Non profit

Cinque per mille, mettiamo un punto fermo

Fisco. Le due proposte di legge per stabilizzare il contributo

di Carlo Mazzini

Sono due le proposte di legge con più credenziali che mirano a inserire nel nostro ordinamento il 5 per mille in maniera stabile. Una, presentata nel giugno 2007, è la pdl degli onorevoli Giorgio Benvenuto (Pd) e Giorgio Jannone (FI), supportata e firmata da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. L?altra, ancora in bozza, è un articolato messo a punto da Emergency e a cui ha mostrato interesse il capogruppo del Pd in Lombardia, Umberto Veronesi, prossimo onorevole, che potrebbe farla sua e quindi presentarla in Parlamento.

Tutte e due sono state scritte circa un anno fa, quando si aveva esperienza di una sola edizione della misura fiscale, la prima. Mentre oggi, che siamo alla terza, forse abbiamo imparato qualcosa in più. È possibile migliorare dunque quelle pdl, e in che senso?

Innanzitutto, occorrerà fare chiarezza sulla platea dei beneficiari. In questi tre anni abbiamo visto entrare e uscire i Comuni, le fondazioni, le associazioni sportive (con l?ingresso di queste ultime, tra l?altro, le organizzazioni iscritte agli elenchi potrebbero lievitare fino a 75mila, contro le 28mila del 2006: siamo sicuri che sia un bene?). È ora di capire, mettendolo nero su bianco, chi si vuole premiare attraverso questo innovativo strumento di sussidiarietà fiscale. Non solo: una volta fatta la scelta, bisognerà motivarla, e spiegare perché alcuni enti sono ritenuti meritevoli e altri no, anche perché una volta approvata una legge è difficile modificarla, mentre una Finanziaria che cambia ogni anno lascia più margine di manovra.

Secondo, nella proposta Benvenuto-Jannone si prevede di devolvere – come era stabilito nella Finanziaria per il 2007 – lo 0,5% della raccolta del 5 per mille all?Agenzia per le onlus e alle organizzazioni rappresentative del terzo settore. Ha ancora senso una tale disposizione?

A mio avviso, è utile prevedere un finanziamento per l?Agenzia, e non è peregrino che venga finanziata proprio dal 5 per mille, mentre per quanto riguarda i fondi agli «enti rappresentativi», questi due anni passati a litigare tra chi doveva spartirsi la torta credo diano una chiara indicazione sull?opportunità di non reiterare la norma.

Per quanto riguarda la fase successiva alle dichiarazioni dei redditi, è buona l?idea di Emergency di concedere un mese al fisco per liquidare le somme agli enti (è poco? credo proprio di no), mentre sul fronte della rendicontazione dovrebbe essere incanalata – a mio parere – nel suo alveo naturale, cioè l?art. 20 del dpr 600 del 1973 che già obbliga gli enti non profit a presentare un dettagliato rendiconto economico, soprattutto per le raccolte pubbliche di fondi. In una futura pdl sul 5 per mille potrebbe quindi trovare posto questa norma, senza prevederne una ad hoc; la presentazione del rendiconto potrebbe poi essere prevista – con un termine che appare congruo – entro 4 mesi dalla fine dell?anno successivo a quello in cui si riceve il contributo.

Infine, due provvedimenti fondamentali: eliminare il dpcm che regola le procedure di iscrizione e introdurre una sanatoria per gli errori formali. Le procedure di iscrizione potrebbero essere indicate direttamente nel testo di legge, semplificando la materia, e soprattutto fissandola una volta per tutte, con scadenze e termini certi e la possibilità di aggiornare annualmente i dati; la sanatoria, riservata ovviamente ai soli esclusi per motivi formali dalle annualità 2006 e 2007, è invece assolutamente necessaria visti gli enormi pasticci (uso un eufemismo) combinati dall?amministrazione pubblica nel gestire le prime edizioni del 5 per mille.

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