Non profit

Cinema sotto le stelle

Le arene estive ripropongono le pellicole della stagione passata. Ecco una guida ragionata

di Maurizio Regosa

Rieccoci a Ferragosto. Coi suoi riti e i suoi ritmi. E soprattutto le sue pause, nelle cui pieghe, oltre a una buona lettura, potremo infilare anche un buon film. Certo d’estate la programmazione lascia un po’ a desiderare: molte sale vuote, poche se non pochissime prime visioni. Per fortuna c’è il circuito del cinema sotto le stelle. Parchi cittadini, ville al mare, piazze di montagne si addobbano come grandi cinema all’aperto e parte l’operazione recupero. Ecco un breve prontuario (per decidere se un film vi garba o meno…).

Gli amici del Bar Margherita. I suoi detrattori diranno che è il “solito” Pupi Avati. Ma quelli che lo amano, le differenze le vedono eccome.   

La banda Baader Meinhof.  Il terrorismo in Germania. I suoi dogmi. Le sue colpe. Com’è nato il movimento degli anni di piombo e di dolore.  

Coraline e la porta magica. Un po’ sopravvalutato, parte in salita e faticosamente. Nel secondo tempo si riscatta e appassiona di più. L’animazione va benissimo comunque per una serata da sogno.

Ex. Commedia all’italiana (in salsa modernista). Che fine fanno i partner quando scendono dal piedistallo ed entrano nell’armadio degli scheletri? Se la domanda vi intriga, è il film che fa per voi.

Il dubbio. Una pièce portata sullo schermo da due grandissimi: Merryl Streep e  Philip Seymour Hoffman. Lui è un parroco innovatore ma lievemente ambiguo. Lei una suora rigorosa ma non sciocca.

Fuori menù. Maxi è uno chef gay alle prese con le sue due famiglie. I figli del passato etero. I collaboratori del ristorante di oggi. Un po’ di equivoci, molta leggerezza. Che non fa male.

Generazione mille euro. Mille, ok. Ma non tutti i mesi. Perché come dice San Precario bisogna essere sobri e non pretendere la luna. Scherziamo, naturalmente…

Harry Potter e il principe mezzosangue. Una rara uscita estiva. I maghi e i babbani di sempre, con i toni più scuri dell’intera saga. Intanto i protagonisti crescono e le mamme imbiancano….

I love radio rock. Commedia brillante che ci riporta agli anni 60, alla nascita delle radio private (siamo in Gran Bretagna) e alla voglia di una nuova libertà.

Louise Michel. Ovvero il padrone che se lo merita va punito. Attuale. Graffiante. Cattivo. Se non l’avete visto e se il brividino sociale vi piace, fa proprio per voi. Da gustare in compagnia.

Mamma mia! Lo so: è un consiglio scontato. Ma è un musical perfettamente estivo e allegro (e Merryl è superlativa). Se preferite alla “m” potete anche piazzare Milk, gay-movie sul primo politico americano che ha fatto outing.

Una notte al museo 2: la fuga. Normalmente i sequel sono deludenti. Questo no. Declina bene le esigenze del racconto infinito con quelle dello spettatore che vuole divertirsi.

Orfanage. Ovvero tre ingredienti tre (il passato, la casa, i fantasmi), ma assai ben rimescolati. Una goduria per chi apprezza la forza del montaggio e i dettagli cinefili che però fanno trendy.

Parigi. Melo-drammone d’altri tempi. Tutto ruota attorno alla capitale francese, ai suoi abitanti. Qualcuno arriva. Altri stanno male. Insieme ci si può sentire meglio. Ecumenico.

Questione di cuore. Bravissima Francesca Archibugi. Fa sorridere e commuovere, raccontando l’amicizia improbabile ma verosimile tra uno sceneggiatore e un meccanico.

Revolutionary Road. Questo lo raccomando a chi ritiene che gli anni Cinquanta siano un’età memorabile. Da ricordare sì. Ma per il bigotto conformismo. Bravi Leo di Caprio e Kate Winslet.

Solo un padre. Giovane padre vedovo alle prese con la bebè. Delicata pellicola tratta da un romanzo di Nick Earls  il cui titolo è un programma: Le avventure semiserie di un ragazzo padre.

The reader. A voce alta. Una storia d’amore complessa che intreccia molti temi (la guerra, le colpe, i silenzi). Siamo nella Berlino est del 1958. E nulla è quel che sembra.  

Uomini che odiano le donne. Il caso cinematografico dell’anno. Duro. Investigativo. Sociale. Il tutto rispettando i canoni del thriller e della spy- story.

Vincere. Quando il potere (e il testosterone) dà alla testa. Il duce cattivo e la sua prima moglie tenace quante altre mai. Una storia vera diretta da un maestro del cinema. Marco Bellocchio.

The Wrestler. Ancora continua a battersi sullo schermo l’ex campione interpretato da  Mickey Rourke. La sua è una parabola mirabolante e sanguinaria destinata a ripetersi e ripetersi…

Yes man. Jim Carrey è una straordinaria maschera. Rende credibile ogni copione. Questo non sarà impeccabile né super-intelligente ma regge.

 

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