Formazione

Cibo: Toscana, è nata Future Food

Così si chiamerà il Centro internazionale per l'alimentazione che la Regione Toscana ha voluto affidare a Vandana Shiva. Martini: «Esito logico del nostro lavoro»

di Giampaolo Cerri

Per Claudio Martini, il presidente new global della Toscana, l’ha definita come la «logica continuazione del lavoro iniziato lo scorso anno a S. Rossore e come premessa a quello che proseguirà, sempre a S. Rossore, il prossimo luglio».
Parla della Commissione internazionale sul cibo, intitolata Future of Food, si è conclusa ieri pomeriggio a Firenze e ha visto la partecipazione di importantissimi ospiti ed intellettuali che da anni operano e studiano nel campo del cibo e dell’alimentazione in vista delle proposte operative da presentare al vertice del Wto del prossimo settembre e al Parlamento europeo per l’attuazione della riforma della politica agricola comune.
Presieduta dalla scienziata Vandana Shiva e fortemente voluta dalla Regione Toscana, ha prodotto un decalogo, una sorta di dichiarazione sui diritti globali del cibo, dove si afferma la necessità di garantire a tutta l’umanità cibo di qualità, sicuro e liberato dagli ostacoli creati dai meccanismi di commercializzazione imposti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) e da altre organizzazioni analoghe.
«La Toscana – spiega Martini – è da tempo impegnata in un settore delicato come quello del cibo e dell’alimentazione attraverso gli impegni a salvaguardare la biodiversità, l’agricoltura sostenibile e ad impedire l’utilizzo di Ogm nelle coltivazioni. Il lavoro di questi due giorni è servito a preparare un documento ben più ampio e dettagliato che verrà discusso nel meeting del prossimo luglio a S. Rossore e che si collega strettamente ad un altro tema fondamentale, quello dell’acqua. Auspichiamo – prosegue il presidente della Regione – che serva a stimolare discussioni a livello mondiale per favorire l’accesso di tutti popoli della terra ad un’informazione sul cibo sana, diretta e moderna».
Vandana Shiva ha voluto anche aggiungere che «si tratta di un impegno importante quello che abbiamo sottoscritto oggi. Il tavolo al quale si sono seduti questi importanti studiosi è stata un’occasione fondamentale per confrontare idee e proporre alternative per superare gli ostacoli che la Wto e altre organizzazioni di commercio mondiale frappongono alla disponibilità di cibo a livello planetario. La globalizzazione alimentare e l’utilizzo di Ogm – prosegue la studiosa – non ha avuto altro effetto che ridurre ad uno stato di miseria i paesi del “sud” del mondo e facilitare il controllo e aumentare il potere di poche imprese multinazionali. Oltre ovviamente ad impoverire la biodiversità e a rendere meno sicuro e più standardizzato il cibo».
Per scaricare il testo integrale della Dichiarazione, cliccaare qui.

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