Non profit
Cina: si allarga lo scandalo del latte
Il 10% del latte cinese, anche fresco, risulta contaminato
Si allarga lo scandalo del latte contaminato in Cina, gia’ costato la vita ad almeno quattro neonati. Gli ispettori cinesi hanno rinvenuto infatti tracce di melamina anche nel latte fresco e a lunga conservazione distribuito da tre grandi compagnie nazionali: Yili, Mengniu e Bright Dairy. Il sito web dell’Amministrazione per la Supervisione della Qualità, l’Ispezione e la Quarantena riporta oggi che il 10% del campione esaminato della loro produzione di latte risulta contaminata e ne ha ordinato il ritiro dal mercato.
Secondo l’Amministrazione il latte contaminato non rappresenta un rischio per gli adulti in buona salute. Ma intanto oltre 6.200 neonati si sono ammalati dopo aver consumato latte in polvere contaminato. Fra loro quattro sono morti e 158 hanno sviluppato «gravi problemi al fegato». La melamina è un composto chimico usato per la fabbricazione di materiali plastici, vietato nell’industria alimentare. Sarebbe stato impiegato per far sembrare il latte più ricco in proteine.
Intanto, le due maggiori catene alimentari di Hong Kong hanno deciso di ritirare dai loro scaffali tutto il latte prodotto dalle tre principali aziende casearie cinesi. La portavoce, Pinky Chan, ha confermato che la catena di supermercati PARKnSHOP ha cominciato a ritirare il latte prodotto da Mengniu Dairy Group Co. questa mattina. La stessa decisione è stata presa poco dopo dalla catena Wellcome. Ieri Hong Kong aveva già deciso di ritirare dal mercato alcuni prodotti caseari cinesi, tra cui latte, yogurt, gelati e altri prodotti della Yili Industrial Gourp Co.
Anche due terzi delle 330 caffetterie di Starbucks in Cina hanno smesso di servire latte: la decisione dopo che uno dei maggiori fornitori della multinazionale americana di coffee store, la Mengniu, è risultata coinvolta nello scandalo del latte contaminato dalla melamina. L’iniziativa e’ stata presa come misura precauzionale in risposta alle preoccupazione dei consumatori sulla qualità del latte servito nelle caffetterie, ha spiegato la portavoce a Shanghai dell’azienda, Caren Li. In realtà, solo a Pechino, i consumatori hanno visto la loro scelta limitata a caffè nero e tè. Nei coffe store di Shanghai, invece, così come nelle provincie di Jiangsu e Zhejiang, le caffetterie hanno continuato a offrire latte e il famoso «capucino» perché il fornitore locale, ha spiegato Li, non è risultato coinvolto nello scandalo.
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