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Civitas: Andreotti e gli altri politici su authority Terzo settore
Per Andreotti «si dà troppa importanza a queste strutture»; Alemanno e Castagnetti vogliono «più chiarezza sui suoi compiti»
”Non vorrei che si desse troppa importanza alle authorities che, pur con tutto il rispetto, non hanno corretto un difetto”. Lo ha affermato Giulio Andreotti, intervenendo nel dibattito che su questo tema si e’ sviluppato a Civitas, il salone dell’economia sociale, discutendo della piattaforma del Forum Permanente del terzo settore per le prossime elezioni.
Andreotti si e’ rivolto sul tema delle authorities al presidente del veneto Galan che ha polemizzato sull’esclusione di Padova come sede, e a Castagnetti del Ppi, Gianotti dei Ds, Alemanno di An, ed ai rappresentanti dell’economia sociale che hanno sottolineato l’urgenza di varare i decreti attuativi per l’authority del terzo settore. Andreotti, invece, ha manifestato le sue perplessita’ su questa forma di controllo.
Secondo l’ex presidente del consiglio, piu’ che creare una struttura, ”converrebbe creare una mentalita’ conoscitiva e avere alcune leggi che non ostacolino questo tipo di attivita’”.
“Il problema dell’authority del volontariato non e’ la sua sede, perche’ e’ gia’ stata definita (anch’io avrei preferito Padova a Milano, ma se cosi’ e’ accaduto, vuol dire che Formigoni e Albertini, sono stati piu’ bravi di Galan e Destro, il sindaco di Padova”, risponde Castagnetti alle polemiche di Galan. ”Il problema, piuttosto, e’ quello di assegnare all’authority le competenze che i volontari ed il terso settore vogliono”.
Giovanni Alemanno di An, partecipando con Pierluigi Castagnetti e Vasco Gianotti dei ds al convegno promosso dal Forum del terzo settore, precisa anche lui che la questione e’ quella di chiarire le competenze dell’authority. Dopo aver precisato che anche An si e’ battuta per Padova, Alemanno puntualizza che ”se oggi ci sono dei problemi, la responsabilita’ e’ del ministro Turco che ha gestito questa problematica in maniera chiusa ed autarchica”.
Gianotti dei Ds fa un passo piu’ in la’ e propone di ripensare al ruolo dell’authority, perche’ – precisa – ”e’ un istituto viziato dal controllo fiscale”. ”E’ opportuno che si ripensi ad un’authority che riguardi tutto il terzo settore, comprese le fondazioni destinate ad entrarvi”. Castagnetti, invece, mette in guardia da un possibile boomerang: ”e’ meglio che per il momento si9 pensi veramente ai regolamenti attuativi e si trovino al loro interno degli spazi per adeguare questo istituto alle nuove esigenze”. Avanti con i contenuti, questa in sostanza la posizione anche del Forum del terzo settore, espressa dai portavoce Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli.
Ma quello dell’authority era solo uno degli argomenti della piattaforma del Forum per le elezioni. Piattaforma che comprende, invece anche i temi della formazione, dell’economia sociale, della riforma del welfare, della sicurezza e dell’immigrazione, dell’Europa.
Il terzo settore da’ atto alla maggioranza e al governo di questa legislatura delle numerose conquiste sociali, a cominciare dalla legge sull’assistenza, ma restano delle ”incompiute”.
Rasimelli ha citato, per tutte, la legge sulla cancellazione del debito: ”Il regolamento che ne e’ seguito, tende a tornare indietro su alcuni aspetti”. Resta aperto, secondo il Forum, anche il problema delle imprese sociali, che ”ancora non godono della pari dignita’ con le piccole e medie imprese”.
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