Cultura

Cinque cristiani uccisi dal Laskar Jihad Jakarta

Nuovi attacchi sui cristiani in Indonesia. Nelle Molucche, nell'isola di Sulawesi, a Giava si registrano episodi di violenza anti-cristiana che hanno fatto almeno cinque morti.

di Redazione

Fonti locali di Fides informano che nel mese di ottobre nell’area di Poso,
città nel centro dell’isola di Sulawesi (Est Indonesia), gruppi di
guerriglieri islamici hanno attaccato villaggi cristiani, invocando la
guerra santa. Autobus che trasportavano cristiani sono stati assaltati con
bombe e armi automatiche. Un giovane cristiano trovato su un autobus è
stato ucciso. Una vera caccia all’uomo si è scatenata contro i cristiani,
costretti alla fuga.
Sempre sull’isola di Sulawesi, durante l’ultima settimana di ottobre,
studenti musulmani hanno bloccato i mezzi pubblici nella città meridionale di Makassar (Ujungpandang), e picchiato selvaggiamente sei giovani cristiani. Secondo le fonti di Fides, è oltremodo rischioso avere oggi a Makassar una carta di identità con l’indicazione “cristiano”.
Anche nell’isola di Giava, si sono verificati episodi di intolleranza: il
26 ottobre la chiesa battista del villaggio di Tulung, nell’Est dell’isola,
è stata bruciata e rasa al suolo. La chiesa era stata costruita nel 1987
con il consenso dei leader del villaggio.
Ma la situazione più grave è quella dell’arcipelago delle Molucche, dove è
in corso un faticoso processo di riconciliazione dopo gli scontri
etnico-religiosi dei due anni scorsi. Dopo mesi di calma, tre cristiani
sono stati uccisi nell’isola di Buru, Molucche Ovest. Alle 7 del mattino
del 1° novembre una milizia islamica armata formata da centinaia di
persone, ha assaltato il villaggio a maggioranza cristiana di Waimulang.
Nell’attacco quattro abitanti del villaggio sono rimasti uccisi, mentre
mancano ancora all’appello 13 ufficiali dell’esercito di stanza nel
villaggio, presi prigionieri durante l’attacco. I miliziani hanno distrutto
almeno 350 case e oltre mille residenti sono fuggiti nella foresta per
mettersi in salvo.
Secondo l’organizzazione Christian Solidarity Worldwide (CSW), nei giorni
precedenti l’attacco, il leader dell’organizzazione fondamentalista Laskar
Jihad, Jafar Umar Thalib, veterano afgano che nega ogni legame con Bin
Laden, ha viaggiato liberamente nella regione predicando la violenza,
incitando ad aggredire i cristiani, chiedendo l’introduzione della legge
islamica. In un discorso radiotrasmesso, pronunciato il 23 ottobre nella
moschea di “Al Fatah”, la più grande delle Molucche, il leader ha
condannato i musulmani che sostengono la riconciliazione, annunciando la continuazione della guerra fino all’Id-al-fitr, festa che chiude il Ramadan.
Il Laskar Jihad è un organizzazione con oltre 10.000 adepti, responsabile
dei massacri avvenuti nelle Molucche dal gennaio 1999, che hanno causato circa 15.000 vittime. Secondo molti osservatori, i motivi originari degli scontri sono di carattere etnico-politco. Frange dell’esercito hanno
fomentato la violenza religiosa. CSW, temendo ulteriori aggressioni durante il Ramadan, chiede alle autorità indonesiane l’arresto di quanti incitano alla violenza.
In un accorato appello inviato a Fides, alcuni cristiani indonesiani
scrivono: “Preghiamo per i cristiani di Indonesia. Preghiamo per la loro
fede durante gli attacchi e per quanti subiscono la tentazione di
nascondere la loro identità di fedeli a Cristo. Preghiamo per il mondo
perché prenda provvedimenti contro la persecuzione, dovunque essa accade”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.