Welfare

Cittadino perché lavoratore? No, lavoratore in quanto persona

Il commento di Livia Turco su lavoro e diritti dei cittadini.

di Livia Turco

Gli ultimi dati Istat sulla povertà hanno confermato che le ragioni fondamentali della povertà e dell?esclusione sociale sono il basso livello di istruzione, il lavoro precario, oltre che la disoccupazione e la mancanza di aiuti alle famiglie numerose. Il lavoro, la sua qualità, la sua dignità e dunque dei diritti a esso riconosciuti è il tema cruciale del nostro tempo.
Non è solo fonte di reddito, ma di affermazione della persona attraverso la costruzione di una sua identità personale e sociale. Sono le persone più deboli (tossicodipendenti, disabili, ex carcerati) a dimostrarci quanto sia prezioso il lavoro per la costruzione della propria autonomia e della propria dignità e identità.
È vero che va superata l?impostazione socialdemocratica del Welfare secondo cui è il lavoro la fonte della cittadinanza sociale e il tramite per accedere agli istituti che ne derivano, perché titolare del sistema di prestazioni sociali deve essere la persona. Tuttavia il lavoro resta la fonte di dignità e anche il tramite fondamentale della cittadinanza. Ciò che è essenziale allora è che il lavoro in qualsiasi sua forma e modalità riconosca i diritti della persona e dunque ci siano diritti nel lavoro in quanto diritti della persona. A partire dalle forme di lavoro oggi definite ?povere?. Conferire dignità al lavoro significa sostenere la persona quando è nel luogo di lavoro, ma anche la persona che cerca lavoro. Le tutele e i diritti del lavoro non devono riguardare soltanto il posto, ma anche il mercato. E le risorse per dare dignità al lavoro sono la formazione continua, la padronanza nell?uso del tempo, la possibilità di avere un reddito (e una pensione) decenti.
«Diritti di sicurezza sociale in materia di tutele attive del lavoro e del reddito» è la proposta di legge organica che sull?argomento l?Ulivo ha recentemente presentato. Si riferisce a quella materia che è stata chiamata con il brutto termine di ?ammortizzatori sociali?.
La legge ha come obiettivo quello di arricchire la qualità del lavoro, di sostenerne il reddito, di superare le disparità e le disuguaglianze. Le misure previste coinvolgono diverse figure lavorative: gli adolescenti e gli over40, i disoccupati (della piccola, media e grande impresa), i co.co.co., le persone che hanno abbandonato il posto per svolgere un?attività di cura impegnativa e ora vogliono tornare a lavorare.

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