Famiglia
Ciao Clay, continueremo noi
Dopo Aprea e Bertoli, se ne andato anche Clay, un mito per tutti noi che ha rappresentato un esempio di come sia possibile riconquistare la propria vita
Se ne è andato anche Clay, mi dispiace non averlo incontrato negli ultimi tempi. Ogni volta che ci siamo incrociati, nei convegni o nelle fiere dedicate alla mobilità delle persone disabili, sono stati momenti vivacissimi di scambio umano. Clay Regazzoni era un mito, l?ho conosciuto nella stessa epoca di Enzo Aprea e di Pierangelo Bertoli. Tre volti diversi, tre sedie a rotelle differenti, tre storie lontanissime l?una dall?altra, ma unite da un comune denominatore: il desiderio di vivere la propria condizione di disabilità con dignità e normalità. Ognuno di loro, il pilota, il giornalista, il cantautore, valeva di per sé, e non perché in carrozzina. Erano uomini di carattere, con una personalità spiccatissima, e tutti e tre avevano una straordinaria capacità di comunicare al mondo. Enzo Aprea dal palcoscenico di Costanzo, Pierangelo Bertoli da Sanremo e dai palasport di tutta Italia, e Clay Regazzoni da commentatore di Formula uno o da partecipante alla Parigi-Dakar. Francamente sono convinto che per moltissimi disabili italiani Clay abbia rappresentato un esempio perfetto di capacità di sconfiggere un destino avverso riprendendosi la vita. Era uno svizzero vero, capace di sentirsi snob anche su una sedia a rotelle, aspro nel rimproverare i vizi italici di incapacità a risolvere i problemi veri delle persone disabili, a cominciare dalla riabilitazione. Era umorale, impetuoso, ironico, tagliente, e al tempo stesso gentile e sempre disponibile a una stretta di mano e a una foto ricordo. Con lui, che raggiunge Enzo e Pierangelo, si chiude la stagione degli eroi. E il mondo della disabilità può vivere di persone normali e attive, integrate e di qualità. Più giovani e ugualmente combattivi. Un nome per tutti? Luca Pancalli, commissario della Federcalcio, vicepresidente del Coni. Non a caso anche lui un amico di Clay.
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