Non profit

Cinque per mille/ Associazione italiana ricerca cancro

Un successo sorprendente anche per noi gli italiani ci hanno detto: andate avanti...

di Maurizio Regosa

«Strategie mirate non ne abbiamo messe in pratica. La sorpresa per il quasi milione di firme raccolte dalla Fondazione Airc è anche nostra». Il grande exploit lo spiega così, con semplicità, il presidente Piero Serra: «In sintesi direi che il pubblico ha premiato la logica di concentrazione degli sforzi: da sempre Airc è concentrata su una cosa, sostenere la ricerca contro il cancro, e questa determinazione è stata promossa».

In effetti il timore di questa malattia era stato indicato come determinate da un osservatore come Giuseppe De Rita: «Ha vinto la paura del cancro», aveva detto a Vita. E non vi è dubbio che il cancro sia molto presente nella percezione della popolazione: è diminuita la mortalità, ma i casi sono aumentati. «La paura determina scelte anche impulsive, talvolta legate a motivi personali: se in famiglia qualcuno ha avuto questa patologia, si è molto più sensibili. Sicché», prosegue Serra, «è condivisa l?opinione che si possa sconfiggere il cancro solo sostenendo la ricerca. È come se i contribuenti ci avessero detto: andate avanti così, continuate a fare quello che avete sempre fatto». Dunque, la moltitudine di firme a favore di Airc (che pure più di venti anni fa ha inventato la vendita di azalee o di arance come strumento di raccolta fondi) non è il frutto di raffinate operazioni promozionali (si rassegnino i sempre più numerosi strateghi del marketing sociale). «Questo successo non nasce da trucchi di comunicazione, da una ?polverina? sulle cose: nasce dalle cose stesse. Penso che siano stati significativi anche il nostro metodo di raccolta fondi mirato e la meritocrazia che applichiamo nell?erogazione».

«Da questo punto di vista», aggiunge Maurizio Savi, direttore generale di Airc, «non abbiamo fatto massicce campagne né investimenti straordinari. Giusto qualche spot. Ci siamo affidati ai nostri usuali sistemi di comunicazione: un notiziario che raggiunge quasi due milioni di lettori, e il passaparola dei nostri 20mila volontari, che ha avuto una valenza straordinaria, e non solo per noi, trasformandosi in un volano di informazione di cui hanno goduto tutte le realtà non profit. Chi ha fatto più promozione ha lavorato per tutti, come fa Vita, dando voce a chi non ne ha». Le piccole però sono state penalizzate, ha sottolineato il presidente dell?Agenzia per le onlus, Stefano Zamagni, secondo il quale l?indice di concentrazione non è stato un risultato positivo? «Conta di più la grandezza di un?associazione, oppure la dimensione che taluni problemi hanno nell?immaginario collettivo? Il secondo elemento, è chiaro», ribatte Savi. «Trattandosi di ricerca scientifica, è opportuno non disperdere le energie in tanti rivoli. La concentrazione è necessaria per avere maggiore potenza di fuoco. Diverso il caso delle associazioni che svolgono un lavoro sociale: per loro il radicamento territoriale ha implicazioni diverse».


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