Formazione
Cittadella: indagato il sindaco dell’ordinanza anti-sbandati
Il provvedimento lega la concessione della residenza agli stranieri a uno stipendio di 5.061 euro e una casa decente. La Procura di Padova indaga ora per "usurpazione della funzione pubblica"
di Chiara Sirna
Il sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, al quale si deve l’ordinanza che nega la residenza agli stranieri sbandati, fissando come requisiti 5.061 euro di stipendio all’anno (circa 420 euro al mese, 15 al giorno), una casa decente e un comportamento tale da non destare “pericolosità sociale”, è stato inquisito dalla Procura della Repubblica di Padova per il reato di usurpazione della funzione pubblica.
Un’informazione di garanzia per l’ipotesi di reato di abuso dei propri poteri gli è stata notificata nel tardo pomeriggio di ieri. Contestualmente, è stata requisita la copia originale dell’ordinanza allo scopo di verificare l’effettiva sostituzione dei ruoli. La parte dell’ordinanza all’attenzione della procura, infatti, è quella in cui si fa riferimento alla costituzione di «un’apposita commissione interna, costituita dall’ufficiale d’Anagrafe, da un funzionario dell’Ufficio demografico e da un appartenente la Polizia Locale, con il compito di esaminare le singole richieste e ove ne sussistano i motivi, stabilire la necessità di inoltrare l’informativa preventiva al Prefetto ed al Questore di Padova».
Ne danno notizia oggi i principali quotidiani del Veneto, Il mattino di Padova, il Gazzettino e il Corriere del Veneto.
«Lo trovo un atto un po’ forzato nei confronti di un sindaco», è stato il commento a caldo di Bitonci, che vede nelle indagini «una forzatura atta a bloccare l’espansione di un provvedimento che è stato chiesto da centinaia di comuni».
«Nell’ordinanza – spiega ancora il sindaco – non c’è alcuna sostituzione di ruoli; infatti, è demandata alla Prefettura e alla Questura ogni ulteriore valutazione sui possibili casi rilevati. Volevamo solo segnalare delle situazioni, non fare attività sostitutiva a quella svolta dalle forze dell’ordine. Io sono comunque sereno e a disposizione per tutti i chiarimenti del caso». «Il nostro – conclude Bitonci, riappellandosi al sentire della gente – è un provvedimento che ha trovato il consenso popolare e che voleva dare una mano alle forze dell’ordine».
Unanime intanto è la solidarietà espressa dai vertici della Lega Nord. Il vicepresidente del Veneto Luca Zaia affida a un’ironia tagliente il proprio commento sull’informazione di garanzia notificata ieri al sindaco di Cittadella: «Per non far perdere inutilmente tempo ai procuratori della Repubblica invito tutti i sindaci che hanno firmato un’ordinanza simile a quella sottoscritta da Bitonci a presentarsi direttamente nelle caserme dei carabinieri».
Si dice «stupito, amareggiato e deluso» l’esponente leghista del provvedimento della magistratura. «Esprimo al sindaco di Cittadella – sottolinea Zaia – tutta la mia solidarietà. Quando ho appreso il fatto mi è subito venuto in mente l’avviso di garanzia che ho preso nel 1998 in piena campagna elettorale per le quote latte. Dico che, come al solito, si usano due pesi e due misure. Si colpiscono con provvedimenti giudiziari – prosegue il vicegovernatore – i sindaci che fanno il proprio dovere per il bene dei loro cittadini e si lasciano per strada impuniti i contestatori che distruggono le città».
Netta la condanna verso il provvedimento adottato dalla Procura di Padova anche da parte dell’assessore regionale alla sicurezza dei cittadini che, come provocazione, invita tutti i comuni ad emettere le ordinanze antisbandati. ”Come assessore alle Politiche per la Sicurezza dei cittadini veneti – dice Massimo Giorgetti – invito tutti i sindaci che non l’hanno ancora fatto ad adottare le cosiddette ordinanze antisbandati”. “Per il ruolo che rivesto – continua – sono quindi mandante e complice di quello che faranno e mi attendo di ricevere anch’io un avviso di garanzia”.
”Siamo di fronte ad una situazione – aggiunge – che se non fosse tragica, sarebbe comica: se questa è la risposta dello Stato alle necessità di sicurezza della gente, che i sindaci hanno ben interpretato, vuol dire che siamo allo sfascio, perchè stiamo parlando di quello stesso Stato nel quale leggi nazionali permissive, infiniti tempi della giustizia e assoluta incertezza della pena sono alla base dello sconcerto, e spesso della paura, che regna sul territorio, dove le scorribande di sbandati e delinquenti sono oramai quotidiane, e dove per tutta risposta si indaga un Sindaco che tenta di porvi qualche rimedio con i poveri mezzi di cui dispone”.
Ma non è tutto. Giorgetti è un fiume in piena. ”Stiamo parlando – incalza – di quel Governo che, con una norma finanziaria, dice ai Comuni che possono anche pagarsi le forze dell’ordine nazionali per garantire la sicurezza sui loro territori. Siamo davvero all’incredibile!”.
E infine sottolinea anche ”l’assurdita’ di doversi trovare di fronte all’intervento di una Procura su un atto amministrativo, che al massimo avrebbe meritato l’interesse di un Tar”. ”Attendo serenamente l’avviso di garanzia – conclude provocatoriamente – pur nella certezza che il prossimo indulto non riguarderà i sindaci troppo audaci, ed eventualmente il sottoscritto, ma ancora una volta i delinquenti veri”.
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