Formazione

Cinema. Tre grandi registi scandagliano il viaggio della vita. Un biglietto per tre

di Abbas Kiarostami, Ken Loach, Ermanno Olmi con Valeria Bruni Tedeschi (di Andrea Leone).

di Redazione

Abbas Kiarostami ha avuto l?idea iniziale: girare un documentario insieme a due registi che non conosceva personalmente ma di cui stimava da tempo il lavoro: Ermanno Olmi e Ken Loach. Il maestro italiano e il maestro inglese hanno accettato e il risultato è Tickets, film a episodi che si svolge interamente su un treno, durante un viaggio attraverso il vecchio continente da Nord a Sud, il tutto nel ripudio del cinema spettacolo e all?insegna di una tenace, puntuale attenzione al vero. Ermanno Olmi ci propone la storia di un vecchio scienziato in viaggio dalla Germania verso l?Italia, reduce dall?incontro con una bella ed algida assistente. Innamorato in modo platonico della donna, in treno il professore (interpretato da un intenso Carlo Delle Piane) si propone di scriverle una lettera, quando involontariamente viene alla luce la struggente memoria del suo lontano primo amore. Attraverso delle bellissime immagini Olmi ci fa assistere al miracolo proustiano del presente che si fonde con il passato. Nel secondo episodio, quello del regista iraniano, la dispotica e rude vedova di un militare vessa il suo giovane accompagnatore in servizio civile. Tra senso del grottesco e critica al potere, Kiarostami sembra ispirarsi a un certo neorealismo italiano, mentre Loach fa incontrare una famiglia di emigranti albanesi con un gruppo di giovani tifosi di calcio in trasferta a Roma. Il cinema verità di Loach questa volta inscena una guerra tra poveri, ma la sua vena populistica e pedagogica esplode in un finale di dubbio gusto. Ognuno dei tre episodi reca inconfondibile la cifra stilistica dell?autore: lirico e intimista Olmi, ironico e dissacratorio Kiarostami, asciutto e documentaristico Loach. Purtroppo Tickets soffre del vizio di fondo della maggior parte dei film a episodi: tre storie che presentano spunti assai ricchi vengono solo abbozzate; sviluppate singolarmente e dotate di una architettura più solida avrebbero costituito opere importanti nella filmografia degli autori. Nonostante il livello artistico non del tutto adeguato, l?allegoria del treno si imprime nella memoria: il viaggio esistenziale dalla gioventù alla vecchiaia, il tragitto da Nord a Sud, dalla vecchia Europa alla nuova, dalla povertà alla speranza del riscatto sociale; mentre i biglietti cui fa riferimento il titolo possono essere visti come la quantità di tempo, volontà e destino concessa a tutti i viaggiatori.

Andrea Leone


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