Cultura

cieli violenti e cuori di tenebra

letteratura Esce il secondo romanzo della O'Connor

di Redazione

Ilettori italiani hanno iniziato a conoscere da poco Flannery O’Connor, e siamo ancora molto lontani dal comprenderne la reale grandezza. Etichettata come “scrittrice cattolica”, “scrittrice del Sud”, oppure ancora come erede del gotico ottocentesco alla Edgar Allan Poe, la O’ Connor è in realtà una delle voci più lucide e spietate della letteratura moderna.
Nata nel 1925 nel profondo Sud degli Stati Uniti, da una famiglia cattolica di origine irlandese, nella sua breve esistenza (morì a soli 39 anni) fu minata da una malattia del sistema immunitario che la costrinse a una vita ritirata. La sua opera comprende due romanzi, una manciata di racconti, splendidi saggi sull’arte letteraria: ma quel poco lascia il segno.
Il cielo è dei violenti è il secondo romanzo della O’Connor: racconta di tre uomini, un semifolle profeta fondamentalista che vive da eremita in un bosco; suo nipote, un insegnante ancorato alla dimensione razionale dell’esistenza; e il giovane Tarwater, che si muove tra i due, cioè tra la dimensione dell’assoluto e quella del relativo, tra la follia e la ragione, la volontà e il destino, la malattia e salute.
Come Kafka e Beckett, la O’Connor si avvale spesso di una comicità cruda e straniante per rivelare il mistero terribile dell’esistenza; l’autrice ci mostra un teatro paradossale e assurdo in un impianto fortemente simbolico ma mai sovraccarico o didascalico. I personaggi sono dei folli, la cui follia è l’unico modo per sfuggire a un destino ancora più tremendo: la follia per loro è l’estrema risorsa all’insensatezza dell’esistenza.
La fede, la ragione, l’assurdo gioco del destino, il rapporto tra natura e cultura: questi i temi de Il cielo è dei violenti. Il mondo per la O’ Connor si rivela nello shock, nella violenza, nell’impeto. Come Bacon nei suoi quadri, la cinica scrittrice rivela nello shock delle sue scene fulminanti l’impatto assurdo e assoluto della storia. In tutto questo, la fede non è il breviario della pace, il rassicurante manuale della vita, ma una violenta follia che si contrappone all’aridità della ragione, alla sua meschinità e piccolezza. Un viaggio nel cuore di tenebra dell’essere umano, dunque: un autentico tour de force per il lettore, che alla fine però ritroverà la luce spietata della forza, ancora una volta il mistero.

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