indicato in bolletta è il costo della promozione per i mesi di novembre e dicembre. Il signor Rossi non ricorda di aver aderito ad alcuna promozione, ma ha già pagato, avendo l?addebito automatico della bolletta sul conto corrente.Negli stessi giorni si trovano nella medesima situazione altre centinaia di persone, compresa la signora Bianchi, pensionata di Pedaso e il signor Verdi, lavoratore precario di Reggio Emilia. La signora Bianchi decide di rivolgersi all?associazione consumatori X che ha visto in tv il giorno prima perché non vuol pagare. Verdi decide di pagare per evitare ulteriori problemi. La signora Bianchi scopre che altri utenti si sono rivolti all?associazione per lo stesso problema e che quindi è in preparazione una azione collettiva. Le propongono di aderire al costo simbolico di 5 euro. Lei accetta , firma un paio di fogli e torna a casa.L?avvocato del signor Rossi consiglia al suo cliente di verificare se esiste già una azione collettiva in corso e, nel caso, intervenire in quella causa. Chiarisce che è anche possibile aderire direttamente all?azione (come ha fatto la signora Bianchi) ma in questo caso si delegherebbe all?associazione qualsiasi difesa e non si potrebbe influire sull?iter della causa. Rossi decide di fidarsi del consiglio dell?avvocato e lo incarica di intervenire per suo conto nell?eventuale class action. Nel frattempo l?associazione X della signora Bianchi sta raccogliendo le adesioni e predisponendo le carte per iniziare l?azione che, finalmente, a luglio 2008 viene iniziata. I giudici fissano la prima udienza a settembre. La signora Bianchi riceve comunicazione dell?udienza ma le viene chiarito che non deve fare niente. L?udienza servirà solo per stabilire se la causa può essere iniziata.Il signor Rossi, invece, riceve la comunicazione del suo avvocato che gli dice che la causa è stata iniziata dall?associazione X e che è giunto il momento di decidere se intervenire. Il signor Rossi si ricorda dell?ipotesi dell?adesione e chiede all?avvocato i vantaggi e gli svantaggi per decidere quale strada seguire. L?avvocato gli ricorda che l?adesione porta i medesimi benefici dell?intervento ma, non essendo necessario il difensore di fiducia, non comporta spese, nemmeno in caso di sconfitta. Non è possibile, però, decidere in autonomia la strategia processuale in quanto la difese è delegata all?associazione alla quale si aderisce. Rossi decide quindi di aderire (come già ha fatto la signora Bianchi) e si reca all?associazione X che ha promosso la causa dove compila i moduli e versa i 5 euro. Il signor Rossi e la signora Bianchi tornano alle loro vite senza più preoccuparsi della causa. L?associazione comunica periodicamente le varie fasi del procedimento. L?azienda non ha intenzione di sottoscrivere una transazione e, quindi, si aspetta la sentenza.A metà novembre 2009 il Tribunale emette la sentenza che accoglie tutte le richieste dei consumatori: il servizio non richiesto non doveva essere attivato e, quindi, il signor Rossi e la signora Bianchi, come tutti i consumatori che hanno aderito, hanno diritto al risarcimento dei costi sostenuti indebitamente. L?azienda dovrà adesso fare un?offerta di risarcimento per chiudere la causa e chi vorrà potrà accettare. La signora Bianchi è tranquilla perché non avendo pagato la bolletta la sua vicenda può considerarsi conclusa. Rossi, invece, dovrà attendere la proposta dell?azienda. Se non accetterà si aprirà una procedura di conciliazione per stabilire il risarcimento effettivo. E Verdi? Aveva pagato la bolletta e non aveva aderito all?azione. Vedendo la notizia sul giornale chiama l?associazione per avere anche lui il risarcimento. Dopo tutto il caso è identico. Purtroppo l?associazione gli comunica la pessima notizia: solo chi ha agito (aderendo o intervenendo) nella causa può fare valere la sentenza. Gli altri possono agire individualmente e a proprie spese tenendo conto dei termini di prescrizione che, non avendo richiesto niente nel frattempo, potrebbero essere passati.

dossier a cura di Piero Pacchioli e Paolo Fiorio

Il progetto

L?Europa ci copia
"Sono favorevole all?adozione di un sistema di Collective Redress in tutti gli Stati membri dell?Ue, che potrebbe essere il modo migliore con cui i semplici cittadini possono essere tutelati e risarciti collettivamente dai torti delle grandi aziende e delle multinazionali". È quanto ha dichiarato il commissario Kuneva in una recente intervista rilasciata ad Help Consumatori. L?Europa, dunque, seguirà la strada italiana e cercherà di emanare una direttiva che uniformi le legislazioni nazionali sui risarcimenti collettivi. Ancora non è chiaro l?impianto della nuova normativa ma sicuramente, come quella italiana, sarà molto lontana dal modello stautunitense. Dopo uno studio preliminare sulle varie legislazioni, probabilmente verrà indetta nei prossimi mesi una consultazione pubblica.

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