Sostenibilità
Città a misura di bambino: vince Belluno, male Catania
Questo il risultato di Ecosistema Bambino 2002, la ricerca di Legambiente sulle politiche per linfanzia
Belluno, Pistoia, La Spezia, Siena, Caltanissetta, Verbania, Genova e Torino. Sono queste le otto città che la befana di Legambiente premierà per il loro impegno in favore dell’infanzia.
Questo il risultato di Ecosistema Bambino 2002, la ricerca di Legambiente sulle politiche per l?infanzia nei capoluoghi di provincia italiani che, per il quinto anno consecutivo, recapita la ?calza? alle amministrazioni che hanno saputo dare ai loro cittadini più piccoli opportunità, strutture, strumenti per vivere a pieno la loro appartenenza alla comunità. Nel valutare le città, Legambiente ha esaminato, sulla base delle dichiarazioni dei comuni, quattro indicatori per le politiche per l’infanzia – opportunità di partecipazione, strutture, iniziative di aggregazione e di animazione culturale, progetti avviati attraverso i fondi della Legge 285/97 in favore dei bambini – che vengono incrociati con i dati sulla qualità ambientale di Ecosistema urbano 2001 (tasso di motorizzazione, mezzi pubblici, parchi e giardini, zone a traffico limitato, piste ciclabili): questo per sottolineare il nesso strettissimo che lega la condizione dei bambini allo stato di salute generale di una città, per evidenziare insieme al diritto dei più piccoli ad essere protagonisti anche il loro status di cittadini più sensibili ai problemi come lo smog o la carenza di verde urbano (non si può dimenticare che il 40% delle malattie all’apparato respiratorio dei bambini va imputato, in città, al traffico, così come un gran numero di patologie cardiovascolari). A ciascun parametro preso in considerazione è stato poi associato un punteggio che permette la valutazione complessiva delle città: a quelle che superano un punteggio stabilito (ottanta punti), Legambiente consegna in premio la sua calza. Vediamo allora cosa hanno trovato le otto migliori città.
A guidare la classifica troviamo Belluno con ben 10 caramelle nella calza. Caramelle meritate soprattutto per le opportunità offerte ai bambini di prendere la parola e di ripensare la città secondo il proprio punto di vista, attraverso iniziative di adozione del territorio da parte dei giovanissimi e di progettazione partecipata degli spazi pubblici, cioè l?ideazione insieme ai bambini di spazi utili nella città. Notevoli pure la politica culturale rivolta agli under 14 con rassegne di cinema e di teatro, e la biblioteca dove si tengono letture animate di libri per ragazzi, feste e mostre. Ma giudicare se una città è a misura di bambino significa anche valutare la vivibilità degli spazi, quindi l’estensione delle piste ciclabili, la diffusione dei parchi pubblici, delle zone a traffico limitato e l’impatto del traffico. Belluno riceve allora caramelle anche per i mezzi pubblici perché tra le piccole città è al di sopra della media nazionale, con 68 viaggi annui per abitante. Non mancano però anche 5 pezzi di carbone nella “calza” che Legambiente consegna simbolicamente alla città. Ancora troppo elevato il tasso di motorizzazione, con 60 auto ogni 100 abitanti (la media nazionale è di 54 auto/100 ab), poche le zone a traffico limitato; e solo 8 centimetri di pista ciclabile sono disponibili per ogni cittadino.
La seconda “calza” va invece a Pistoia che merita ben 9 caramelle grazie all’istituzione dei “vigili-bambini”, alle campagne di adozione del territorio e di progettazione partecipata. Molto articolata la politica culturale con iniziative all?interno del museo, con due biblioteche per ragazzi, ludobus, centri di educazione ambientale e numerosi laboratori creativi. Rimangono invece tanti carboncini per l’esiguità delle aree verdi (8,9 mq/ab), delle zone a traffico limitato (2,7 mq/ab) ma soprattutto delle piste ciclabili (3 cm per ogni abitante).
Guardando ancora nelle calze delle città premiate troviamo 7 caramelle e 4 carboni per La Spezia, 6 caramelle e 5 carboni per Siena; Caltanissetta riceverà 6 caramelle e 9 pezzi di carbone, Verbania cinque caramelle e altrettanto carbone, 5 caramelle e 6 pezzi di carbone andranno Genova e a Torino. Va sottolineato che, nonostante il carbone, queste città rappresentano l’eccellenza per la qualità della vita dei bambini, quelle che hanno raggiunto i risultati migliori nella valorizzazione e nel coinvolgimento dell’infanzia nella vita cittadina.
Immediatamente a ridosso delle città premiate emerge un?altra decina di comuni (da Venezia a Siracusa, da Bergamo a Reggio Calabria) che pure riescono a conciliare la logica della tutela con quella del protagonismo dei bambini, ad offrire dei servizi di qualità (come i famosi asili di Reggio Emilia) insieme ad esperienze di partecipazione che portano i bambini dietro le quinte della cosa pubblica.
Nel complesso l?Italia, con il 77% di città che mettono in campo almeno un?opportunità di partecipazione (contro il 75% dello scorso anno), dimostra di essere un paese sufficientemente amico dei bambini, capace di cogliere la sfida lanciata quasi tredici anni fa dalla Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo di New York. Molto però rimane da fare per garantire ai bambini un ambiente di vita salubre, autonomia nei movimenti, spazi verdi. La vera novità dell?edizione 2002 di Ecosistema Bambino sta comunque nell?ingresso in prima fascia di Caltanissetta: primo centro del Sud, nei cinque anni monitorati dalla ricerca di Legambiente, a conquistare più di ottanta punti. E? un segnale importante, accompagnato dall?ottimo piazzamento di Siracusa (10a), Reggio Calabria (16a) e Napoli (20a), che conferma un trend manifestato già in passato da un gruppo di amministrazioni capace di ricominciare dai bambini a costruire la qualità della vita. Altra novità è l?ingresso nella fascia di eccellenza di due grandi città come Genova e Torino, le uniche metropoli a mostrare un consolidamento sostanziale verso l?alto della propria posizione, sulla scorta di un?importante tradizione di ricerca e di impegno civile che si fonda soprattutto nel rapporto con le associazioni.
?Guardare alle città con gli occhi dei bambini significa costruire le premesse per un miglioramento generale della qualità della vita ? ha dichiarato il presidente di Legambiente, Ermete Realacci ? perché i bambini sono i più esposti a fenomeni, come lo smog, che colpiscono la salute di tutti. Purtroppo non tutte le città sono capaci di un impegno serio per coinvolgere i bambini nella gestione della cosa pubblica, per farne dei cittadini a tutti gli effetti. Premiamo le città che ci stanno provando, pur sapendo che oggi ancora nessuna possa dirsi davvero ‘a misura di bambino’. Alle altre ricordiamo l’importanza di dialogare con i bambini e di dare fiducia alla loro capacità di impegnarsi per il prossimo. Nella speranza che il governo, e in particolare il ministro Maroni, voglia dare continuità a quanto di buono è stato fatto negli anni scorsi per applicare concretamente il diritto alla cittadinanza previsto dalla ‘Convenzione internazionale dei diritti dei bambini’ di New York: come la Legge 285 o il premio ‘Città sostenibile delle bambine e dei bambini’ del ministero dell’Ambiente”.
Fra gli altri dati che emergono da Ecosistema Bambino 2002 c?è l?avanzamento della progettazione partecipata, vale a dire l?ideazione insieme ai bambini di spazi utili nella città, che viene praticata nel 46 % dei centri urbani. Mentre l?adozione dei monumenti (36%) rimane tra le azioni messe in campo per costruire delle relazioni positive fra i giovanissimi e l?ambiente pubblico. Aumenta anche la percentuale di città che istituisce un Consiglio comunale dei bambini (31%) e anche quella dei centri urbani che propongono ai bambini di impegnarsi nella vigilanza ambientale o contro la maleducazione degli automobilisti (16%). Ancora poche invece le città che si sono dotate di un assessorato all?infanzia (4%), mentre la materia continua a ricadere in genere sotto l?assessorato all?educazione e agli affari sociali. Quasi il 45% delle città si è dotata inoltre di un ufficio per l?infanzia, ma solo il 15% di un Ufficio per la città dei bambini. Fra le iniziative per il tempo libero primeggiano infine i campi estivi in città (77%), feste all?aperto (71%) e i corsi e i laboratori pomeridiani (73%), ma sono in crescita, a riprova di una maggiore fantasia degli amministratori rispetto alle politiche culturali per l?infanzia, le attività creative nei musei (25%), le rassegne di teatro-ragazzi (59%) e le ludoteche (59%).
I COMUNI DEL CARBONE
E il carbone? E? innanzitutto per le 21 città che finiscono in coda alla graduatoria di Ecosistema Bambino (meno di 50 punti). Spicca fra queste Catania che dismette le buone pratiche di partecipazione che avevano portato la città in evidenza nelle passate edizioni: si sono così esaurite le campagne di adozione del territorio e di progettazione partecipata e sono state ridimensionate le politiche per l?infanzia eliminando delle strutture dedicate (come l?Ufficio per l?infanzia). Benevento poi precipita nella fascia delle insufficienze per aver messo in secondo piano le esperienze di progettazione partecipata insieme ad altre iniziative dedicate ai giovanissimi. Preoccupa inoltre la flessione di città come Como e Padova che appartengono ad aree tradizionalmente favorevoli alle politiche per l?infanzia. Mentre sembra cronico il disinteresse nei confronti dell?infanzia in altri centri (da Nuoro a Trento, da Isernia a Pordenone) ormai “abbonate” alla fascia delle insufficienze.
Carbone infine alle otto amministrazioni (Caserta, Catanzaro, Chieti, Crotone, Isernia, Lucca e Oristano) che hanno dimostrato assoluto disinteresse verso gli argomenti toccati da Ecosistema bambino non rispondendo al questionario.
LE METROPOLI
Differenziato, per concludere, il comportamento delle metropoli. Come abbiamo visto, Torino e Genova si posizionano tra le prime della graduatoria; stazionaria tra i ?discreto? Napoli che si interessa alle iniziative per ragazzi e alla loro partecipazione alle decisioni che riguardano la città anche grazie al sostegno di un assessorato all?infanzia. Stabili pure Palermo e Bologna che conquistano nella graduatoria una posizione centrele. Roma sale lievemente confermandosi (con l?assessorato alla città delle bambine e dei bambini) fra le città che cercano di aprirsi al mondo dei giovanissimi. Sarà però soprattutto il decentramento amministrativo a decretare il salto di qualità in un contesto, quello della Capitale, dove i bambini reclamano esperienze e opportunità di partecipazione effettiva nell?orizzonte del quartiere e dove il Consiglio comunale dei ragazzi, recentemente istituito, non può certo rappresentare uno strumento nel quale i giovanissimi possano riconoscersi e che possano utilizzare con facilità. Abbastanza stabile anche Firenze (38a) che continua a promuovere forme partecipative e iniziative culturali per i ragazzi. Milano (63a) sale di qualche posizione continuando a promuovere momenti di incontro tra i ragazzi e il Sindaco e progettazione di beni culturali e territorio. Catania, come detto, precipita addirittura tra le insufficienze. Nel complesso il quadro delle metropoli mostra un generale arretramento (solo Torino e Genova vanno in controtendenza) dimostrando spesso di non saper andare oltre gli slogan e di non credere che la qualità della vita si raggiunga innanzitutto cercando delle soluzioni ?a misura di bambino?.
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