Politica

Cinque miliardi in meno per le charities?

Sarebbe questa l'entità del taglio ai finanziamenti deciso dal governo britannico

di Gabriella Meroni

Fino a 5 miliardi e mezzo di sterline. E’ questa la reale portata dei tagli ai finanziamenti al settore non profit britannico decisi dal governo, almeno stando a un rapporto segreto che il partito laburista sostiene di aver potuto leggere. Il ministro ombra della Società civile, Gareth Thomas, che ha reso pubblica la relazione (definita dal governo “fuorviante”), ha dichiarato che è stata scritta da Acevo (Association of Chief Executives of Voluntary Organisations), l’organismo incaricato di gestire il fondo da 100 milioni di sterline istituito dal governo per sostenere le organizzazioni non profit in difficoltà finanziarie. Acevo, dal canto suo, non conferma e non smentisce.

Secondo il rapporto, le 1725 associazioni che si sono rivolte al fondo hanno adovuto affrontare un calo del 45% in media delle loro entrate a causa dei tagli imposti dal governo. In questo anno finanziario – sempre secondo i calcoli di Acevo – le perdite delle organizzazioni in difficoltà sarebbero di oltre 520 milioni; moltiplicando questo dato per il totale del settore non profit si arriva a una cifra che oscilla tra il miliardi e i 5,5 miliardi di sterline.

Il governo ha risposto sottolineando che questi calcoli sono effettuati in base alle organizzazioni che si sono rivolte al fondo salva-enti, ed è quindi improprio estendere la loro situazione a tutto il terzo settore. <<Molte associazioni hanno sovrastimato le perdite derivanti dalle razionalizzazioni>>, ha detto unportavoce, <<perciò questi numeri non sono affidabili>>. <<La maggior aprte delle charities non riceve fondi pubblici>>, ha rilevato ancora il governo, <<mentre secondo il budget varato lo scorso anno il settore non profit riceverà 600 milioni di finanziamenti nel corso della legislatura. E’ sicuramente un momento difficile per il non profit, ed è per questo che abbiamo istituito il fondo, per aiutare le associazioni a gestire la transizione verso uno scenario caratterizzato da minori introiti pubblici e sfruttare le opportunità future offerte dalla big society>>.-.

Secondo il Consiglio Nazionale per le organizzazioni di volontariato (NCVO), il 2011 è stato un “annus horribilis” per il non profit, stretto tra un aumento esponenziale del bisogno, l’esplosione dei e una diminuzione senza precedenti delle entrate.


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