Non profit

Cinque consorzi Cgm in rete per il welfare e l’innovazione al servizio dei cittadini

di Redazione

Iconsorzi emiliano romagnoli della rete Cgm (Solco Insieme di Bologna, Solco Imola, Css di Forlì-Cesena, Oscar Romero di Reggio Emilia, Solco Piacenza) da anni si adoperano per diffondere, in un territorio con una forte tradizione di modelli cooperativi basati sulla produzione lavoro, un’idea diversa del fare cooperazione: un modello di welfare fondato sulle reti, sulla partecipazione diretta della cittadinanza e sulla connessione tra esperienze già in essere come motore per lo sviluppo della società civile.
Questo modello ha fatto negli ultimi anni sempre più strada, ed è così che questi cinque consorzi a gennaio hanno costituto W.INN.E.R. (Welfare Innovazione Emilia Romagna), che si propone, come ci racconta il presidente Luca Dal Pozzo, di produrre servizi per il welfare e l’innovazione in Emilia Romagna.

Vita:Com’è nata la decisione di fondare W.INN.E.R.?
Luca Dal Pozzo:L’idea è nata all’interno del polo emiliano-romagnolo di Cgm. È un percorso che dura già da due anni, ed è scaturito dall’esigenza di avere un soggetto che legasse i consorzi dell’area Cgm, ma non solo, sulle tematiche di sostegno sussidiario alle nostre realtà, e che riuscisse a portare avanti attività imprenditoriali su livello regionale, specie sui temi dell’innovazione, considerando anche la sempre maggiore rilevanza delle dinamiche regionali all’interno del nostro Paese.

Vita:Perché lavorare uniti come W.INN.E.R. può fare la differenza?
Dal Pozzo:In primo luogo per mettere in rete le eccellenze, per far sì che casi di successo territoriali diventino patrimonio regionale. In secondo luogo, per mobilitare maggiori investimenti su progettualità di dimensione più vasta: agire insieme qualifica maggiormente l’intervento, permette anche a consorzi più deboli di intraprendere determinate iniziative.

Vita:Avete già registrato dei primi risultati visibili?
Dal Pozzo:Già in questi primi mesi, dall’entusiasmo del mettersi insieme, del creare una rete, è scaturito un miglioramento ed un’intensificazione degli scambi. Abbiamo notato un maggior flusso di informazioni dovuto al fatto stesso di aver costituito W.INN.E.R., e già la condivisione delle informazioni è di per sé un meccanismo di solidificazione.

Vita:Quali sono gli obiettivi a medio-lungo termine?
Dal Pozzo:Come già dicevo, innanzitutto puntiamo a mettere a valore le eccellenze presenti sui diversi territori. In secondo luogo, ci proponiamo un obiettivo di presidio sulle attività regionali, sia delle cooperative A che delle cooperative B, sui bandi e non solo, veicolando e segnalando opportunità sul livello regionale o pluriprovinciale che rischiano altrimenti di non essere colte, dato che spesso i consorzi si concentrano prevalentemente sul loro territorio. Infine, come dice il nome stesso, l’innovazione.

Vita:La vostra è una sfida ambiziosa?
Dal Pozzo:Certamente. Il nostro obiettivo è riuscire ad aiutare i territori a fare, in rete, welfare sussidiario. Non il welfare di erogazione di servizi per conto delle pubbliche amministrazioni, ma vero e proprio welfare di prossimità: è possibile? Secondo noi sì: esiste già nelle nostre realtà, ora lo abbiamo messo in rete, e puntiamo a diventare un soggetto di rilevanza regionale per le politiche di welfare del nostro territorio.

Vita:W.INN.E.R. è composta ora da cinque consorzi: prevedete l’ingresso di altre realtà?
Dal Pozzo:In questo momento siamo già in una fase di osservazione di altre realtà, per ora tre, esterne alla rete Cgm, in altri territori diversi da quelli coperti ora dai cinque consorzi fondatori.

Vita:A dicembre si terrà proprio in Emilia-Romagna la terza tappa di Condividere il Cuore, un tour in 6 tappe in tutta Italia del gruppo cooperativo Cgm, che ha l’obiettivo di avvicinare le persone, raccontare con i linguaggi più diversi la cooperazione sociale nelle nostre città. Cosa vi aspettate?
Dal Pozzo:Vogliamo riuscire, tramite l’iniziativa Condividere il Cuore, a creare un momento in cui quello che abbiamo fatto finora, e quello che abbiamo messo a sistema, venga comunicato anche all’esterno, ai cittadini, alla gente, alle istituzioni. La nostra sfida attualmente è riuscire a comunicarlo non come sommatoria di singoli territori, ma come realtà coesa che lavora insieme per un modello di welfare di prossimità in Emilia-Romagna.

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