Volontariato

Civitas/3: Barberi ammette mancanza di coordinamento protezione civile

Il responsabile della Agenzia di Protezione Civile sottolinea il ruolo determinante dei volontari ma afferma: "E' difficile realizzare sinergie con le associazioni"

di Gabriella Meroni

E’ multicolore il pubblico che assiste al convegno organizzato dalla Protezione Civile alle 9,30 nella sala Convention di Civitas; accanto ai volontari di protezione civile ci sono alpini, scout, crocerossine, a sottolineare la varietà del volontariato sociale che collabora sempre più intensamente con quello di protezione civile. E’ proprio il coordinamento tra questi due strumenti a costituire il centro del dibattito; “E’ necessario definire l’identità delle varie forme di volontariato, perché sia possibile un’efficace sinergia tra queste” dice Mons. Giovanni Nervo, presidente onorario della Fondazione Zancan e chairman del tavolo.
Franco Barberi, direttore dell’Agenzia di Protezione Civile ha esordito dicendo che questo è stato il primo convegno in cui si è tentato di affrontare una questione centrale come quella dell’integrazione dei ruoli tra due tipi di volontariato. “Il volontariato di Protezione Civile è in costante crescita in Italia” ha detto Barberi. “Oggi esso conta ben 1,300,000 persone, e sta aumentando anche la loro professionalizzazione. Per questo rappresenta una risorsa importante per la protezione civile”, ha sottolineato Barberi, “anche perché nelle situazioni di emergenza è necessario soddisfare non solo i bisogni primari, e di tipo organizzativo, ma anche un sostegno psicosociale che tali forze possono dare come ha dimostrato, ad esempio, l’intervento in Albania”.
Sui problemi di raccordo che spesso affliggono anche le situazioni di emergenza, Barberi ha ammesso che “è vero, finora non c’è stato sufficiente raccordo. Certo, abbiamo un Comitato Centrale di Coordinamento, ma tutte queste organizzazioni di volontariato sociale costituiscono una vera moltitudine con cui la sinergia risulta difficile”.

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