Formazione
Clandestini, ecco la verit
«Unesodo così massiccio non può esistere senza la complicità delle autorità locali e la manovra delle centrali criminali. La nostra linea fa paura a chi gestisce lo sporco business.
«La sapete l?ultima? Per porre rimedio all?invasione delle nostre coste da parte di disperati e sfruttati provenienti dalle aree più povere e tribolate del mondo è necessaria una vera e propria politica dell?immigrazione. Diciamo le cose come stanno: hanno blaterato ministri, parlamentari, tecnici e studiosi, ognuno a dir la sua mentre la criminalità organizzata si fa beffe di questo Paese e l?Europa ci guarda preoccupata. Qui serve una legge dello Stato, una legge che addirittura disciplini i flussi di ingresso nel nostro Paese, che mobiliti i consolati, che faccia decollare i controlli alle frontiere e sul territorio, che studi meccanismi di inserimento nel mondo del lavoro. (…) Fenomeni complessi come l?immigrazione si possono governare soltanto con gli strumenti della Politica e dell?esperienza, che sono poi l?analisi, il confronto e le scelte ponderate.»
Parole che sembrano scritte oggi, ma che invece sono tratte da un?editoriale di ?Vita? giusto giusto di un anno fa. Allora titolavamo ?O la legge o il caos?; ora la legge c?è, ma il caos permane. Da cosa dipende dunque?
Giriamo la domanda a Guido Bolaffi, capo del Dipartimento per gli Affari sociali della Presidenza del Consiglio, vero esperto di problemi di immigrazione tanto da essere ?padre? dell?ultima legge in materia (la cosiddetta legge Turco-Napolitano) e autore di numerosi libri, l?ultimo dei quali, ?Dizionario della diversità?, è il primo lessico multietnico edito in Italia.
«Innanzitutto», attacca Bolaffi, «non direi che la situazione sia proprio la stessa. Certo, il fenomeno è grave, preoccupante, ma rispetto a un anno fa c?è una grande differenza. Allora, davanti alle migliaia di persone che sbarcavano in Puglia e in Calabria, non si sapeva cosa fare: accoglierli, rimpatriarli, regolarizzarli, rinchiuderli in centri di assistenza».
Ora, invece, è chiaro come comportarsi. I clandestini vanno rimpatriati».
L?Italia sta quindi attuando una politica decisionista, una politica mai attuata finora. Lo stesso monsignor Giuseppe Casale, vescovo di Foggia, da sempre in prima linea con la Chiesa pugliese nell?accoglienza del ?popolo delle barche?, chiede al Governo italiano d?essere ?molto fermo?. Ma lancia anche un sospetto: questo esodo è strumentalizzato da qualche organizzazione criminale che vuole portare disordine in Europa.«È questa anche la mia impressione.
L?Italia non ha mai dato il colpo forte, adesso lo sta facendo e l?avvicinarsi delle scadenze previste dalla legge sull?immigrazione (entro il 28 settembre deve essere approvato il regolamento di gestione dei centri di prima accoglienza, ndr) deve aver mandato in crisi chi gestisce il business dei clandestini.
Questa emergenza è sospetta: un esodo così massiccio non può esistere senza la complicità delle autorità locali e la manovra di centrali criminali. C?è chi sta tentando il tutto per tutto nella paura di veder vanificare i propri piani».
Un problema sempre più internazionale, quindi. Che ne pensa?
«Certo, la globalizzazione non riguarda soltanto il mercato dell?automobile. Ed è di fondamentale importanza la collaborazione o la non collaborazione dei Paesi d?origine dei flussi migratori, che però deve essere gestita in modo da non diventare arma di ricatto. L?accordo siglato con il Marocco, per esempio, denota una capacità di lungimiranza da parte di quel Paese. La comunità marocchina è la prima, per numero di presenze, in Italia e il governo di Rabat ci tiene a far sì che i suoi connazionali siano ben accetti e possano così contribuire all?economia della propria nazione. Le rimesse degli emigrati, non dimentichiamolo, sono di fondamentale importanza per questi Paesi. E la collaborazione del Marocco sarà premiata anche da una quota agevolata nella regolamentazione degli ingressi dei lavoratori stranieri.
Spero che anche il governo della Tunisia, che finora non ha affatto dimostrato volontà di collaborazione, si presenti con un atteggiamento mutato all?incontro bilaterale del 5 agosto prossimo».
Un problema internazionale non solo perché riguarda i Paesi dai quali giungono i clandestini, ma anche perché l?Italia non si può dimenticare di far parte a pieno titolo dell?Europa. È così?
«Infatti, non bisogna commettere l?errore che si è fatto in passato lasciando la Germania ad affrontare da sola il problema degli immigrati dall?Est europeo.
L?Italia non può essere lasciata sola. Gli altri Paesi dell?Unione europea devono scendere in campo e chiedere, insieme e singolarmente, alle nazioni d?origine degli immigrati, il rispetto delle leggi nazionali, delle quote di ingresso e il controllo dei confini».
Il Governo, quindi, ha tutto l?interesse a cercare un consenso su questa politica ?di ferro?.
«Mi scusi, ma qui non c?è in gioco l?interesse di questo governo, ma anche di chi magari governerà dopo. La situazione che dobbiamo affrontare ora è un classico esempio di interesse nazionale.
È un interesse di tutti, non di questa o quella forza politica, o di quello o questo governo. Qui c?è in gioco anche il futuro del nostro Paese».
Sette giorni di fuoco
Curdi, kosovari, turchi, iracheni, cingalesi, polacchi, croati, albanesi e bulgari: sono più di 2300 gli immigrati che attualmente hanno trovato rifugio nel Sud Italia. Nel solo week end del 25 luglio circa 100 persone, di cui 66 bambini, sono sbarcate a Lampedusa e sulle coste del Salento. I più fortunati si fermano presso i centri di prima accoglienza, come l??Oasi Regina Pacis? di San Foca che oggi ospita 400 persone con permesso di soggiorno per motivi umanitari e asilo politico, gli altri vengono rimpatriati oppure caricati su aerei militari e ?spediti? in Sicilia.
È il caso dei circa 147 immigrati che, stipati nella ex base aeronautica di Pantelleria trasformata per l?occasione in centro di accoglienza, dall?inizio di luglio attendono di essere trasportati sul Continente. Se in Sicilia si trova infatti la più alta concentrazione di immigrati e rifugiati (200 a Trapani, 522 ad Agrigento, 361 a Siracusa, 420 a Ragusa), in tutto il resto del Paese sono in corso di allestimento nuovi centri di accoglienza come a Milano, Torino, Catania, Bari e Caltanisetta. E la legge sull?immigrazione del 27 marzo? Uno studio del ministero degli Interni rivela che, tra il 27 marzo e il 22 luglio 1998, sono stati rimpatriati nei paesi di provenienza 12.976 cittadini extracomunitari, di cui 8.013 respinti alla frontiera e i rimanenti individuati subito dopo l?ingresso nel territorio italiano; 2.592 sono invece i clandestini espulsi e immediatamente accompagnati alla frontiera.
Dati inquietanti se paragonati ai 54.000 respinti del 1996 e ai 39.800 del 1997.
Così nei centri
Respinti ed espulsi 1996 54.144 Respinti ed espulsi 1997 39.888 Respinti ed espulsi marzo-luglio 98 15.291 Nuovi Centri di accoglienza 14 Centro di Trapani 200 Centro di Lampedusa 220 Centro di Agrigento 302 Centro di Siracusa 361 Centro di Ragusa 420 Centro di Crotone 380 Centro di Lecce san Foca 475 Totale clandestini nei Centri 2358
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