Mondo

Cina: cautela e tutela nelle adozioni degli orfani

I 5mila gli orfani del terremoto suscitano un grande impatto emotivo. Ma l'importante fare tutto con tutte le garanzie. La testimonianza di un'operatrice del Ciai

di Sara De Carli

«Molti media occidentali hanno parlato della possibilità di adottare gli orfani del terremoto. Come dichiarato dal CCAA (China Centre of Adoption Affairs), ovvero l’autorità centrale per le adozioni, una volta ristabilito l’ordine, il Governo dovrà accertarsi che i bambini in questione siano effettivamente orfani e che non esista la possibilità di ricostituire una qualche forma di nucleo familiare con i parenti. Solo allora essi potranno essere considerati adottabili; ma non godranno di procedure più snelle, bensì saranno adottati sulla base delle procedure stabilite dalla legge cinese per tutti gli orfani»: così chiarisce la questione Antonietta Bocci, rappresentante in Cina del Ciai, uno dei due enti italiani autorizzati a fare adozioni inernazionali nel Paese. Nei giorni socrsi infatti si è più volte parlato di circa 5mila bambini rimasti orfani a ccausa del terremoto.

La Bocci ci dà anche qualche informazione “in diretta” sulla situazione: «Al momento, sarebbero 5 milioni i senza tetto a causa del terremoto, per i quali il governo cinese ha messo in atto un intervento di enorme portata (circa 8 miliardi di euro), decidendo, non senza qualche perplessitá iniziale, di accettare gli aiuti offerti dall?estero. Quelli italiani si sono rivelati tra i più cospicui in Europa e nel mondo; l?Italia ha infatti stanziato 3.365.000 Euro, impiegati per una donazione di 1 milione di euro alla Croce Rossa Cinese (contro i 500 mila dollari degli Stati Uniti); l’invio di 3 aerei che hanno trasportato sul posto oltre 300 tende di alta qualità (adibite ad alloggi di notte e a scuole per i bambini di giorno), oltre 5000 coperte, alimenti ad alto valore energetico, kit medici per assistere 10.000 persone per 3 mesi, un ospedale da campo completo e 15 tecnici italiani (tra medici e infermieri)».

Allo stato attuale, precisa, «non ci sono notizie di ONG italiane o straniere che abbiano portato aiuti nel Sichuan, in quanto per il momento non è possibile visitare l?area».


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