Welfare

Cinema sociale: è boom del tema del lavoro

Tra new economy e globalizzazione, gli autori riflettono su questo argomento in passato poco presente al cinema

di Gabriella Meroni

Disoccupati, flessibilizzati, discriminati sul lavoro perché omosessuali, in cerca di primo impiego o di un lavoro part time. Sono i protagonisti tra cinema e fiction di un’onda lunga sul tema del lavoro che comincia dall’ultimo Ken Loach (‘Paul, Mick e gli altrì) e finisce su Raiuno con la serie “Cerco lavoro”, in onda a gennaio. Mentre il tema del lavoro al tempo della new economy e della globalizzazione è oggetto di indagini e riflessioni per le ricadute pratiche sul mondo del lavoro, il cinema e persino la tv sembrano appropriarsi in questo periodo argomenti solitamente tabù, difficili da affrontare sperando in un certo seguito di pubblico. Il registro non è solo drammatico: nell”Apparenza ingannà con Daniel Auteil diretto da Francis Veber, in uscita a giorni in Italia, si spera in un bis della ‘Cena dei cretini’ e si utilizzano i toni della commedia e della comicità. Laurent Cantet in ‘A tempo pieno’ racconta una storia triste e paradossale: una dirigente d’azienda che, dopo essere stato licenziato, inventa per la famiglia un nuovo inesistente impiego. Per la fiction, oltre a ‘Cerco lavoro’, andrà in onda su Raiuno la miniserie ‘Part time’.


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