Educazione
Cinque metodi per insegnare la pace a scuola
Li raccontiamo nel numero di VITA magazine in distribuzione questo mese. Un numero pensato per genitori, docenti ed educatori che presenteremo giovedì 20 febbraio in un evento pubblico a Milano. Un numero che gli insegnanti potranno acquistare abbonandosi attraverso la Carta del Docente
di Redazione
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Come scrivono Emanuele Brignoli e Marcello Raimondi nell’inchiesta che apre il numero di VITA magazine “La pace siamo noi” in Italia ci sono circa 700 scuole che adottano specifici percorsi di educazione alla pace. Programmi che si possono definire in base a cinque metodi. Come racconteremo giovedì 20 febbraio nell’evento pubblico (e naturalmente gratuito) di presentazione del magazine in via Ampere a Milano (M2 Piola) ospiti di Avanzi coworking. Con noi ci saranno fra gli altri il presidente di Arci Walter Massa, il vicepresidente di Acli Pierangelo Milesi e lo scrittore e insegnante Enrico Galiano.
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Ricordiamo che da qualche giorno VITA ha attivato la convenzione con la Carta del Docente: gli insegnanti potranno quindi acquistare l’abbonamento a VITA utilizzando questo strumento.
Cinque metodi, dicevano. Vediamo qualche highlight in attesa, per chi potrà e vorrà, di incontrarci giovedì a Milano per discuterne insieme. Il resto lo potete leggere sul magazine.
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Il metodo Montessori non è una metodologia nata specificatamente per “insegnare la pace”, ma può essere un percorso formativo formidabile. Il pedagogista Andrea Lupi, presidente della Fondazione Montessori Italia: se al bambino viene dato il giusto spazio per il suo sviluppo crescerà come un adulto sano: non nevrotico, non narcisista, non portato a prevaricare e a imporsi sugli altri.
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Il metodo “Litigare bene” inventato da Daniele Novara, parte dal presupposto
che i bambini, per tutta l’infanzia, hanno grandi capacità di autoregolarsi nei loro litigi: è un modo per entrare in relazione con l’altro e quindi l’adulto non deve intromettersi.
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Il metodo Rondine si propone come un “percorso” sulla trasformazione creativa dei conflitti, che aiuta a decostruire la logica del nemico e ad attraversare i conflitti in modo generativo, mostrando concretamente come ricucire legami
feriti dall’ostilità e dalla sfiducia.
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Ogni anno si individua una serie di iniziative e interlocutori anche molto diversi fra loro, che ruotano attorno a un “centro di gravità”. Per l’anno scolastico 24/25 è stato individuato in una proposta formativa riassunta nel documento “Immagina. Programma nazionale di Educazione Civica per la formazione di giovani costruttrici e costruttori di pace”.
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Gli strumenti principali sono metodologie didattiche “attive” come per esempio “l’apprendimento cooperativo”, in cui ogni alunno ha un suo ruolo e l’obiettivo si raggiunge solo lavorando insieme. Una delle attività più esemplificative in tal senso è il “Gioco del dialogo in 12 passi”.
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Nella foto: Puzzle-mondo in una scuola Montessori. La pedagogista già negli anni Trenta del secolo scorso considerava «la preparazione della pace attraverso l’educazione l’opera più efficacemente costruttiva contro la guerra
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