Formazione

Cittadinanza globale, un patrimonio da valorizzare

Uno dei temi principali del percorso di Formazione quadri terzo settore - Fqts riguarda il tema della Cittadinanza. «L’educazione alla cittadinanza globale è fondamentale perché mira», spiega l’antropologa Paola Berbeglia, «a responsabilizzare i soggetti ad impegnarsi e assumere ruoli attivi a livello locale, nazionale e globale»

di Anna Spena

Formazione Quadri Terzo Settore – Fqts è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo Settore meridionali promosso da Forum Terzo Settore e Centro servizi per il volontariato, realizzato con il sostegno della Fondazione Con il Sud. Dalle questioni di genere a quelle ambientali. 

Dalle questioni di genere a quelle ambientali. Parte integrante del percorso di formazione è dedicata alla cittadinanza globale, perché riflettere di cittadinanza globale è soprattutto riflettere di “Cittadinanza”. Il Terzo Settore ha la capacità di trasformarsi e valorizzare i contributi economici, sociali e culturali provenienti da persone di diverse origini geografiche? È in grado di impiegare il valore di innovazione culturale portata dalle diverse sponde del Mediterraneo? Possiamo davvero immaginare di superare una visione limitata di mero servizio per abbracciare una visione di interculturalità? «È fondamentale», spiega l’antropologa cognitiva e mediatrice Feuerstein, Paola Berbeglia, anche presidente di Concord Italia e CReA e vicepresidente di Aoi – cooperazione e solidarietà internazionale e Cipsi solidarietà e cooperazione, «rafforzare la capacità delle realtà del Terzo Settore in tema di cittadinanza globale nei propri territori».

Centinaia le realtà incontrate nelle regioni del Sud Italia: «E un punto di partenza uguale per tutte», dice Berbeglia, che interviene nei corsi di formazione come docente, «spiegare che cos’è la cittadinanza globale, costruire una cornice di valori di riferimento comune». Ma quali sono questi valori? «É un sistema che si compone di visioni e abilità: bisogna imparare a convivere con le persone. È importante partire da questa consapevolezza: nessuno deve essere lasciato indietro».

L’educazione alla cittadinanza globale è fondamentale perché «mira», spiega Berbeglia, «a responsabilizzare i soggetti ad impegnarsi e assumere ruoli attivi a livello locale, nazionale e globale, per affrontare e risolvere le sfide e, in ultima analisi, per diventare persone che contribuiscono proattivamente  ad un mondo più giusto, pacifico, tollerante, inclusivo, sicuro e sostenibile. Si basa sull’educazione alla pace e ai diritti umani e sottolinea la necessità di promuovere le conoscenze, le abilità, i valori, le attitudini e i comportamenti che consentono alle persone di provare un senso di appartenenza alla comunità globale e di prendere decisioni informate». 

É ancora più importante portare l’argomento all’attenzione delle realtà del Terzo Settore perché di fatto: «sono realtà che vivono già questa esperienza, e che in qualche modo praticano i valori della cittadinanza globale. Allora il nostro apporto deve essere quello di spingere la cultura collettiva e cambiare le modalità decisionali». Il raggiungimento dell’obiettivo 4.7 è condizione imprescindibile per il conseguimento di tutti i diversi goals indicati nell’Agenda 2030. «Se laddove si prendono decisioni, venissero prese quelle giuste, non saremmo in queste condizioni. Quindi non possiamo lasciare solo nelle mani dei decisori politici e dei comunicatori, le decisioni».

Credit foto Pixabay

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