Cultura
Cinema. Lultimo film del grande regista inglese. Loach senza bandiera
di Ken Loach, con Atta Yaqub ed Eva Birthistle (di Maurizio Regosa).
di Redazione
Altro che cattivi o buoni maestri. L?alternativa oggi – cinematograficamente parlando e in epoca di latitanza dei maestri veri – è fra i registi che creano delle abitudini e quelli che le combattono. I primi, più seduttori, sono disposti a ripetersi per non perdere il loro pubblico (un esempio? Il Woody Allen del garbatamente noioso Melinda e Melinda).
I secondi, più curiosi e rari, viceversa si ?divertono? a spiazzare i seguaci, realizzando opere che questi ultimi, almeno inizialmente, non sanno collocare nella filmografia dei loro beniamini. In questa lista, compare l?autorevole Ken Loach.
Cosa di più lontano di una storia sentimentale e il combattivo, sanguigno regista di Riff Raff e Piovono pietre? Negli orribili anni 80 come nei non migliori 90 il nome di questo regista era immediatamente sinonimo di impegno, coscienza critica. Se l?amore faceva capolino in un suo film, appariva con un pudore quasi militante, sempre in qualche modo funzionale a una sceneggiatura che raccontava altro (un titolo per tutti: Terra e libertà).
Si capisce perciò come l?ultima pellicola di Loach, Un bacio appassionato – ambientata a Glasgow e che descrive la nascita del complicato (ma non originalissimo) amore fra Roisin, una ragazza inglese, cattolica, e Casim, un pakistano, musulmano, di seconda generazione – abbia deluso quanti si aspettavano un film sventolante convinzioni politiche radicali e certezze morali cristalline.
In fatto di cuore, anche il rigoroso Loach sa bene che siamo tutti dilettanti e che nessuno può dirsi irreprensibile: non la ragazza coi suoi egoismi, la sua solitudine modernamente inglese; non Casim, uomo-bambino, legato a filo doppio alla comunità alla quale appartiene. Sono obbligatorie perciò le ombre accanto alle luci (entrambe sostenute da rara maestria registica capace di far apparire casuali e semplici, inquadrature e scene di grande forza emotiva).
Non si creda però che il regista si sia dato interamente e semplicisticamente all?amore. Che invece è accompagnato da altri, rilevanti aspetti. Il tema religioso (fra radicalismo, vissuto personale e istituzionalizzazione) si affianca al ripensamento del valore e del ruolo della comunità (seguendo Bauman che ha sottolineato il rischio di chiudersi in essa), a un nuovo esame del diritto dell?individuo al cospetto della famiglia (che organizza matrimoni a distanza) e della rete sociale di appartenenza.
Maurizio Regosa
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