Il mio ultimo ricordo di Elizabeth Tarira è del giugno 2006. Vita la invitò in uno dei Covegni più belli che mi sia capitato di organizzare “Donne d’Africa. Il protagonismo femminile nella società civile africana”. Qui vedete una foto di quel convegno, Elizabeth con il suo contagioso sorriso al centro (a destra Odile Sankara, figlia di Thomas Sankara, e a sinistra Assiatou Diallo, giornalista e caporedattrice di Amina). Ad un certo punto Elizabeth, medico e consacrata, si alzò, dopo un breve intervento e disse “Ecco le donne d’Africa” si mise a ballare nel maestoso Salone d’onore della Triennale di Milano coinvolgendo la platea coloratissima e di un allegria rara e contagiosa. La foto (se ben ricordo), ritrae le tre relatrici appena tornate al loro posto dopo una danza che spiegò la società civile africana più di un intero convegno.
Ora, Elizabeth starà danzando su nel cielo e avrà di certo coinvolto ogni ordine di santi e profeti. L’avevo conosciuta qualche anno prima (nel 2004) grazie a Maurizio Carrara, allora presidente del Cesvi, con cui feci un viaggio in Zimbabwe per vedere l’evoluzione del progetto “Fermiamo l’Aids sul nascere”.
Qui quanto scrissi al mio ritorno da quel viaggio (leggi). Fu l’incontro con un’instancabile medico atenta a tutto e a tutti che aveva trasformato quel piccolo Ospedale nel nord del Zimbabwe, nel distretto di Centenary (qui il sito dell’Ospedale), in un presidio efficiente e accogliente. Grazie ad una positività irriducibile di fronte ad ogni problema e, soprattutto, ad ogni persona. Anche grazie all’ong italiana e a tanti amici italiani (qui il Trio Medusa testimanial del progetto). L’intervento, in occasione del Premio Takunda a Bergamo, è del 2009, ed Elizabeth era già malata.
Pochi mesi fa, l’attuale presidente del Cesvi, Giangi Milesi, mi chiamò per segnalarmi una sua lettera, scritta da Roma dove era venuta per un controllo medico e per incontrare le sue consorelle. La ripubblico qui (anche con i suoi errori ortografici in italiano, a dire il vero rarissimi) perchè è la più grande testimonianza di chi era (anzi è) Elizabeth Tarira, della sua grandezza come donna e come credente. Leggetela. Grazie a te Elizabeth.
PAX Rome 10th March 2012
Se il chicco di grano non muore rimane solo, ma se muore produce molto frutta” Gi 12 V 24
Questa non è una novità è un fatto che tutti sappiamo.
Carissimi amici e carissime amiche,
Questo non è un testamento ma una lettera circolare che ogni tanto vi scrivo perche’ mi siete sempre vicino e mi seguiate con le vostre preghiere e supporto morale nelle mie avventure di salute, ma ci seguiate anche nel nostro lavoro missionario. GRAZIE.
Io so che tutti quanti avete molto domande da farmi circa la mia salute. Cerco di indovinare le domande e le respondo nello stesso tempo. Sapete già che sono sempre nelle buone mani, dalla famiglia spirituale e da voi amiche/amici sono stata sempre circondata con affetto fraterno e in ospedale tutti colleghi e gl’infermieri sempre premurosi di dare il meglio possibile. Adesso ho appena finito i cicli di chemioterapia e radioterapia, ma l’oncologo riteneva che continuasse i cicli di “anticorpi” per un periodo indeterminato anche forse per tutta la vita. A questa terapia rinuncio, non perche’ è costoso, la mia famiglia spirituale benché povera, insieme con voi amici in tutto il mondo; non era una cosa impossibile almeno per un po’ di tempo. E’ la provvidenza! Questo non ha limiti e ci credo fermamente. Il problema maggiore è che non c’e’ lo faccio più fisicamente supportare gli effetti collaterali di questi “buoni veleni” che sono infusi intravenosi nel corpo. No ci sto spiegando quello che succede perche’ non ha importanza e valore, ma avrà il merito se riesco a portare quella croce con serenità e con amore da parte di tutti i sofferenti di questo mondo, piccoli, grandi, giovani e vecchi che hanno questo brutto male.
Rifiuto la terapia perche’:
1. Io non voglio, Dio permettendo, morire cachettica attaccata al flebo/fiala di 8,000 Euro tutta sola. Questa è la dose di ogni tre settimane! Vorrei morire povera come tanti poveri ammalati del mondo che muoiono senza quasi niente ma circondati dall’affetto di tutti altri poveri. In missione ho visto e vissuto queste realtà molte volte. Non dimentico che sono stata curata per dieci anni mentre quelle che hanno sofferto della stessa malattia quell’epoca non ci sono più da molti anni. Non posso continuare a soffocare la generosità di Italia verso l’indigente.
2. Anche voi, penso che non vi piacerebbe sentire che sono passata da questo mondo così miseramente da sola. Sarebbe bello andarne felice, consolato da Dio e circondata da altri malati poveri. Pensate che una di voi [ se siete100] potesse fare un gesto simbolico di dare una donazione solo di una fiala per i bambini e mamme che hanno bisogno di cure semplice per sopravvivere. Quante vite si salverebbe? Nei paesi in via di sviluppo gente muore ancora di malaria, tifo, collera, diarrea, HIV/AIDS, morbillo ect tutte patologie prevenibil e curabili. Non voglio mettervi in crisi di coscienza, ma desidero che capiate le mie difficoltà nel continuare terapie superflue. Sono certo che non dirette “Ah! ha rifiutato la terapia per quello che e’ morta cosi”. Chi sa se muoio per il cancro o per qualcosa altro quando il giorno segnato dall’eternità’ arriva.
3. Io sono una donna di poca fede, perciò conto molto sulle vostre preghiere. Alcuni dei miei amici sono credenti altri no, ma Dio ama ciascuna di noi con lo stesso amore. Mi consola molto questo racconto di Mt 2 v 2-5 amici hanno portato un malato da Gesù’ scoperchiando il tetto…….hanno meso il lettino davanti a lui Gesù’ vedendo la loro fede…………ha detto ..figlio i tuoi peccati sono perdonati, alzati e cammina…. Dico anche a voi mettervi da fare sul serio. Pregate per me. Aprite il tetto, dove sta il Signore è mi mettete davanti a lui, vedrete che mi guarirà. Guarire non significa solo togliere la malattia ma anche dare la forza di portare la sofferenza come forse niente. Mi affido alle vostre preghiere.
4. Vi assicuro che nonmiarrendo, continuerò la battaglia come il solito. Continuerò’ a prendere altre medicinali prescritti dall’oncologo-l’ormone terapia ogni giorno, la zometa per le povere ossa etc. Dopo alcuni accertamenti richiesti torno in missione, farò il mio lavoro normalmente finché la mia povera salute permetta.
Vi saluto ogni uno di voi con un bacio sereno e ringraziando di cuore per la vostra carissima amicizia. Ci teniamo a contatto tramite la posta elettronica.
Bacioni affettuosi
Elizabeth Tarira,
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