Mondo

Cina: chiuso settimanale giovanile

Non da' segni di rallentare in Cina l'ondata repressiva contro i mezzi d'informazione

di Carmen Morrone

La notizia – rimbalzata dagli Usa – secondo la quale il motore di ricerca americano Google ha accettato di essere censurato nella sua versione cinese, ha preceduto di poco quella della chiusura di Bingdian (Punto di congelamento), il vivace supplemento settimanale Quotidiano della Gioventu’ di Pechino. Il settimanale, fondato nel 1995, aveva una circolazione di 300mila copie ed era caratterizzato dalle inchieste sociali ma anche dallo spazio che lasciava a ”freelance” e dalla buona qualita’ delle sue pagine culturali. Fonti della redazione hanno affermato che l’annuncio della chiusura del supplemento e’ stato dato lunedi’ scorso ai redattori, in una riunione appositamente convocata. Ufficialmente la chiusura e’ ”temporanea” ed e’ motivata dalla necessita’ di apportare dei ”miglioramenti” alla pubblicazione. Il direttore Li Datong ha detto di ritenere che la ragione immediata della chiusura sia un articolo pubblicato recentemente nel quale veniva criticato e definito ”assurdo” il modo nel quale viene presentata nei libri di testo scolastici la cosidetta rivolta dei ”boxer” dell’inizio del secolo scorso. Altri ritengono che l’eliminazione del settimanale era stata decisa la scorsa estate, quando proprio Li Datong critico’ apertamente la decisione di legare gli aumenti di salario alla produzione di articoli di propaganda politica filogovernativa. La decisione di Google di accettare la censura in vigore in Cina – dove un esercito che si ritiene sia formato da trentamila tecnici cerca di controllare chi naviga sulla rete impedendo l’ accesso alle notizie sulla repressione contro la setta religiosa del Falun Gong, sul massacro di piazza Tiananmen del 1989 e su altri temi ”delicati” – e’ stata annunciata con un comunicato. Google ha precisato che gli utenti del nuovo motore di ricerca ”Google.cn”, saranno avvisati che non hanno a disposizione tutti gli strumenti usati dagli utenti di altri paesi. Sara’ sempre possibile, afferma il comunicato, usare senza restrizioni il sito-madre ”Google.com”. Google segue una strada gia’ battuta dai suoi concorrenti della Microsoft e di Yahoo!. La prima ha chiuso su richiesta delle autorita’, all’ inizio dell’anno, il blog del giornalista investigativo Michael Anti; in precedenza, Yahoo! ha aiutato la polizia ad individuare un altro giornalista, Shi Tao, che aveva denunciato la censura. Shi Tao e’ stato condannato a dieci anni di prigione.


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