Mondo

Citigroup: l’amministratore delegato Prince chiede scusa in Giappone

In una foto del Financial Times Charles Prince e il Ceo della controllata giapponese Douglas Peterson, inchinati in stile nipponico a rappresentare il proprio rimorso

di Francesco Maggio

La fotografia campeggia in grande sulla prima pagina del dorso “Aziende e Mercati” del Financial Times. L?amministratore delegato di Citigroup, la più grande banca del mondo, Charles Prince e il Ceo della controllata giapponese Douglas Peterson, inchinati in stile nipponico a rappresentare il proprio rimorso. Non è comune che manager occidentali si sottopongano a questa pratica, dal valore altamente simbolico, che in Giappone assume un?importanza fondamentale nel processo di ricostruzione della reputazione delle aziende che hanno qualcosa da farsi perdonare. E Citigroup da farsi perdonare, secondo la Agenzia di servizi finanziari nipponica, ha più di qualcosa da farsi perdonare. Il 17 settembre l?autorità regolatrice giapponese ha ordinato a Citigroup di chiudere le sue operazioni di private-banking nel Sol levante e ieri è stato annunciato che verranno chiuse anche le unità che si cocupano del management degli investimenti e quella immobiliare. “Citigroup si scusa profondamente con i clienti e con il pubblico per l’insuccesso della compagnia nel rispettare le esigenze legali e regolatorie giapponesi”, ha detto Prince nella conferenza stampa, ripresa dal Ft, da cui è tratta anche la foto. Il capo della banca più grande del mondo ha ammesso che il management della banca ha badato “più ai profitti nel breve termine che alla reputazione”. Un?inchiesta condotta dall’Agenzia di servizi finanziari nipponica ha rivelato che Citigroup è stata carente nel sistema di controlli interni e in quelli dalla casa-madre statunitense. Questo ha permesso, scrive il Ft, “grandi profitti” accumulati “in maniera illegale”. Queste defaillance hanno portato Citigroup, sostiene ancora il Ft, a fare affari con “‘elementi anti-sociali’ – crimine organizzato e riciclatori di denaro sporco – e, quando sono stati interrogati dagli ispettori dell’Agenzia, alcuni manager ‘hanno dato risposte che differivano dal vero’ ha spiegato l’Agenzia”. Inoltre, Citigroup avrebbe omesso di correggere una serie di problemi emersi nel 2001, che l’Agenzia stessa aveva imposto di risolvere. Un bel po’ di guai insomma. Tanto che Prince ha sentito il bisogno di andare personalmente in Giappone a chiedere scusa prima a Hirofumi Gomi, il capo della Fsa, e poi con le pubbliche espressioni di rimorso in conferenza stampa. Le prime teste sono già saltate. Tre dei principali manager dell’azienda – il presidente di Citigroup International sir Deryck Maughap, il capo del management degli investimenti Thomas Jones e il capo del banca privata Peter Scaturro – sono stati dimissionati. In Giappone 12 manager hanno lasciato la compagnia, 11 sono stati puniti con decurtazioni degli stipendi e altri hanno subito una dura reprimenda. Per la banca americana è un periodo nero. Oltre a vari miliardi di dollari persi in diverse azzioni legali, è notizia di ieri che la Nasd, l’associazione che raggruppa più intermediari finanziari negli Usa, le ha comminato 250mila dollari di multa. Inoltre, rivela ancora il Ft, la Carrefour ha rinunciato ai servigi della Citigroup in Giappone come adviser finanziario proprio per la sua reputazione, ormai incrinata.

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