Volontariato

CISV festeggia 40 anni di cooperazione in Africa

Sono trascorsi 40 anni da quando, nell’estate del 1973, i primi volontari partivano per il Burundi, destinazione Nyabikere, dando così una svolta internazionale all’operato del CISV presente oggi in 12 Paesi tra Africa e America Latina.

di Redazione

La fisionomia del Burundi e della cooperazione italiana è cambiata parecchio dagli anni ’70, quando i volontari approdarono in uno dei paesi con reddito più basso al mondo «senza un appoggio, senza un progetto definito, ma fiduciosi e forti della generosità degli amici rimasti in patria, pronti a sostenerci economicamente a costo di grandi sacrifici» ricorda Mario Fornero, uno dei pionieri di allora, oggi 81enne. Neppure la guerra civile, dal ‘93 al 2005, ha fermato i cooperanti rimasti nel Paese africano a combattere contro fame e povertà. Ma in questa nazione afflitta dalla scarsità di terre, dall’isolamento e dalle difficoltà degli scambi, qual è oggi la situazione?
 
«Sono tornato da poco in Burundi per una breve missione: ho trovato un Paese finalmente in pace anche se non mancano le tensioni, un Paese dove iniziano a funzionare i meccanismi democratici», racconta Federico Perotti, presidente CISV e cooperante di lungo corso. «Ripercorrendo i luoghi e le realizzazioni di tanti anni di lavoro, non sono rimasto deluso. Oggi possiamo dire con una punta d’orgoglio che l’impronta, l’impatto di quanto CISV ha fatto in questi anni sono rimasti dimostrandosi sostenibili nel tempo». Ne sono un esempio non solo le realizzazioni pratiche – le decine di scuole primarie, le 13 cooperative agricole, i centri di salute, gli impianti per l’acqua ecc. costruiti grazie alla collaborazione tra l’ong torinese e le associazioni locali – ma anche il contributo alla ricostruzione del tessuto sociale del Paese: dai progetti per garantire la partecipazione democratica della popolazione a quelli per il rientro dei profughi restati senza terre.
 
«Tutto questo ha richiesto molto lavoro, anche perché le leggi locali non sempre sono d’aiuto. Ma ci ricompensa il bilancio della nostra presenza in Burundi che si chiude oggi in positivo» dice Perotti. Pur senza ignorare «gli insuccessi, che negli anni hanno contribuito alla revisione e ri-orientamento di alcune nostre azioni: come le difficoltà nella gestione finanziaria e amministrativa da parte delle cooperative, i cui membri spesso sono analfabeti o anziani; o la vendita dei prodotti sul mercato che stenta a decollare». «Si tratta di sfide che ci spingono a fare meglio, puntando sempre più sulla formazione e sull’apporto dei giovani e delle donne, più aperti all’innovazione» dice Simone Teggi, uno dei ragazzi ora in servizio nel Paese.
 
«I risultati raggiunti sono stati possibili perché, oltre alle competenze tecniche, i volontari CISV ci hanno messo il cuore, mantenendo questo stile anche al rientro in Italia» tiene a precisare il presidente. Degli oltre 70 espatriati in Burundi, infatti, molti hanno costruito reti di solidarietà e sviluppo anche in Italia, sul territorio piemontese: come Mario, che ha animato due comunità laiche, o Gabriella, che si occupa di accoglienza a profughi e senza fissa dimora, o ancora Sara, giovane veterinaria impegnata in una campagna per il diritto al cibo e per il rilancio dell’agricoltura biologica e sostenibile…
 
Il 4 agosto in Italia tutti questi volontari celebreranno la ricorrenza dei 40 anni trasmettendo una testimonianza-flash sulla loro esperienza; in parallelo in Burundi i cooperanti CISV faranno festa con i collaboratori e la gente del posto. Le foto e i contributi dei due paesi saranno postati sul sito CISV <http://www.cisvto.org>  e sulla pagina facebook <https://it-it.facebook.com/cisvto>  del CISV.


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