Cultura

Cinque libri raccontano la vita fuori e dentro il carcere

Cinque titoli fanno luce sulle ombre che attraverso gli istituti penitenziali: chi ha sbagliato, chi è innocente; chi perdona, chi giudica, chi dà speranza

di Sabina Pignataro

Per la rubrica del venerdì, #LibridiVITA, abbiamo selezionato cinque titoli che raccontano il mondo del carcere. Il primo lo ha scritto don Marco Pozza, cappellano del carcere di massima sicurezza di Padova; il secondo dà la voce alla moglie della guardia giurata Gaetano Montanino e alla sua scelta di abbracciare il 17enne che le uccise il marito. «Tu pensi di avere a che fare con dei mostri, invece sono persone, sono umani, piangono come piangi tu… hanno la tua stessa paura, sanno abbracciare». In “Tasselli di rabbia” il focus sono i ragazzi del circuito penale minorile. Un altro evidenzia l’esperienza dei figli delle donne detenute. E infine, l’ultimo, anche se non recente, è una stupenda storia ambientata nel carcere di Nisida.

Alla fine è sempre all’improvviso
di Marco Pozza
Edizioni San Paolo
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L’autore è un sacerdote, scrittore, personaggio televisivo, giornalista, ma anche Capellano presso il carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” di Padova. Don Marco è convinto che nelle carceri esistono persone non cattive ma che hanno sbagliato o disperate che hanno perso il significato della vita. Sul sito www.sullastradadiemmaus.it raccoglie “Storie di Galera”.

Storia di un abbraccio
Lucia Montanino con Cristina Zagaria
Edizioni Piemme
In libreria dal 3 ottobre
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Una storia vera di criminalità e perdono nel carcere di Nisida.
4 agosto 2009, Napoli. La guardia giurata Gaetano Montanino viene uccisa durante un tentativo di rapina. A quarantacinque anni, lascia la moglie e la figlia piccola. Tra gli assassini c’è Angelo, un diciassettenne che viene condannato a ventidue anni di carcere. Questa è la storia della moglie Lucia, che nel lutto ha trovato spazio per il perdono, fin dal suo primo incontro con Angelo, suggellato con un imprevedibile e struggente abbraccio. Alzo la testa e guardo ogni ragazzo negli occhi. Ognuno di loro potrebbe essere l’assassino di mio marito: «Avete mai abbracciato qualcuno che vi ha tolto il grande amore della vita?».
Perché “tu pensi di avere a che fare con dei mostri, invece sono persone, sono umani, piangono come piangi tu… hanno la tua stessa paura, sanno abbracciare”. È solo attraverso il perdono e un impegno costante che Lucia trova il modo di “riparare” la sua vita e quella di altri, dedicandosi ogni giorno alla costruzione di una società libera dalla violenza.

Tu pensi di avere a che fare con dei mostri, invece sono persone, sono umani, piangono come piangi tu… hanno la tua stessa paura, sanno abbracciare

Lucia Montanino, vedova della guardia giurata Gaetano Montanino

Uscire dal carcere a sei anni. I figli delle detenute tra diritti che confliggono: stare con la madre o essere liberi
di Carla Forcolin
FrancoAngeli editore
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Il carcere non è un luogo dove crescere i bambini. Su questo l’accordo è unanime. Eppure, con l’attuazione della Legge 62/11, nata dalle migliori intenzioni, l’indiretta detenzione dei bambini che accompagnano le madri in carcere è stata raddoppiata nel tempo: prima della legge i bambini uscivano dal carcere a tre anni, ora a sei. Inoltre, quando i figli escono dal carcere, spesso la madre deve proseguire la detenzione e per i bambini, che subiscono quella separazione che si sperava di evitare, è necessario trovare una nuova collocazione: con il padre, con i parenti, in affidamento etero-familiare o in una casa famiglia. Circa dieci anni fa, il legislatore ha cercato di evitare il carcere ai bambini attraverso la creazione degli Istituti a Custodia Attenuata per Madri (ICAM) nei quali possono vivere i piccoli con le madri in custodia attenuata. Qui le stanze sono più belle, ma non ce ne si può allontanare insieme alla mamma; i blindi sono stati sostituiti da porte robuste, ma rimangono invalicabili; le agenti sono senza divisa, ma danno ordini alle detenute-madri sotto gli occhi dei figli. I bambini non si lasciano ingannare circa la natura di questi luoghi perché qualsiasi istituto rimane carcere finché è un luogo in cui si è privati della libertà. I bambini dunque non possono trascorrervi tutta la prima infanzia, se non si vuole rovinare la loro vita.

Il libro va contro corrente sia nell’analisi della situazione attuale, sia nelle proposte per ridurre al minimo la sofferenza dei figli delle detenute.

Tasselli di rabbia: I giovani e la violenza diffusa: una ricerca tra i ragazzi del circuito penale minorile
A cura di Salvatore Inguì con i contributi di Daniele Catalano, Martino Lo Cascio, Adriana Ragusa, Alessandro Votino
PM Edizioni
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La violenza sembra essere il linguaggio più in uso tra i giovani. La cronaca ci riporta episodi gravissimi di aggressioni e pestaggi tra i ragazzi. Perché tanta violenza? Perché tanta rabbia? Davvero la violenza è l’elemento che caratterizza le nuove generazioni?
Una ricerca condotta dagli operatori dell’USSM di Palermo, in collaborazione con il DSS42 dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, analizza il fenomeno relativamente alla Sicilia occidentale, indaga sulle cause possibili, suggerisce ipotesi di interventi di prevenzione e di trattamento ma, soprattutto, intende promuovere un dibattito utile alla individuazione ed alla messa in atto di politiche sociali, finalmente, adeguate ed efficaci.



Almarina
di Valeria Parrella
Einaudi
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Non è nuovo. Ma è troppo bello.
Esiste un’isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull’acqua, ed è lì che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l’altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze».


Qui tutte le uscite della rubrica #LibridiVITA

7 libri raccontano anoressia e bulimia
https://www.vita.it/7-libri-raccontano-anoressia-e-bulimia/

È il lavoro, bellezza. O è la vita? 8 libri provano a rispondere
https://www.vita.it/e-il-lavoro-bellezza-o-e-la-vita-7-libri-provano-a-rispondere/

Lo sport alimenta i sogni dei ragazzi: lo raccontano questi libri
https://www.vita.it/lo-sport-alimenta-i-sogni-dei-ragazzi-lo-raccontano-questi-libri/

A scuola di filantropia
https://www.vita.it/a-scuola-di-filantropia/

Una scuola da rifare
https://www.vita.it/una-scuola-da-rifare/

Dieci libri per parlare di adozioni. Cosa forma una famiglia?
https://www.vita.it/dieci-libri-per-parlare-di-adozioni-cosa-forma-una-famiglia/

Evviva i padri che inciampano. E ripartono
https://www.vita.it/evviva-i-padri-che-inciampano-e-ripartono/

Libri che tolgono la polvere dalle donne
https://www.vita.it/libri-che-tolgono-la-polvere-dalle-donne/

Nel Mediterraneo la vita la cerchi, la perdi o la trovi. Lo raccontano questi libri
https://www.vita.it/nel-mediterraneo-la-vita-la-cerchi-la-perdi-o-la-trovi-lo-raccontano-questi-libri/

Ucraina un anno dopo: i libri per non dimenticare
https://www.vita.it/ucraina-un-anno-dopo-i-libri-per-non-dimenticare/

Ucraina, i libri che aiutano a comprendere l’incomprensibile
https://www.vita.it/ucraina-i-libri-che-aiutano-a-comprendere-lincomprensibile/

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