La scuola che cambia

Cinque idee per scegliere l’innovazione in classe

In questi giorni i ragazzi e le famiglie sono chiamati a scegliere la scuola a cui iscriversi per il prossimo anno scolastico. Fino al 10 febbraio, infatti, è attiva la piattaforma unica messa a disposizione dal ministero dell'Istruzione per le iscrizioni. Ma come scegliere quella più adatta ai nostri figli? VITA ha avviato un viaggio nel mondo delle sperimentazioni scolastiche italiane per aiutare le famiglie a orientarsi tra metodo Montessori, modelli Dada e Finlandese, progetto Wiki school e una proposta non sperimentale ma fortemente innovativa come la Scuola delle Idee, media inferiore paritaria, della Fondazione Golinelli

di Rossana Certini

Dopo due mesi di open day, organizzati dalle scuole per presentare alle famiglie la propria offerta formativa, è giunto il tempo della scelta. Fino al 10 febbraio, infatti, è attiva la piattaforma messa a disposizione dal ministero dell’Istruzione e del Merito per le iscrizioni scolastiche.

Per aiutare le famiglie a orientarsi nella scelta VITA ha condotto un viaggio nelle principali sperimentazioni scolastiche italiane: dal metodo Montessori, la cui sperimentazione alla secondaria di primo grado si conclude il prossimo giugno, ai modelli Dada e Finlandese fino al progetto Wiki School e Scuole delle idee di Fondazione Golinelli (scuola media inferiore paritaria di recente istituzione, fuori dalla sperimentazione ma di grande approccio innovativo, ndr), con cui si concluderà questo racconto.

La prima domanda che ci siamo posti è stata: come dovrebbe essere la scuola del futuro? A rispondere, nel pezzo La scuola che non innova? È già bocciata, è Cristina Grieco, presidente dell’Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educazione – Indire: «la scuola del futuro dovrà essere sicuramente in grado di formare cittadini capaci di gestire la complessità della nostra società», e aggiunge, «nella scelta della scuola è importante prendere in considerazione non solo la proposta disciplinare ma anche la capacità della scuola di seguire l’evoluzione degli studenti a tutto tondo».

La mappa delle sperimentazioni raccolta da VITA nel pezzo La scuola che non innova?È già bocciata è molto articolata e, come spiega Maria Rosa Silvestro, dirigente del ministero dell’Istruzione e del merito, «attualmente le sperimentazioni nelle scuole italiane sono possibili grazie al Decreto del Presidente della Repubblica 275 del 1999 che regolamenta le autonomia delle istituzioni scolastiche. L’art. 11 prevede la possibilità per il ministero, per le singole scuole o per una rete di scuole di effettuare delle sperimentazioni per un certo numero di anni a conclusione dei quali questi nuovi metodi possono essere portati a ordinamento. Mentre l’art 6 consente alle scuole di attuare delle modalità organizzative diverse. Ma in questo caso non c’è un decreto del Ministero che autorizza e monitora la sperimentazione. Sono gli organi collegiali della singola scuola che prendono in carico le attività innovative e le esplicitano nel Piano dell’offerta formativa della scuola».

Secondo i dati forniti dal ministero, a oggi in Italia, sono sette le sperimentazioni avviate secondo l’art. 11 del Dpr 275 da reti di scuole di primo e secondo ciclo. Tra queste c’è quella ispirata ai principi del metodo Montessori per le classi di secondaria di primo in corso in 26 istituti comprensivi distribuiti tra Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Sardegna.

Milena Piscozzo, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano, in Chi ha detto che il metodo Montessori è solo per i bambini? anticipa a VITA gli esiti dell’esperienza che si concluderà a giugno di quest’anno e dice: «la speranza è che il metodo possa entrare di diritto nell’ordinamento delle secondarie di primo grado».

Compie, invece, dieci anni il modello Dada, centrato sulla caratterizzazione di ogni spazio che consente di passare dall’aula asettica all’ambiente di apprendimento. Al cambio d’ora sono gli studenti a spostarsi. «Più di cento le scuole che lo hanno scelto», dice Ottavio Fattorini, co-fondatore. E sottolinea: «il Dada è un movimento che parte dal basso, non è ministeriale e, per scelta di noi fondatori, non aderisce neanche al manifesto delle Avanguardie educative, il progetto nato dall’iniziativa autonoma di Indire. Per attivare il metodo abbiamo utilizzato l’art. 6 del Dpr 275 del 1999 che offre alle scuole autonomie, sperimentazioni didattiche e organizzative».

La compattazione dell’orario è il segreto del modello finlandese – Mof. Invece di un tre o quattro materie ogni giorno si mettono insieme le ore della stessa disciplina. Antonella Accili, dirigente scolastica a Urbania e ideatrice del modello Mof, oggi utilizzato in via sperimentale da un centinaio di istituti italiani, spiega: «questa impostazione riduce lo stress dovuto allo studio quotidiano di più materie, al fatto di dover sostenere più interrogazioni nella stessa giornata e di svolgere molti compiti a casa», L’ Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa – Indire, dopo un’analisi e una valutazione dell’esperienza Mof, ha designato l’istituto Della Rovere di Urbania, diretto da Antonella Accili, capofila dell’idea “Uso flessibile del tempo (Compattazione)” delle Avanguardie educative, il movimento d’innovazione che mira a creare una rete di scuole impegnate a superare limiti e inerzie a livello didattico, strutturale e organizzativo in una società della conoscenza in continuo divenire.

Nel segno di Wiki

A Genova, Firenze e Milano si sperimenta il progetto Wiki-school. Il principio è lo stesso di wikipedia: creare ambienti di apprendimento condivisi e un curricolo verticale in cui docenti e studenti si muovono con naturalezza dalla scuola dell’infanzia in sù. Il metodo sperimentale trae ispirazione dalle Teacher training schools del sistema scolastico finlandese e dal parco scientifico tecnologico “Kilometro rosso” di Bergamo, che ospita aziende, centri di ricerca e laboratori. Ogni scuola struttura autonomamente degli ambienti di apprendimento innovativi ed efficaci, facendo tesoro delle esperienze pregresse e utilizzando nuove forme organizzative e tecnologie. Adotta inoltre scelte strategiche nella definizione del tempo scuola e per la creazione di ambienti idonei allo sviluppo della professionalità docente. Carmela Taibi, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Nazario Sauro, di cui fa parte la scuola secondaria di primo grado Rinascita Livi, che sta sperimentando il metodo, racconta a VITA come il metodo può essere messo in pratica

La Scuola delle idee: Steam fin dalle medie

A Bologna due anni fa è nata la prima scuola italiana secondaria di primo grado Steam, acronimo di Science technology engineering art mathematics, un metodo di apprendimento interdisciplinare sviluppato negli Stati Uniti con l’obiettivo di avvicinare gli studenti, di ogni provenienza sociale, alle discipline matematiche e scientifiche. Una paritaria, riconosciuta con Decreto direttoriale numero 424 del 14 giugno 2022, che raccoglie e valorizza l’esperienza trentennale nella didattica innovativa e nelle scienze di Fondazione Golinelli.

La Scuola delle Idee, questo il suo nome, dall’anno scolastico 2022-2023 trova spazio nell’Opificio di via Paolo Nanni Costa 14, cuore dell’ecosistema della fondazione voluta, nel 1998, dal cavaliere Marino Golinelli. Eugenia Ferrara, vicedirettrice della fondazione racconta a VITA le principali caratteristiche della scuola


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