Formazione

Cinema: i genitori contro Apocalypto

Riceviamo e pubblichiamo

di Redazione


Le tre Associazioni, AGE ? AGESC ? CGD, a cui appartengono i rappresentanti dei genitori membri delle Commissioni di Revisione Cinematografica, Sezione Cinema, denunciano l?ennesimo episodio di indifferenza verso la tutela dei minori con l?uscita dell?ultimo film di Mel Gibson, Apocalypto con la qualifica ?per tutti? malgrado le ripetute e forti scene di violenza che infarciscono la narrazione filmica.

L?episodio di ?Apocalypto? evidenzia quale scarso peso abbia il parere dei due rappresentanti di genitori di fronte agli interessi dell?industria cinematografica. Molte le irregolarità che sono alla base di risultati che lasciano interdetta l?opinione pubblica. La composizione delle suddette Commissioni è di grave squilibrio numerico nei confronti della rappresentanza dei genitori, ridotti a due dai quattro previsti dalla precedente normativa. Tale condizione non permette ai genitori, al momento della valutazione del film assegnato alla sezione della commissione, di assolvere al loro compito di tutela dei minori. La Commissione ha come scopo peculiare non quello della valutazione del valore artistico del film, ma quello di tutelare i minori da immagini violente che possano turbare la loro sensibilità e dare indicazioni alle famiglie sulla fruibilità dell?opera. Lontani anni luce dal concetto di ?censura?, la visione preventiva del film, atta ad ottenere il nulla osta per le sale, è l?unico strumento per segnalare il target di un film, per tutti, o solo per maggiori di 14 o 18 anni, come recita la normativa vigente.

Nella lacunosa gestione di nomine a lungo ricusate o di commissioni inattive da mesi a causa delle dimissioni del presidente, le associazioni di genitori AGE, AGESC e CGD ritengono di estrema gravità la scelta di aver fatto visionare e valutare un film come Apocalypto, recensito in più parti del mondo come molto violento, ad una Commissione in assenza dello psicologo designato. Un film ?per tutti? può andare in onda in televisione in prima serata (come previsto dalla legge Mammì): ecco un?altra buona ragione per non far cadere nel silenzio episodi come questo, pur nel rammarico di creare inevitabilmente un?eco pubblicitaria che tale film certamente non merita.

Nel denunciare che più di una Commissione manca della figura dello psicologo, che alcune nomine sono vacanti da oltre un anno, creando pericolosi ricaschi sul quorum votante, che alcune commissioni sono ferme da mesi, AGE, AGESC e CGD chiedono urgentemente di potersi incontrare col ministro dei Beni Culturali e dello Spettacolo Francesco Rutelli a cui tanto sta a cuore il futuro del cinema italiano e, ne siamo certi, il rispetto dei diritti dell?infanzia, troppo spesso succube di immagini e di una cultura della violenza.


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