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Civitas Med: il Sud che non si arrende alla mafia

Dal 4 al 6 novembre 2005, la città di Cosenza ospiterà Civitas Med, mostra- convegno dell'economia civile del Mediterraneo

di Redazione

Dal 4 al 6 novembre 2005, la città di Cosenza ospiterà Civitas Med, mostra-convegno dell’economia civile del Mediterraneo, una tre-giorni di scambi, confronti, partenariati per far crescere la rete del terzo settore nel Mezzogiorno d’Italia e nel Mediterraneo. Mentre l’attenzione mediatica è concentrata sui crimini della ‘ndrangheta, la foresta silenziosa dei cittadini attivi conntinua a crescere e lancia due sfide importanti: quella per lo sviluppo locale del Sud e quella per la lotta attiva alla criminalità organizzata. Sabato 5 novembre, infatti, Civitas Med ospiterà una convocazione nazionale delle reti sociali contro tutte le mafie. Il manifesto-appello, che invita tutto il terzo settore alla mobilitazione è in fase di sottoscrizione e già diverse organizzazioni nazionali e territoriali hanno aderito. Il manifesto. Per una Calabria libera dalla ‘ndrangheta Promosso dalle organizzazioni sociali calabresi e dalle reti e organizzazioni nazionali del terzo settore L’omicidio dell’on. Francesco Fortugno, il 16 ottobre 2005, ha colpito la Calabria al cuore delle sue istituzioni democratiche. Con una esecuzione in tipico stile mafioso è stato ucciso il Vicepresidente del Consiglio regionale mentre, nella sua città di Locri, partecipava al voto per le primarie dell’Unione. Un gesto di gravità inaudita, che si abbatte su un uomo inerme, privo di scorta, senza incarichi di gestione ma solo politici, impegnato in una battaglia per la trasparenza negli appalti delle strutture sanitarie calabresi. L’omicidio di Fortugno è il culmine di una serie impressionante di atti di violenza e di intimidazione (oltre quattrocento negli ultimi cinque anni), perpetrati ai danni degli amministratori locali calabresi, a tutti i livelli, che non hanno risparmiato neanche imprenditori né persone ed organizzazioni del volontariato e della cooperazione. Per questa ragione, noi firmatari del presente manifesto-appello sollecitiamo una forte presa di coscienza in tutta la società italiana Siamo convinti: – Che la ‘ndrangheta calabrese sia – e non da oggi – la più pericolosa tra le mafie del Sud d’Italia. Considerata nell’immaginario collettivo del Paese come una organizzazione arcaica, essa è in grado invece di controllare il traffico internazionale della droga, di estendere la sua rete criminale in molte regioni italiane, di condizionare pesantemente a proprio favore le ancora ingenti risorse degli appalti pubblici. – Che in Calabria, la ‘ndrangheta sia il maggiore ostacolo allo sviluppo locale, per il suo effetto dissuasivo sugli investimenti esteri, per il soffocante giogo che impone alla economia regionale attraverso il pizzo e l’usura, per la distrazione delle risorse pubbliche verso interessi privati, per il clima di sfiducia che genera nei calabresi. – Che la ‘ndrangheta sia, dunque, anche una delle principali cause della povertà: crea i poveri per servirsene. Impedisce la crescita di aziende sane e riduce le opportunità di lavoro legale, per potersi offrire come chance ai disperati, da assoldare per lo spaccio delle droghe, per la gestione delle attività illecite, per i regolamenti di conti e le minacce. – Che la Calabria abbia oggi diritto all’aiuto del Paese e di tutte le forze vive che in esso hanno a cuore una solidarietà non solo proclamata. Questa è una responsabilità che riguarda tutti: le forze dell’ordine e la magistratura, per un più incisivo lavoro di intelligence e di contrasto alle attività illegali, le istituzioni e gli enti locali, per una scelta più chiara della trasparenza e della legalità come metodi dell’azione amministrativa e della promozione dello sviluppo locale, la scuola e le agenzie educative, per una ripresa della educazione alla legalità, le imprese, per una resistenza più coraggiosa alle pressioni della criminalità. – Che vi sia un compito peculiare e non delegabile che riguarda anche le organizzazioni del terzo settore e che richiede, una coraggiosa e non passeggera assunzione di responsabilità. Invitiamo: – Tutte le organizzazioni del terzo settore (volontariato, associazioni, cooperative, fondazioni?) ad assumere le questioni dello sviluppo locale della Calabria e di tutto il Mezzogiorno d’Italia e della lotta alle mafie come obiettivi prioritari e permanenti, che esprimono la volontà di cambiamento sociale nella direzione della solidarietà e della giustizia; – Le organizzazioni del terzo settore a ricercare e sperimentare (meglio se insieme) modalità concrete di azione per il perseguimento degli obiettivi dello sviluppo locale del Sud e della lotta alle mafie, specie attraverso l’animazione culturale, la denuncia delle connivenze e delle illegalità, l’educazione dei ragazzi e dei giovani, la promozione di opportunità occupazionali, l’imprenditorialità sociale che utilizzi beni confiscati, la creazione di reti solidali e fattive di sostegno agli imprenditori ed agli amministratori pubblici coraggiosi che lottano contro le mafie. – Le organizzazioni sociali di regioni diverse da quelle del Sud a costruire occasioni di collaborazione e di sostegno con le organizzazioni sociali meridionali, senza cedere al rischio della indifferenza o del colonialismo. – I cittadini del Sud e del Nord a schierarsi al fianco delle organizzazioni che operano per lo sviluppo locale del Mezzogiorno e per la lotta alle mafie, attraverso la disponibilità concreta al sostegno morale, culturale, operativo e finanziario. info: www.civitasmed.it

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