Non profit

Cinque per mille, meno male che c’è l’intergruppo

I parlamentari hanno ovviato alla mancanza di iniziativa del governo: ora tocca all’esecutivo decidere

di Benedetta Verrini

Il futuro del 5 per mille nella Finanziaria è appeso al destino di un emendamento. Non quello del governo (sul quale sembrano azzerarsi le speranze, viste le ultime dichiarazioni del ministro Paolo Ferrero: «Le organizzazioni non profit non stiano tranquille. Facciano sentire la loro voce, così sarà più facile reinserirlo») ma quello, ancora una volta bipartisan, dell?Intergruppo per la sussidiarietà.

Il testo, che aggiunge alla legge di bilancio l?articolo 200 bis, intitolato «Proroga del 5 per mille sul reddito Irpef», porta le firme dei diessini Ugo Sposetti, Nicola Rossi e Gabriele Albonetti; Ermete Realacci e Nicodemo Oliverio (Margherita); Maurizio Lupi, Luigi Casero e Angelino Alfano (FI); Luca Volontè e Lorenzo Cesa (Udc); Gianni Alemanno e Stefano Saglia (An).

«Dopo che ogni singolo gruppo, in particolare quelli dell?opposizione, ne aveva predisposto uno proprio, abbiamo presentato un emendamento per l?aula promosso dall?Intergruppo per la sussidiarietà», spiega a Vita l?onorevole Maurizio Lupi.

Sì definitivo o nuova proroga

Il suo inserimento nel testo della Finanziaria ora dipende solo dall?agone parlamentare, dal braccio di ferro tra governo e opposizione, che potrebbe facilmente sfociare nel voto di fiducia. «Se sulla legge sarà posta la fiducia, non ci sarà modo di inserire modifiche, salvo un recupero davvero in extremis da parte dello stesso governo nel maxiemendamento», spiega il parlamentare. Più positivo il quadro se sulla Finanziaria non sarà posta la fiducia: «A quel punto l?aula potrà discutere e votare il nostro emendamento, e visto il favore bipartisan che ha già raccolto, sono certo che otterrebbe il via libera».

Il testo della modifica proposta dall?Intergruppo propone al governo una doppia strada: «Confermare in modo strutturale la misura del 5 per mille», continua Lupi, «oppure scegliere una proroga di un altro anno, in attesa di valutare gli esiti e la portata della sperimentazione, e lasciando aperta la strada a quei miglioramenti che potrebbero renderla ancora più efficace».
è stata indicata anche una copertura economica, pari a 300 milioni di euro: cifra molto più vicina alla ?portata minima? stimata dal ministero dell?Economia (270 milioni) che a quella massima (660 milioni di euro), «ma è davvero la copertura più realistica che si possa proporre perché l?emendamento abbia chances di essere approvato», sottolinea Lupi.

Azzerare una libertà

Nel frattempo, sul 5 per mille le contraddizioni regnano sovrane: mentre il Parlamento esprime un sostegno bipartisan e cerca di riparare alla lacuna della Finanziaria, ministri e sottosegretari esprimono il loro favore, ma unicamente a parole (l?ultimo in ordine di tempo è stato il ministro per l?Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha addirittura firmato una petizione per il 5 per mille promossa dai giovani di An).

«Se si tratta di una vera dimenticanza, come è stato affermato, allora l?impegno a riparare sarà mantenuto. Ma se così non fosse, se ci fosse un preciso intento di far venir meno l?esperienza del 5 per mille, allora dovremmo davvero preoccuparci», riflette Lupi. «Perché significherebbe azzerare non solo, e non tanto, una contribuzione economica al non profit, ma un?esperienza di libertà per tutti i cittadini italiani. Una rivoluzione che ha permesso loro di decidere di destinare una parte delle proprie tasse alle realtà del terzo settore di cui maggiormente si fidavano. Non possiamo negare ai cittadini questa libertà di scegliere».

Info sulla discussione in Parlamento: www.camera.it

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.