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Clandestini, Berlusconi spiazza la Lega

Cambierà la norma sulla denuncia da parte dei medici, intanto l'Onu critica l'Italia

di Franco Bomprezzi

Berlusconi spariglia le carte ancora una volta, e sorprende il suo schieramento sposando in pieno le preoccupazioni contenute nella lettera dei 101 deputati del Pdl. Il premier frena la Lega e si riavvicina ai suoi, e anche a Fini, a pochi giorni dal congresso di Alleanza Nazionale. La conseguenza più importante è che quasi sicuramente verrà tolta dal pacchetto sicurezza la norma sulla facoltà di denunciare i clandestini che si fanno curare negli ospedali italiani. Intanto anche l’agenzia Ilo dell’Onu critica pesantemente il nostro Paese per il comportamento nei confronti degli immigrati. Ecco come i giornali affrontano questi argomenti.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

“Immigrati, Berlusconi frena Bossi” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. Le dichiarazioni del premier da Bruxelles trovano ampio spazio all’interno, alle pagine 10 e 11. “Se dalle ultime vicende dovesse uscire un suggerimento, sarebbe quello di dire agli amici della Lega di non volere sempre tutto”, così Berlusconi chiarisce il suo pensiero dopo la lettera firmata da 101 deputati del suo Pdl, “usando parole al limite dell’avvertimento” chiosa l’inviato Marco Galluzzo. La conseguenza immediata , riferita da Fiorenza Sarzanini, è nel titolo a piede di pagina: “Via la norma sui medici-spia, Maroni cede”, la norma che elimina il divieto per i medici di segnalare gli stranieri clandestini sarà certamente cambiata. Un compromesso dunque, al quale la maggioranza stava in realtà già lavorando. La mossa di Berlusconi ha radicalmente cambiato la scena per Maroni: “Ieri mattina, proprio per difendere le sue scelte in materia di sicurezza – scrive la Sarzanini – era andato in televisione e, non prevedendo la sortita di Berlusconi contro la Lega, aveva attaccato l’iniziativa dei deputati”. Ma il retroscena politico, esplorato come sempre da Francesco Verderami, parla di una iniziativa per riavvicinare Berlusconi a Fini: “E Silvio e Gianfranco ora puntano alla «fusione dolce» del Pdl”. “Sarà stata un’esigenza tattica quella di Berlusconi – spiega il notista del CORRIERE – sarà stato un segnale inviato a Bossi e al Paese, il primo assaggio di una competizione elettorale che lo preoccupa. Ma il risultato è che il Cavaliere e Fini si sono ritrovati per la prima volta dalla stessa parte della barricata”. Una partita tutta interna al centrodestra, del tutto tranquillo rispetto alle reazioni dell’opposizione, prevedibili ma non decisive, come nota Massimo Franco: “Per il capo del governo le critiche avversarie sono meno preoccupanti del disorientamento dell’opinione pubblica, e del rischio di trovarsi circondato dalle critiche più o meno formali dell’Onu e dell’Europa mettendo in imbarazzo il Ppe che si appresta ad accogliere il nuovo Pdl”. E al rapporto dell’agenzia Onu che si occupa di lavoro è dedicato il titolo di spalla: “L’Onu e gli immigrati: in Italia aumentata la discriminazione”. Per Frattini si tratta di “falsità inaccettabili”, ma intanto fa scalpore che nel documento scritto da venti giuslavoristi di vari Paesi del mondo, nessuno italiano, per l’Ilo, l’organizzazione internazionale del lavoro, che ha sede a Ginevra, si legga: “E’ evidente e crescente l’incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia”. Il nostro Paese dovrà contro dedurre entro settembre, al momento le reazioni sono piccate e tendono a ridimensionare il ruolo dell’organismo internazionale, che peraltro ha avuto il premio Nobel per la pace nel 1969, come spiega una piccola scheda.

“Berlusconi, altolà alla Lega”: molto spazio su LA REPUBBLICA per le conseguenze della fronda dei 101 deputati e in generale per la protervia leghista (il sommario riporta un altro virgolettato interessante: “Bossi chiede troppo, le ronde non mi piacciono”). La cronaca della giornata a pagina 6. Inizia Gianluca Luzi, inviato da Bruxelles, riferendo le esternazioni del premier, le reazioni dei diretti interessati (Bossi: «siamo amici, troveremo come sempre un accordo») e del rapporto Ilo diffuso ieri che accusa il Belpaese di discriminare i lavoratori immigrati, soprattutto i rom, con trattamenti che configurano «razzismo» e «schiavismo». Frattini ha espresso indignazione all’Onu. Nella pagina a fianco, Giovanna Casadio intervista il Senatur: “Bossi: «Non vogliamo tutto ma tanto sì Silvio subisce le pressioni del Pdl». «La cosa importante per noi è portare a casa il federalismo. È questo che conta. Noi lottiamo per questo…». Smorza i toni Bossi, ricordando le necessità di partito che ha pure Berlusconi. Non mancano amenità del tipo «Il popolo leghista ha fede in me. Ci sono io che riesco a trattare e a far ragionare anche la Lega… I clandestini vanno gettati fuori. Senza perdere tempo con i tribunali. La polizia dovrebbe fare come in Israele, buttare fuori gli irregolari, cacciarli per via amministrativa. Se arrivano le denunce e poi non puoi più metterli fuori, è tempo sprecato». Fulminante la vignetta di Ellekappa. Il solito dialogo fra lettori: «Berlusconi prende le distanze dalla Lega», «Almeno fino a quando non firma il passaggio di proprietà di An».

“Berlusconi, stop a Bossi: Non può volere tutto” titola oggi in prima LA STAMPA, dedicando le prime tre pagine dell’edizione di oggi alla presa di posizione di Berlusconi a favore della revisione della norma sui medici che possono denunciare i clandestini. Nel Retroscena Augusto Minzolini racconta del peso avuto in questa vicenda delle alte gerarchie vaticane: in due occasioni il segretario di Stato Vaticano, cardinale Bertone, «si era lamentato per alcune posizioni dei lumbard troppo oltranziste nei confronti degli immigrati». Un riquadro a parte è dedicato al rapporto degli esperti dell’Ilo delle Nazioni Unite, arrivato sul tavolo del ministero degli Affari esteri che lo ha già «respinto al mittente: il resoconto frutto del lavoro di 20 giuslavoristi indipendenti dice che le violazioni dei diritti umani e le forme di intolleranza, razzismo e xenofobia nei confronti dei lavoratori migranti stanno aumentando in Italia. Secondo Frattini il rapporto contiene «affermazioni false, non dimostrate da elementi concreti» ma alla fine il nostro governo dovrà probabilmente presentare una risposta dettagliata entro settembre e non fra cinque anni, com’è la prassi per questo tipo di Convenzione. L’Italia sarà chiamata a riferire già a giugno, durante la Conferenza internazionale del lavoro.

LA STAMPA dedica una pagina a Gianfranco Fini, alla vigilia del congresso che dovrà decidere l’ingresso nel Pdl, analizzando i cambiamenti che hanno caratterizzato nell’ultimo periodo la linea della destra incarnata dal leader di An. «Il leader che si sta imponendo come il portavoce dell’equilibrio tra i poteri dello Stato e come l’esorcista delle paure verso gli immigrati, è un uomo che ha radicalmente cambiato staff, amicizie, abitudini di vita, contatti, relazioni politiche e internazionali» scrive il cronista da Roma, citando anche l’amicizia con la comunità ebraica e con Israele. Sarkozy lo appoggia. E si cita il libro appena uscito “La destra nuova” che indica i modelli (Sarkozy e Cameron) ma anche la linea: «una destra modernizzatrice» «attenta alla dimensione religiosa ma non clericale» aliena «al populismo e al culto dell’uomo forte».

 Meno di una pagina su AVVENIRE per raccontare la presa di posizione di Berlusconi, a favore dei 101: «Ho parlato con chi  ha firmato», dice, «persone vicine a me che mi hanno detto di aver firmato la lettera in totale buona fede perché rappresenta un sentimento che anche io condivido». Sostanzialmente un pezzo di cronaca: le parole del premier, il plauso di Fini, Bossi che incassa e si fa conciliante («Maroni non è scemo. Ci ragionerà su»). Si sbilancia di più Sandro Bondi, ammettendo che «la propaganda politica esasperante per acquisire consensi» della Lega, a volte, «è un problema nella coalizione». 

Per IL SOLE24ORE il caso immigrati vale l’apertura di pag 16: “Sicurezza, il premier ferma la Lega”. «I nostri alleati (la Lega, ndr) si battono per le proprie idee e insistono per affermarle, ma qualche volta dobbiamo dire di no ma io non ho nessuna obiezione a modificare la norma che rende obbligatoria la denuncia dei medici per i pazienti immigrati clandestini», ha detto il premier a margine della riunione del Ppe a Bruxelles. In appoggio all’apertura un breve trafiletto con il rapporto dell’Onu che in un documento dell’Ilo (L’organizzazione internazionale del lavoro) del 6 marzo scorso tira le orecchie alla politica sull’immigrazione di Roma: «Chiediamo al governo di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela dei migranti, a prescindere dal loro status». Accuse rispedite al mittente sia dal ministro Frattini che dal ministro Sacconi. Sul tema IL SOLE sente Gaetano Pecorella, deputato pdl e firmatario della lettera dei 101 che punta il dito anche contro il reato di clandestinità: «Al di là di come ciascuno la pensi, non c’è dubbio che il reato di clandestinità produce una serie di ricadute che bisogna valutare attentamente perché riguardano la salute, l’infanzia, la vita sociale…i figli dei clandestini sarebbero apolidi, non potrebbero studiare né integrarsi nel tessuto sociale. E questo è inammissibile».

“Slegami” è questo il titolo in prima pagina de IL MANIFESTO per richiamare «La dura condanna dell’Onu nei confronti dell’Italia, dove “le violazioni dei diritti umani persistono anche verso i richiedenti asilo e i rifugiati, compresi i rom”. E dopo la rivolta del centinaio di deputati del Pdl contro la norma che obbliga i medici a denunciare i “clandestini”, Berlusconi si smarca dalla Lega: non ho voluto io le ronde. Una morte sospetta nel centro di detenzione di Roma» è la sintesi che richiama alle due pagine interne (la 4 e la 5). A pagina 4 nell’articolo intitolato “Il premier scarica le ronde di Bossi” si osserva che «Fino a oggi la presa di distanze non era mai stata così netta, sia nei toni che nei contenuti. Tanto da sembrare lo sfogo di chi, stanco di assecondare richieste sempre più difficili da condividere, alla fine decide di mettere un paletto (…)» In un secondo articolo si va a scavare nella tensione in atto nel centrodestra leggendovi dietro il problema delle alleanze in vista delle prossime amministrative. «Dietro le “scaramucce” interne al centrodestra, le prossime elezioni europee e, soprattutto, amministrative. La Lega, già da tempo, cerca di “smarcarsi” dagli alleati per aumentare i suoi consensi. L’escalation del Carroccio è continua: il rapporto privilegiato col Partito democratico in tema di federalismo (…) Il nodo centrale resta ancora la provincia di Brescia (…). Accanto a questi articoli quello sul rapporto Onu nel quale Luca Fazio scrive: «Entro la fine del 2009… un po’ poco. Anzi, impossibile. Il governo italiano avrebbe meno di un anno di tempo per rispondere, “punto per punto”, alle imbarazzanti osservazioni dell’agenzia Onu Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro): “Siete un paese razzista”. Ma il ministro Frattini non perde tempo e risponde subito: “Non è vero” (…)» e conclude «Il rapporto termina con un auspicio, che purtroppo è destinato a cadere nel vuoto. Chiedono al nostro governo di agire con efficacia per combattere  “l’intolleranza, la violenza e la discriminazione contro gli immigrati inclusi i Rom”. La speranza è che “il prossimo report” comprenda le misure che il governo Berlusconi compirà a riguardo. Stando a Frattini – per non dire di Maroni – probabilmente glielo consegneranno in bianco».

IL GIORNALE titola sulla frase di Berlusconi «La Lega non può volere tutto». Commento di Gianni Baget Bozzo: “La Lega non può volere tutto”, spiegando che la rivolta dei 101 parlamentari si spiega anche con la frustrazione degli onorevoli che si sentono ormai dentro una macchina fordista del consenso e che non possono neanche più sgarrare dopo la stretta voluta da Fini sul voto con l’impronta. Intervista al capogruppo della Lega Roberto Cota: “È vero, chiediamo troppo ma questa è la nostra forza”. Che dice: «Molti parlamentari tra i firmatari hanno aderito come manovra precongresso Pdl».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

PAPA

AVVENIRE – Quattro pagine dedicate al viaggio di Benedetto XVI in Africa e in particolare alle polemiche suscitate sulla contraccezione. Si va da “Gli attacchi concentrici a un Papa «scomodo»”, in cui si riporta «l’aggressione mediatica» dei giornali internazionali (dal New York Times al Washington Post, da Le Monde al Times) ma anche di alcuni governanti, a “«L’abbraccio» ai malati: ogni vita è un dono di Dio”, con l’incontro del Papa col mondo della sofferenza nel centro intitolato al cardinale Leger, per ribadire che la Chesa è vicina a chiunque stia male («Davanti alla malattia e alla morte, misteri che lasciano l’uomo senza parole, dal Pontefice l’invito a guardare a Simone di Cirene: con lui ogni sofferente, ogni africano aiuta Cristo a portare la croce»); fino all’incontro coi rappresentanti musulmani del Camerun (“Cristiano e islam insieme per la pace e la giustizia. I musulmani: siamo col Papa nell’impegno per l’Africa”). A pag. 3 l’intervista a Paola Germano, medico responsabile del programma anti-aids “Dream” di Sant’Egidio (il papa «ha chiesto cure gratis, in sintonia con la scienza»). In sintesi: la strategia  “condom” per tutti non si è rivelata efficace. La cosa migliore è l’accesso gratuito ai farmaci. Ed è esattamente quello che il papa ha chiesto, insieme «al discorso morale di ordine superiore, proprio del suo magistero».

ITALIA OGGI – A pag. 3 un “retroscena” sulla questione Aids-preservativi. “Aids, il Papa fa sponda su S.Egidio”. Secondo Andrea Bevilacqua il Papa parlando in aereo della questione «ha detto che la Chiesa è da elogiare nell’impegno quotidiano prestato a coloro che sono affetti dal virus dell’Hiv e che, da guardare, è innanzitutto l’impegno offerto da Sant’Egidio – Mai, prima d’ora, il Papa l’aveva citata a  mo’ d’esempio». Secondo Bevilacqua sotto il pontificato di Ratzinger “l’Onu di Trastevere” (che invece sotto Wojtyla era in auge) «è caduta un po’ nel dimenticatoio». Altro segnale di apertura: Benedetto XVI ieri a Yaoundé ha anche incontrato una folta delegazione di Sant’Egidio.

IL GIORNALE – Intervista all’oncologo Umberto Tirelli, coordinatore del Gicat, Gruppo italiano cooperativo Aids e Tumori. «Il Papa ha ragione, il preservativo in Africa è inutile perché utopistico. In Occidente si parla sempre senza conoscere le situazioni concrete».



ISRAELE

LA REPUBBLICA – “Così a Gaza abbiamo ucciso civili”. Dalla prima a pagina 19, la notizia delle ammissioni dei soldati israeliani. Riferisce Alberto Stabile: alcuni soldati il 13 febbraio sono andati in accademia a discutere la loro esperienza, raccontando imbarazzanti episodi che hanno spinto il procuratore militare ad aprire un’inchiesta. «Regole d’ingaggio assai elastiche, “dispresso sfrenato”, culto della forza fisica, il pregiudizio che “tutti i palestinesi sono terroristi”, questa la miscela esplosiva che ha portato agli eccessi che le organizzazioni umanitarie hanno denunciato come crimini di guerra».

 

SCUOLA E IMMIGRAZIONE

LA STAMPA – “Immigrati nelle classi, arriva il tetto del 30%”. Un primo piano spiega che Mariastella Gelmini sta valutando l’ipotesi di fissare un tetto attorno al 30% alla presenza degli alunni stranieri nelle classi per evitare le “classi ghetto”. E sulla carica dei 101 ha detto che non pensa che il ddl sicurezza riguardi la scuola, «penso semmai che la scuola debba assolvere sempre di più la funzione di integrazione degli studenti migranti».

IL GIORNALE – Due pagine di apertura sulla nuova scuola nel cantiere del ministro Gelmini. In particolare si apprende che la quota di bambini stranieri non potrà essere superiore al 30%. Sui libri di testo, obbligo per gli editori di tenere il ciclo quinquennale, senza costringere le famiglie a raddoppiare alcune spese.

 

ONDA E BRUNETTA

IL MANIFESTO – “Onda guerrigliera” è il titolo degli articoli che a pagina 2 e 3 raccontano della situazione nelle università italiane «Il giorno dopo le cariche alla Sapienza, il carico da novanta del ministro Brunetta: gli studenti che manifestano sono guerriglieri e vanno trattati come tali. I ragazzi insorgono: c’è un disegno politico che vuole azzerare il dissenso. E si preparano a sfidare i divieti», si parla anche delle «Botte all’università tra collettivi e studenti di destra» a Torino e della sfida di piazza dei movimenti bolognesi in programma per il primo sabato di primavera. 


 
FRANCIA

IL MANIFESTO – Allo sciopero generale d’oltralpe è dedicato l’editoriale di Luciana Castellina “Segnali francesi”. «Era un po’ che non capitava, girando per le capitali d’Europa, di imbattersi in una manifestazione imponente. Da qualche tempo comincia a riaccadere (…) Sono tantissimi. Perché quando i francesi decidono di scioperare, scioperano davvero compatti. La città è paralizzata. (…) C’è persino un drappello cinese, con gli striscioni nella loro lingua (…) Ricordo molto tempo fa, quando a New York un nipotino di Roosevelt, giovane economista di sinistra, mi raccontò di essere andato, mentre era studente al Mit a chiedere al suo professore Paul Samuelson cosa c’era di interessante in Marx che avrebbe dovuto sapere. “La lotta di classe” gli aveva risposto il kennedyano premio Nobel. E infatti si riparte proprio di qui, a quanto sembra. A Parigi, ma anche altrove. Persino in Italia (…)»

 

CRISI

IL SOLE 24 ORE – L’economista Marco Vitale firma un’editoriale sotto il titolo “Tre cose che tutti possiamo fare per uscire dalla recessione”. Questa in sintesi la sua ricetta: «Spingere su innovazione e ricerca, ricapitalizzare con mezzi propri o allargando il capitale, unire le forze imprenditoriali e finanziarie».

 

INTOSSICAZIONI

LA STAMPA – “I bambini intossicati dalle figurine trash”. Nella cronaca un servizio su un’intera classe di bambini delle elementari intossicata a Torino. La colpa sarebbe delle figurine “Skifidol Puzz”, la serie che va di gran moda in questo periodo: si gratta la vernice ed escono odori orrendi. Ma questa volta è scattato l’allarme. La casa produttrice si difende così: «è possibile che un bambino particolarmente sensibile sia sentito male» e, per gli altri sarà «un caso di suggestione collettiva». E ancora: «In commercio c’è quello che passa la tv».

 

GAY

LA REPUBBLICA – Inchiesta di R2 su “Due mamme o due papà così vivono i bambini nelle famiglie dei gay”. Maria Novella De Luca riferisce che sono 100mila i bambini figli di coppie gay o lesbiche. Nuclei che per l’anagrafe italiana non esistono. Ma che funzionano. Così Gustavo Pietropolli Charmet: «di volta in volta il padre e la madre incarnano entrambi i ruoli. I maschi si “maternalizzano” e le donne acquistano autorità. Ed è ciò che accade nelle coppie omosessuali: se un figlio viene allevato da due padri è inevitabile che questi sviluppino anche una parte materna… E i bambini non manifestano alcun problema diverso dai coetanei».

 

ERGASTOLO A FRITZL

CORRIERE DELLA SERA – A pagina 25: “Fritzl, ergastolo e pentimento. La figlia: «Paghi finché vive»”, l’orrore di 24 anni giudicato in 4 giorni. Cronaca del velocissimo processo austriaco al “mostro di Amstetten”. Commento di Paolo Di Stefano: “un processo farsa”, il mostro che si scusa aiuta un paese a non sentirsi in colpa. 


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