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Civitas: le domande imbarazzanti di Zanotelli

Secondo l'ex direttore di Nigrizia il 15% delle tangenti della prima repubblica proveniva dall'industria bellica. "Quante ne prende il governo Berlusconi?"

di Riccardo Bagnato

PADOVA – “Negli anni ’70 e ’80, il 10-15% delle tangenti al Pentapartito proveniva dal mercato delle armi. In quanto cittadino voglio chiedere al governo Berlusconi, che si accinge a modificare la 185 e che, per mezzo del ministro Martino, intende rendere il porto d’armi un diritto per tutti: quante tangenti riceve dalla lobby delle armi?”
E’ quanto chiede Alex Zanotelli intervenuto oggi a Civitas all’incontro “Trasformazioni e partecipazione democratica: il ruolo della democrazia popolare e delle azioni non violenti”, in cui sono intervenuti Giuletto Chiesa, Chaiwat Satha-Anand (Ricercatore sulla Pace), Jan Oberg (www.transnational.org) e l’ex direttore di Nigrizia, da dieci giorni di ritorno in Italia dopo un lungo impegno a Nairobi in Africa. Ma una cosa per volta.

Se Satha-Anand ha avuto modo di mostrare concretamente, citando i testi sacri delle tre religioni, come Cristianesimo Buddismo e Islamismo insegnino la non violenza, l’intervento di Oberg ha messo in evidenza due elementi essenziali per la crescita della Pace.

In primo luogo Oberg ha sottolineato come i diversi mediatori o responsabili di mediazione nelle zone calde del pianeta non siano per nulla formati in quanto peace maker, non abbiano alcuna formazione al riguardo, da cui risulta oltremodo discutibile la loro capacità d’azione. “Perché” si è domandato Oberg “se per fare il medico o l’avvocato bisogna studiare, per portare avanti i processi di pace non bisognerebbe formarsi?”. Da cui, secondo elemento, la convinzione che nessun processo di pace sia veramente in atto perché in realtà si tratta di azioni di contenimento e perché “il movimento pacifista deve, oggi più che mai, costruire alternative valide al modello militare dominante”.

I toni decisi e determinati di Oberg hanno più volte stimolato l’applauso spontaneo di una sala sal limite della capienza. Settecento persone circa che hanno ascoltato i relatori e che hanno educatamente seguito le indicazioni del moderatore nel liberare corridoi centrali e porte di sicurezza, che otruivano le uscite.

Ma hanno altresì stimolato l’intervento di padre Alex Zanotelli che ha cominciato raccontando la propria esperienza a Nairobi: la vittoria sulla Del Monte per la difesa dei diritti minimi dei lavoratori nella multinazionale, la crescita di una società civile fra le baraccopoli della città keniana (2milioni di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno, che non possiedono la propria baracca e che possono usufruire di un bagno ogni 1000 abitanti), con cui è previsto un incontro governativo keniano nelle prossime settimane; la lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori della produzione di fiori in Kenya, il primo esportatore mondiale, ricordando la campagna del 2002 in cui si invitava a non regalare fiori durante San Valentino. “Fra due settimane” ha detto al proposito Zanotelli” scade l’ultimatum che abbiamo dato all’industria keniana dei fiori, se non vorranno cominciare a trattare, organizzaremo un grande boicottaggio europeo contro l’importazione dei fiori. La cosa potrebbe mettere in ginocchio l’economia fioristica del Kenja in quattro giorni”.

Ma padre Zanotelli è tornato appunto sull’argomento armi. “Un problema gravissimo alla base delle maggiori ingiustizie sociali nel mondo”. “Le guerre non hanno motivazioni etniche o religiose” ha detto con fermezza “ma economiche, e il traffico d’armi ne è la chiave di svolta principale”.

Ha parlato quindi della Legge 185/90, in discussioni in Parlamento il 27 maggio prossimo, e che sarà modificata dal disegno di legge 1927, neutralizzando di fatto la natura della legge che viceversa rende trasparente il traffico d’armi.

A conclusione del suo intervento padre Zanotelli ha ricordato un frase di George W Bush padre, quando, all’inizio degli anni ’80 ha affermato “Lo stile di vita degli americani non è discutibile”. E proprio in questo senso, ma nella direzione opposta, che padre Zanotelli avverte “Le guerre in atto stanno a difendere il nostro stile di vita, nostro, europeo e americano, che DEVE essere ridiscusso”.

Applausi, lunghi e convinti, che attendono gli ultimi interventi e le domande del pubblico.

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