Welfare

Cile: arresti domiciliari e rinvio a giudizio per Pinochet

Lo ha stabilito il giudice Juan Guzman Tapia che ha ordinato che l'89enne generale sia sottoposto a processo per omicidio e rapimento

di Paolo Manzo

Augusto Pinochet, l’ex dittatore cileno sarà processato per le violazioni dei diritti umani ed i crimini commessi nell’ambito dell’Operacion Condor, operazione coordinata negli anni ’70 dalle dittature latinoamericane per eliminare gli oppositori. Il giudice Juan Guzman ha infatti formalizzato oggi l’incriminazione per la scomparsa di nove persone e l’omicidio di un’altra ed ha ordinato gli arresti domiciliari per Pinochet. Ed ha ribadito di ritenere l’89nne generale – che nel 2002 riuscì ad evitare l’incriminazione per la Carovana della morte perchè gli fu riconosciuta l’incapacità mentale – completamente in grado di intendere e di volere. Come dimostra, ha sottolineato il giudice, l’intervista rilasciata da Pinochet nel novembre del 2003 ad una televisione i Miami. Tra i tanti capitoli buii degli anni delle giunte militari latinoamericane, quello dell’Operacion Condor” è uno dei più sinistri. Perchè ha rappresentato un esempio di creazione di una sorta di cartello trasnazionale della repressione per la cooperazione di sei regimi latinoamericani con lo scopo asserito di dare la caccia ed uccidere gli oppositori. Un piano che sarebbe rimasto per sempre segreto se nel dicembre del 1992 un giudice paraguayano non avesse trovato, per caso, dei vecchi fascicoli in un commissariato di Asuncion. Fascicoli che da allora sono stati soprannominati gli ”archivi del terrore”, dove si elencavano le centinaia di persone che furono rapirte, torturate ed uccise nell’ambito dell’operazione. Secondo documenti ritrovati Paraguay – e messi agli atti dalla Corte d’appello di Santiago – l’operazione fu lanciata durante una riunione avvenuta in Cile il 25 novembre 1975. Una data forse non scelta a caso dal paese ospitante, visto che era il 60esimo compleanno del generale Pinochet che l’11 settembre del 1973 aveva preso il potere dopo aver rovesciato con un golpe ed assassinato il presidente eletto Salvator Allende. Attorno al tavolo, oltre ai cileni, i capi dell’intelligence militare di Argentina (dove i militari avrebbero portato a termine il golpe nel marzo dell’anno seguente), Brasile, Bolivia, Paraguay ed Uruguay. Dalla riunione nacque un accordo di cooperazione, che prevedeva lo scambio squadroni della morte, con il compito di individuare ed uccidere gli oppositori che avevano cercato rifugio in paesi confinanti. E fu anche istituito un ufficio di collegamento, all’interno del quartier generale della polizia segreta cilena, la famigerata Dina, a Santiago. Ma il raggio d’azione dell’operazione superò i confini dell’America Latina, con gli agenti del Condor che sono stati accusati ed incriminati per azioni in altri paesi. L’azione più clamorosa fu l’assassinio, avvenuto nel pieno centro di Washington nel settembre del 1976, di Orlando Letelier, ministro degli Esteri del governo Allende. Il capo della Dina, Manuel Contreras, è stato condannato a sette anni nel 1993 per il suo ruolo nell’omicidio, e lo scorso marzo è stato condannato a 15 anni per un altro assassinio. Contreras dipendeva direttamente da Pinochet, così i magistrati cileni hanno stabilito che sarebbe stato ‘impossibile’ che il generale non fosse al corrente e non avesse dato la sua approvazione all’operazione. Come ha sostenuto Pinochet di fronte al giudice Guzman: ”non ricordo nulla in proposito, perchè questo non era un mio problema, ritengo che fosse un problema per i funzionari di medio livello” ha detto interrogato lo scorso settembre. Anche l’ex dittatore paraguayano, Alfredo Stroessner, è stato incriminato per l’operazione Condor, ma rimane al sicuro nel suo esilio in Brasile. Mentre lo scorso settembre è stato incriminato l’ex capo delle forze armate, il generale Alejandro Fretes Davalos, che ha negato ogni coinvolgimento, parlando anche lui di azioni di competenza dei funzionari di polizia. In Argentina sono stati fatti dai magistrati vari tentativi di portare portare a termine inchieste sull’operazione, soprattutto dopo che è stata dichiarata incostituzionale la legge del Punto Final, l’amnistia per i militari varata nel 1986. Al momento il generale Jorge Rafael Videla, che guidò la giunta tra il 1976 ed il 1981, è agli arresti domiciliare per un’inchiesta su adozioni illegali legate ai desaparecidos, ma si è riufiutato di rispondere alle domande dei magistrati che indagano sull’operazione Condor.


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