Welfare

Cina: denuncia Amnesty sulla campagna anticrimine

Amnesty International ha rivolto un appello alle autorità cinesi affinché evitino ulteriori esecuzioni.

di Redazione

A seguito della richiesta del governo di Pechino di intensificare la campagna nazionale anticrimine ?Colpire duro?, Amnesty International ha rivolto un appello alle autorità cinesi affinché evitino ulteriori esecuzioni. ?Questa richiesta, formulata l?8 luglio in vista del congresso del Partito Comunista Cinese previsto ad ottobre, si tradurrà inevitabilmente in un incremento delle condanne a morte e delle esecuzioni per reati quali l?evasione fiscale o la rapina, con un conseguente aumento degli errori giudiziari e del ricorso alla tortura? ? ha dichiarato Francesco Visioli, coordinatore per la Cina della Sezione Italiana di Amnesty International. Dall?8 luglio sono state circa 50 le condanne a morte emesse e almeno 25 quelle eseguite. Questa nuova ondata di esecuzioni ha fatto seguito a quella del 26 giugno, Giornata internazionale contro la droga, celebrata in tutta la Cina con numerose decine di esecuzioni. La campagna ?Colpire duro? è stata lanciata nell?aprile 2001 con l?obiettivo iniziale di contrastare il crimine organizzato. In seguito, le autorità regionali e provinciali vi hanno fatto ricorso per reprimere una vasta gamma di ?reati? quali ad esempio le ?attività religiose illegali? nella regione autonoma uigura dello Xinjiang e il ?trasporto illegale di persone oltre frontiera? in Tibet. Da aprile a luglio del 2001, la campagna ?Colpire duro? ha provocato almeno 2960 condanne a morte e almeno 1781 esecuzioni: in quel periodo la Cina ha applicato la pena di morte più di quanto abbia fatto il resto del mondo negli ultimi tre anni. Secondo Visioli, ?nonostante l?uso senza pari della pena di morte, i tassi di criminalità in Cina continuano a crescere. Le autorità di Pechino dovrebbero trovare altri metodi, più efficaci, per affrontare il problema del crimine?.


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