Sostenibilità

Cittadini protagonisti Ecco come far scattare l’indagine

vademecum

di Redazione

O direttamente all’Antitrust o tramite un’associazione:
le segnalazioni dei consumatori sono alla base di molti
dei procedimenti. Una forma di tutela aperta a tuttiIl riferimento istituzionale per contrastare le pratiche scorrette è sicuramente l’Agcm – Autorità garante della concorrenza e del mercato, comunemente detta Antitrust. In passato l’Autorità poteva attivarsi solamente su segnalazione delle parti. Recentemente è stato conferito all’Autorità il potere di agire d’ufficio, ossia senza attendere segnalazioni esterne. Nonostante tale possibilità, le segnalazioni dei consumatori e delle associazioni rappresentano comunque la fonte principale di azione.
Le indagini dell’Autorità sono particolarmente efficaci in quanto ha poteri investigativi, che comprendono la possibilità di accedere a qualsiasi documento pertinente, di richiedere a chiunque informazioni e documenti con la facoltà di sanzionare l’eventuale rifiuto o la trasmissione di informazioni e documenti non veritieri, di effettuare ispezioni, di avvalersi della Guardia di finanza, di disporre perizie. Una volta accertata la violazione, l’Autorità può inibirne la continuazione, disporre la pubblicazione di dichiarazioni di rettifica a spese dell’impresa responsabile e irrogare una sanzione pecuniaria che va da 5mila a 500mila euro. Se la pratica riguarda prodotti pericolosi o può minacciare la sicurezza di bambini o adolescenti, la sanzione minima è di 50mila euro.
Ma come si riconosce una pratica scorretta? Per prima cosa è necessario distinguere due categorie: le pratiche ingannevoli e le pratiche aggressive. Le pratiche ingannevoli (che possono consistere tanto in azioni quanto in omissioni) consistono in una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero. Il criterio generale è che queste pratiche, seppure formalmente corrette, in qualsiasi modo, anche nella loro presentazione complessiva, possono indurre in errore il consumatore medio riguardo ad uno o più degli elementi essenziali del contratto. In sostanza, è necessario valutare se la pratica che si ritiene ingannevole sia idonea a indurre il consumatore ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso. L’omissione ingannevole, invece, è la pratica per cui vengono omesse informazioni rilevanti di cui il consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione. A titolo di esempio ricordiamo che è in ogni caso considerato ingannevole «dichiarare, contrariamente al vero, che il prodotto sarà disponibile solo per un periodo molto limitato o che sarà disponibile solo a condizioni particolari per un periodo di tempo molto limitato, in modo da ottenere una decisione immediata e privare i consumatori della possibilità o del tempo sufficiente per prendere una decisione consapevole». O ancora «affermare che alcuni prodotti possono facilitare la vincita in giochi basati sulla sorte».
È da considerarsi, invece, aggressiva la pratica di «effettuare ripetute e non richieste sollecitazioni commerciali per telefono, via fax, per posta elettronica o mediante altro mezzo di comunicazione a distanza» oppure «esigere il pagamento immediato o differito o la restituzione o la custodia di prodotti che il professionista ha fornito, ma che il consumatore non ha richiesto».
Come già detto, le segnalazioni dei consumatori sono alla base della maggior parte delle indagini dell’Autorità. È importante, quindi, che i cittadini si attivino, anche attraverso le associazioni di consumatori, per indicare le pratiche scorrette. Esistono due canali principali: il contatto diretto con l’Autorità (numero verde 800.166661) o la segnalazione alle associazioni di consumatori. Movimento Consumatori ha messo a disposizione la mail osservatorio.pubblicita@movimentoconsumatori.it.

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