Politica

Civitas. Lavoro: Verso un “contratto del non profit”

Vicino al via libera un accordo tra il Forum e i Sindacati confederali. Ieri si è parlato dell'impatto della Biagi

di Benedetta Verrini

PADOVA – “Il non profit oggi occupa 600mila persone. Ritengo che abbia la forza, la consistenza, la dignità per chiedere un contratto di lavoro ad hoc”. Così Ilaria Borletti, presidente del Summit della Solidarietà, è intervenuta ieri a Civitas per parlare dell’impatto della legge Biagi sulle organizzazioni del Terzo settore.

La legge Biagi, infatti, che ha introdotto importanti elementi di flessibilità, “nel caso del Terzo settore ha anche fatto emergere preoccupazioni” ha sottolineato la Borletti, perché impone che tutti i contratti di co.co.co. entro il 2004 vengano trasformati in contratti a progetto, “innalzando il costo del lavoro in un settore che non ha come obiettivo il profitto”. Da questa considerazione, dunque, il Summit è partito per chiedere di aprire una riflessione sulla possibilità di progettare un contratto dedicato agli addetti del non profit”.

La soluzione potrebbe essere molto vicina. Come ha confermato Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore, sta per essere siglato un accordo con i sindacati confederali per il rilancio del welfare italiano, che prevede anche la stesura di un contratto collettivo che tenga conto della specificità del settore. “Dobbiamo smontare stereotipi, come quello che il lavoro nel Terzo Settore sia precario” ha detto Patriarca, “E impegnarci per offrire ai nostri ragazzi un percorso garantito di professionalità di grande qualità”.

Secondo una ricerca commissionata dal Summit all’Irs, di cui ieri sono state date alcune anticipazioni, dall’entrata in vigore della Biagi il non profit ha avuto una crescita occupazionale del 5,2%. Sui costi, nelle non profit i dipendenti finora pesavano per il 55%, i co.co.co. per il 30% e gli occasionali per il 15%.
Con la Biagi, per il 10% delle onp tali costi sono cresciuti di più del 20%; per il 13% delle onp sono cresciuti tra il 10 e il 20%; per il 27,4% delle onp sono cresciuti tra lo 0 e il 10%; per la restante parte delle onp “non c’è stato alcun impatto”.

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