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Cinema: al Sundance Festival, premi ai film verit
Il film 'American Splendor' e il documentario 'Capturing the Friedmans' hanno vinto al Sundance Film Festival, apprezzata: 'Angela', film di Roberta Torre
di Paola Mattei
Il film ‘American Splendor’ e il documentario ‘Capturing the Friedmans’ hanno vinto i premi piu’ importanti al Sundance Film Festival, la massima rassegna del cinema indipendente americano, organizzata a Park City, nello Utah. Entrambe le opere premiate sono un intreccio di riprese tradizionalmente ‘recitate’ e di immagini verità. E’ un filone in cui s’inserisce anche un’opera italiana presentata, che, pur senza essere premiata, e’ stata apprezzata: ‘Angela’, un lavoro di Roberta Torre, che racconta la mafia e Palermo con gli occhi della donna e che ha momenti di grande intensita’ e di forte realta’. Creato e animato da Robert Redford, dal cui personaggio nel film ‘Butch Cassidy and the Sundance Kid’ trae il nome, il festival di Park City ha acquisito grande rilievo negli ultimi anni. E, cosi’, accanto ai cineasti esordienti e sconosciuti e agli attori stile ‘saranno famosi’, si vedono ormai personaggi famosi, come, quest’anno, Ben Affleck, Britney Spears e molti altri. Dal Sundance Festival sono usciti film di grande successo, come ‘Memento’, che sono valse ai loro autori e protagonisti riconoscimenti di maggiore risonanza (oltre che buoni incassi ai botteghini internazionali). ‘American Splendor’ racconta la vita del comico Harvey Pekar con un originale mix di scene interpretate da attori, di videonastri girati dall’artista protagonista e anche ii disegni animati. Il documentario ‘Capturing the Friedmans’, che racconta la vita di una famiglia benestante dopo l’arresto del padre e del figlio, usa lo stesso mix di scene riprese da una troupe e di filmini di famiglia. Padre e figlio finiscono in carcere con l’accusa di molestie a minori. I premi del pubblico sono andati al film ‘The Station Agent’ e al documentario ‘My Flesh and Blood’. Fra i cortometraggi, e’ stato scelto ‘Terminal Bar’. Il premio internazionale, assegnato sempre dal pubblico, e’ andato al film neo-zelandese ‘Whale Rider’ che racconta i tentativi di una ragazza di diventare ledader di una tribu’ in un villaggio indigeno dominato dagli uomini. Il titolo di miglior regista, assegnato dalla giuria, e’ toccato a Catherine Hardwicke per ‘Thirteen’, la storia di un’adolescente, fra i film, e a Jonathan Karsh, per ‘My Flesh and Blood’, fra i documentari. Fra gli attori, sono stati premiati Patricia Clarkson, protagonista di quattro parti in tre film, e a Charles Busch, per ‘Die Mommy Die’. Il riconoscimento alla sceneggiatura e’ toccato a Tom McCarthy, per ‘The Station Agent’. Fra gli altri premi, segnaliamo quello alla liberta’ d’espressione andato a ‘What I Want My Words To Do To You’ e quello degli spettatori online andato a ‘Broken Saints’ e a ‘One’.
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