Volontariato
Clandestini per strada regolari in corsia
Non hanno il permesso di soggiorno, ma disporranno di una carta che dà loro accesso alle prestazioni delle Asl. Con una sopresa: un bel risparmio di soldi
di Alba Arcuri
Clandestini sì, ma fino a un certo punto. Visto che anche gli immigrati senza il permesso di soggiorno si ammalano – e per curarsi si rivolgono agli ospedali – la Regione Veneto ha deciso di riconoscere anche a questi sans papier il diritto all?assistenza medica nelle strutture pubbliche. Entro i primi mesi di quest?anno, per disposizione dell?assessore ai Servizi e alle Politiche sociali Raffaele Zanon, verranno stampate e consegnate agli extracomunitari clandestini diecimila ?card? sanitarie, che daranno diritto all?accesso a tutti i servizi medici forniti dalle Asl e dagli ospedali. Le tessere saranno personali, avranno validità annuale e verranno rilasciate dalle Asl. In esse, oltre al nome e cognome, saranno indicati, in 5 lingue, i consigli per la prevenzione delle malattie e per l?uso dei farmaci.
Ovviamente il successo dell?iniziativa è strettamente collegato a una garanzia: quella della privacy. I possessori devono poter essere certi, che non subiranno alcuna segnalazione all?autorità giudiziaria. Ma perché tanto interessamento?
Non si tratta solo di solidarietà. Certo: garantire a tutti gli individui, stranieri o poveri italiani, l?irrinunciabile diritto alla salute è il primo obbiettivo, ma il secondo è quello di ridurre i rischi sanitari per l?intera popolazione veneta. Finalità dell?iniziativa è una consistente riduzione delle malattie infettive, attraverso un?opera capillare di prevenzione. Massima attenzione alla cura delle donne, e alle prostitute in particolare, maggiormente esposte al rischio Aids. A tutte verrà garantita assitenza per la tutela della maternità e della gravidanza.
Per ciascuna card, le Asl riceveranno un contributo di 90 mila lire dalla Regione Veneto.
Secondo le previsioni l?aggravio complessivo di spesa dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi. Sembra tanto ma non lo è. È calcolato che l?opera di prevenzione dovrebbe produrre un risparmio, limitando il ricorso al ricovero ospedaliero d?urgenza e al pronto soccorso. ?
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