Formazione

Civitas, si discute. Botta e risposta tra don Bizzotto e Sambo

Continua il dibattito su Civitas, il salone dell'economia civile. Di anche la tua scrivendoci

di Riccardo Bonacina

Ai responsabili di Civitas e a tutte le associazioni e gli enti partecipanti Civitas ha aperto e chiuso. Non ci sono state valutazione né commenti. Tutto regolare fino all’anno prossimo. Come Associazione BCP di Padova abbiamo tentato di mettere assieme alcune riflessioni. Vorremmo metterle in circolo per verificarci anche con altre Associazioni partendo dalla constatazione dell’importanza e della validità di Civitas. E’ bello e consolante incontrare la grande varietà delle forze vive della società, la creatività di ispirazione e di organizzazione delle diverse forme di servizio. Dare visibilità a tutta la rete di esperienze di chi tenta di interpretare la storia dalla parte dei diritti della persona è un modo positivo di fare informazione. Per questo sarebbe molto importante che tutte le Associazioni potessero godere di eguali possibilità riguardo a questa visibilità. Comprendiamo che la struttura della Fiera impone dei costi e un taglio manageriale che già in partenza può tagliar fuori chi non dispone di un budget adeguato nel proprio bilancio, ma che questa difficoltà diventi elemento di disparità e disuguaglianza, contrasta con lo spirito e le finalità dell’iniziativa. Ci pare che complessivamente l’organizzazione di Civitas risponda più alla logica del mercato e dell’immagine che non alla visibilità del Terzo settore e del volontariato. Non è possibile che una organizzazione disponga da sola di 17 stands, anche molto ampi, e altre Associazioni vengano compresse in 5 in soli 17mq. Di ampi spazi in Civitas può godere solamente chi può disporre di soldi. E’ evidente quindi che vengono a trovarsi in posizione di Assoluto privilegio solamente le associazioni che svolgono una attività produttiva o gestiscono progetti con varie attività finanziarie. Molte associazioni non avrebbero partecipato se il Centro Servizi del Volontariato non avesse preso l’iniziativa di offrire loro uno spazio. Ma anche questa scelta si è rivelata controproducente per le associazioni costrette ad una ristrettezza di spazio tale da consigliare a più di qualche associazione di ritirarsi, mentre la disposizione dello stand tendeva a dare visibilità al solo Centro del Volontariato. Non sono le associazioni quindi ad emergere, ma la struttura regionale o provinciale, che assieme ad altre realtà di enti locali o di istituti nazionali stanno occupando sempre maggiori spazi e caratterizzando la manifestazione. Ma se Civitas diventa sempre di più la passerella delle Istituzioni, che magari impegnano in questo modo i fondi destinati al Volontariato, la ?Fiera? sarà solo per i più forti. Ci pare che la giornata organizzata dal Centro Servizi per il Volontariato di Padova in Prato della Valle, con un ombrellone per ogni associazione, pur trattandosi di realtà diversa, evidenzia un criterio più rispettoso dell’impegno di ogni associazione per quanto piccola e povera e dia una immagine più adeguata dei vari servizi offerti. Comprendiamo che non possa essere fatto lo stesso ragionamento economico-finanziario con l’Ente Fiera, ma chiediamo agli organizzatori di Civitas che vengano ridefiniti gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli, pena la selezione naturale dei partecipanti. Anche a chi organizza le varie conferenze del Social Forum chiediamo di non abusare dell’immagine propagandistica per avere avventori. Non si possono mettere 11 – 12 persone sul podio per una unica Conferenza, così ,come non si possono impegnare tanti fondi per rincorrere a livello mondiale personalità di richiamo di tutti i tipi. Alcuni testimoni qualificati e alcune persone con competenze ed esperienze significative forse darebbero maggior possibilità di approfondimento e di dibattito, potrebbero esprimere la coscienza critica per nuove prospettive, con risultati più significativi e con minori spese. C’è un ultimo punto su cui avremmo piacere di ascoltare il Parere di altri partecipanti all’Esposizione: Civitas è nata come apertura del non- profit e del volontariato alla società intera nelle sue varie articolazioni. Noi chiediamo alle altre associazioni: così come si è svolta anche quest’anno Civitas riesce a fare notizia e a coinvolgere la popolazione (e quindi diventa anche promozione ) o rimane utile e importante principalmente, se non esclusivamente, chi è in qualche modo del giro? Ci auguriamo che queste riflessioni aprano un dibattito e facciano nascere contributi di idee e proposte utili per rafforzare la manifestazione adeguandola ai reali problemi della società e del volontariato. Don Albino Bizzotto Per Beati i Costruttori di Pace Don Albino Bizzotto Gentile Don Albino, con la presente vorrei aggiungere le nostre riflessioni alla sua lettera che abbiamo ricevuto con piacere, perché ci ha dato l?occasione per riflettere sulla natura di quest?evento nato nel 1996 e unico in Europa. Il fatto stesso di ricevere questa lettera testimonia ulteriormente, come già lei ha evidenziato, che Civitas è divenuta in questi anni un forum “importante e valido” per tutte le realtà del non profit e del volontariato. Siamo i primi a riconoscere la necessità di affrontare la riflessione su quest?evento anche con una discussione pubblica, aperta agli organizzatori e a tutte le associazioni. Siamo convinti che i contenuti e la qualità in Civitas siano direttamente proporzionali all?impegno che ogni singolo soggetto vi dedica, e solo con l?apporto di ognuno il risultato sarà sempre più significativo e in grado di modificare la realtà. Cogliamo quindi quest?opportunità e ci rendiamo disponibili al dialogo con Lei e con quelle realtà che lo vorranno fare per individuare i problemi a cui, insieme, trovare delle soluzioni. Siamo d?accordo con Lei quando afferma che Civitas ha dei costi che non tutte le realtà possono affrontare; proprio per questo esistono agevolazioni come il “listino solidarietà”, con prezzi più abbordabili, destinato alle sole associazioni di volontariato, anche se sappiamo che ciò può non bastare. Il progetto redatto l?estate scorsa evidenziava con grande enfasi l?obiettivo “Tutti a Civitas”, sottolineando la necessità di realizzare azioni rivolte a consentire pari possibilità di partecipazione anche agli attori più silenziosi ma essenziali del sociale. Sulla base del riconoscimento ricevuto entrando a far parte del Comitato nazionale dell?Anno Internazionale dei Volontari, indetto dall?Onu, abbiamo attivato un percorso impegnativo che ha trovato nella Regione Veneto, con il varo della L.R. 27 dicembre n°27, e nei centri di servizio degli interlocutori più che disponibili. Grazie a questo percorso intrapreso con determinazione è stato realizzato per la prima volta il tentativo di dare a tutte le associazioni la possibilità di partecipare all?evento con il minor costo possibile. A quanto ci consta, moltissime delle associazioni della nostra regione vi hanno partecipato senza sostenerne costi. Questo progetto ha contemporaneamente dato vita all?idea di una Civitas Itinerante che percorra il territorio regionale facendo interagire con il territorio le specificità delle associazioni che si occupano della comunità. Alcuni eventi promossi in collaborazione con i Centri di Servizi e finanziati in parte dalla Regione Veneto sono in fase di realizzazione e, speriamo, aiutino tutti noi a divulgare una cultura del dono e di servizio anche tra le persone più “distratte”. Detto questo dobbiamo evidenziare che la giornata in Prato della Valle a Padova è stata realizzata anche con la collaborazione di Civitas sulla base della nostra convinzione che anche quel tipo di evento deve trovare spazio e dignità. D?altro canto è evidente che questi eventi non sono in grado di soddisfare tutte le esigenze che questo mondo presenta e a cui Civitas cerca di rispondere, con i propri limiti e potenzialità. Il piano culturale ricco e complesso, forse anche troppo, è uno specchio dell?effervescenza di queste realtà che hanno bisogno di strumenti di comunicazione ed espressione differenti. La dimensione economica è comunque un fattore importante, basti pensare che proprio il piano culturale, che riteniamo il bene più prezioso di Civitas, è interamente autofinanziato soprattutto grazie agli introiti degli spazi espositivi. Complessivamente i contributi pubblici ricevuti da Civitas, che peraltro si sono ridotti negli ultimi anni, non raggiungono il 10% del volume totale. Siamo consapevoli che c?è ancora molto da fare, e siamo pronti a confrontarci con Lei e con tutti coloro che offriranno la loro disponibilità per sviluppare assieme eventuali suggerimenti e/o progetti. Il nostro obiettivo è far sì che Civitas sia luogo ricco di pluralità per la costruzione di un mondo più solidale. A disposizione per eventuali ulteriori suggerimenti saluto cordialmente Lei e chi mi legge. Il coordinatore di Civitas Antonio Sambo


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