Welfare

Clandestine in casa Così lavorano le colf

Senza contratto, né contributi: sono almeno 800mila le donne "in nero", italiane e straniere.Per farle uscire allo scoperto le Acli propongono qualche idea al governo

di Redazione

Le casalinghe avranno la loro assicurazione, ma c?è chi lavora in casa da clandestino e in nero. Sono almeno un milione, ma qualcuno dice che siano tre volte di più. In gran parte donne, extracomunitarie e irregolari. Eppure nel welfare ?reale?, svolgono un ruolo sempre più importante, ?collaborando? con 3 milioni di famiglie italiane ed assistendo centinaia di migliaia di anziani. Parliamo delle collaboratrici familiari (qui il femminile è d?obbligo perché in 9 casi su 10 si tratta di donne), in arte ?colf?. Di loro si è parlato a Roma durante l?assemblea nazionale delle Acli colf. Un incontro durante il quale è stata fatta luce sulla situazione di questa categoria di lavoratrici, denunciando il boom del lavoro nero e proponendo a governo e Parlamento alcune soluzioni concrete che consentirebbero l?emersione del ?sommerso?, la regolarizzazione di tantissime extracomunitarie. Ma chi sono le colf? Si tratta di una categoria riconosciuta dal sindacato, con tanto di contratto nazionale. Ma nonostante ciò – come emerge da una ricerca dell?Iref (Istituto ricerche educative e formative delle Acli) – solo in 200.000 hanno scelto la regolarizzazione e pagano i contributi all?Inps. Le altre, almeno 800 mila sono in nero, si mettono in tasca quello che guadagnano senza pagare le tasse e sacrificano la futura pensione permettendo ai loro datori di lavoro di non versare i contributi. La colf tipo è coniugata nel 52% dei casi, ha una scolarità bassa (83% ha la licenza media) ed ha un?età piuttosto alta (la classe di età più rappresentata è quella 51-60 anni). Per quanto concerne la consapevolezza dei propri diritti sa che esiste un contratto nazionale (89%), ma non lo firma (62.2 %). Delle 200mila censite poco meno della metà sono straniere, vengono in gran parte da Sud America e Asia mentre è in calo il numero delle africane. Ma è nell?esercito delle irregolari che le extracomunitarie (senza contratto e spesso senza permesso di soggiorno) sono maggiormente rappresentate. La proposta delle Acli, presentata durante l?incontro di Roma, va in supporto allo Stato sociale: deducibilità del costo della prestazione di lavoro domestico per le famiglie in stato di necessità e defiscalizzazione degli oneri sociali per le colf che lavorano in famiglie a basso reddito. Si tratta di proposte in parte già contenute in un disegno di legge di cui è primo firmatario Mimmo Lucà (Ds) e condivise parzialmente dal sindacato dei datori di lavoro domestico (Fidaldo), che vorrebbe estendere le agevolazioni a tutti, indipendentemente dal reddito.


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