Mondo

Civitas: Realacci e Marelli, l’Italia deve tornare a casa

L'Italia deve ritirarsi dall'Iraq concordando tempi e modi con i suoi alleati

di Giulio Leben

PADOVA – Lo sostiene il parlamentare della Margherita Ermete Realacci che questa mattina si trova a Padova per Civitas, la fiera della solidarieta’ che si concludera’ domenica. “Noi siamo stati contrati a questa guerra – ha detto Realacci – e siamo perche’ l’Italia si disimpegni. Francamente a me non piace che ogni tre mesi si ripeta il rito di finire in minoranza in Parlamento. Tra poco saremo chiamati nuovamente a rifinanziare la missione, mi sembra quella la sede giusta per chiedere al governo che idea abbia del futuro, indipendentemente dal caso Calipari”. “Mi sembra che la nostra presenza in Iraq – ha aggiunto Realacci – sia solo un avallo politico a una scelta che non condividevamo. E’ chiaro che ci deve essere il ritiro, compatibilmente con i tempi necessari e concordando la scelta con i nostri alleati. Bisogna tornare a casa, facciamolo in maniera responsabile”. In particolare, sul caso Calipari, Realacci ha osservato: “Credo che finira’ in nulla. La vicenda assomiglia sempre piu’ a quella del Cermis. Siamo alla ripetizione di quell’episodio con alcune sgradevolezze perche’ mi pare che questa manipolazione dell’informazione fatta nei confronti di un alleato sin troppo fedele, la dice lunga sulla filosofia con cui gli americani si confrontano con quelle vicende”. Ma anche Sergio Marelli, presidente dell’associazione delle Ong italiane, dice la sua sulla vicenda Calipari. “Un’amministrazione americana – ha detto oggi Marelli a Padova dove partecipa a Civitas, il salojne della solidarieta’ – che ci prende in giro con un rapporto sull’uccisione di una persona come Nicola Calipari che ha voluto dire molto per il nostro Paese, e’ l’ennesima prova della scarsa credibilita’ dell’Italia a livello internazionale”. “Rafforzare la cooperazione – ha aggiunto Marelli – vuol dire dunque anche dimostrare che la cooperazione internazionale e’ prioritaria nei programmi di governo e quindi bisogna aumentare la possibilita’ di essere credibili ed ascoltati”. Marelli pero’ non mette in dubbio la capacita’ e il rapporto tra le Ong e il ministero degli Esteri: “Il ministro Fini – ha detto – si e’ doverosamente interessato ad alcune grosse questioni di politica internazionale, come la riforma del Consiglio di Sicurezza Onu e l’impegno italiano in Iraq. Ritengo pero’ che avere anche una politica attiva di cooperazione internazionale rafforzi il ruolo e la credibilita’ dell’Italia sullo scenario internazionale. Per noi la cooperazione internazionale e’ un punto fondante della politica estera italiana”. Il problema, secondo Marelli, sta nella scarsa attenzione da parte della politica in genere alle tematiche della cooperazione. “L’impressione – ha osservato Marelli – e’ che da sei legislature e da sei governi si continui a dire della necessita’ di riformare la legge attuale sulla cooperazione, ma si continua a farlo rimpastando dei meccanismi che non tengono conto di quanto accaduto in questi anni, sia a livello internazionale (vedi Iraq), sia per quanto riguarda le nuove direttive europee che non vengono minimamente recepite dai disegni di legge in discussione in Parlamento”.


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