Formazione

Civitas: in Veneto 290mila immigrati

Il 46% sono donne. Lo ha reso noto oggi l'Osservatorio sull'immigrazione della Regione

di Redazione

Alla fine del 2004 l’immigrazione straniera in Veneto ha quasi toccato quota 290 mila unità, di cui il 46% è rappresentato dalla componente femminile. Circa il 10% degli occupati nelle imprese venete è di provenienza extracomunitaria. Nel corso del 2004 sono nati 7 mila bambini da genitori immigrati, una quota che costituisce il 18% delle nascite a livello regionale, mentre gli alunni stranieri iscritti nella scuole superano ormai i 50 mila, con un’incidenza dell’8% sulla popolazione scolastica mentre la media nazionale è del 4%. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto annuale 2005 sull’immigrazione straniera in Veneto, presentato oggi a Padova nell’ambito di Civitas, la manifestazione sui temi della solidarietà e dell’economia sociale e civile. Il rapporto è stato curato dall’Osservatorio sull’immigrazione della Regione e rappresenta uno strumento di conoscenza del fenomeno immigratorio nel Veneto per supportare le scelte di programmazione. Lo ha ricordato l’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona partecipando ai lavori, che sono stati aperti dal direttore dell’Osservatorio Roberto Micheletti. Le tendenze di fondo messe in luce dal rapporto sono l’aumento del fenomeno, con un sensibile incremento dall’Europa dell’est; la maggiore stabilità dell’immigrazione sul territorio; una presenza diffusa in tutte le province e la propensione ad un maggiore inserimento sociale, che trova conferma anche nella crescente richiesta di alloggi pubblici e di cittadinanza da parte degli immigrati. Le province maggiormente interessate sono Vicenza e Treviso con più di 65 mila presenze straniere, seguire da Treviso (quasi 59 mila), Padova (46 mila), Venezia (oltre 34 mila), Belluno e Rovigo (con circa 9 mila presenze). Con la regolarizzazione del 2002 anche le realtà provinciali fino ad allora caratterizzate da una presenza minore hanno registrato un evidente incremento, come Padova e Venezia. In buona misura questo è dovuto anche agli ingressi di donne straniere che hanno trovato occupazione nel lavoro domestico e nell’assistenza a persone anziane o disabili. De Bona ha messo l’accento sul ruolo guida che il Veneto ha avuto in questi anni a livello nazionale in materia di immigrazione. Quest’anno si chiude il triennio di programmazione regionale 2004/2006 che ha visto l’attivazione di diversi progetti in collaborazione con Veneto Lavoro e Italia Lavoro. In questo momento è in fase di discussione il piano annuale degli interventi per il 2006, con il costruttivo apporto delle rappresentanze degli immigrati. “Visti i risultati raggiunti e la grande cultura e tradizione del Veneto sui temi dell’emigrazione e dell’integrazione – ha concluso De Bona – non sono pessimista per il futuro”. Nel Veneto sono presenti almeno 160 etnie e oltre 200 associazioni di immigrati. Per questo la Regione ha finanziato anche un corso di formazione per i responsabili di queste associazioni, al termine del quale l’assessore De Bona consegna oggi ai partecipanti gli attestasti di frequenza, sottolineando che i quadri dirigenti dell’associazionismo straniero sono attori del processo di integrazione nella realtà veneta.


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