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CLANDESTINI. I medici di famiglia: «Noi non denunceremo»
Chiara dichiarazione del presidente della Simg
«I medici di famiglia ispirano la loro etica professionale al rispetto della persona umana, alla tutela della salute degli individui, indipendentemente dall’età, sesso, stato sociale, censo, orientamento politico e religioso ed appartenenza etnica. La medicina di famiglia è medicina dell’accoglienza e non della delazione. Non vogliamo che le cure ai clandestini divengano clandestine. Noi curiamo gli esseri umani ed abbiamo comprensione e rispetto per la sofferenza degli uomini».
Con queste parole Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), commenta l’approvazione in Senato dell’emendamento che cancella il divieto da parte dei medici di denunciare gli immigrati senza permesso di soggiorno. «I medici – continua Cricelli – sono ovviamente tenuti in quanto cittadini e professionisti al rispetto dei principi deontologici e della legge. Riteniamo che i principi ispiratori della medicina basati sulla umanità caritatevole dei comportamenti professionali siano in conflitto con gli obblighi imposti dalle modifiche introdotte dal Senato in materia di segnalazione delle persone bisognose di cure ma clandestine. Chiunque si rivolga al medico deve essere certo che egli anteponga la cura della sua persona a ogni altra circostanza».
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