Mondo
Ciampi. “Italia e Ue sono al fianco dell’Africa”
Secondo il presidente della Repubblica, entrambe "sono impegnate per la cancellazione totale del debito estero dei paesi poveri"
“L’Italia e L’Unione Europea sono a fianco dell’Africa nel superamento dell’inaccettabile divario Nord-Sud”. Lo ha confermato il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, incontrando al Quirinale il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré. “Suscita speranza che questo continente si stia dotando di strumenti innovativi per consolidare la democrazia”, ha proseguito il Capo dello Stato, auspicando che “non defletta dal percorso tracciato dal nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa” e “si cimenti con impegno nella mediazione di conflitti”. “La lotta contro la povertà, la fame e le malattie è tutt’altro che vinta: si deve sperare che questi interventi possano segnare le prime tappe positive nella sfida lanciata al sottosviluppo”, ha detto ancora Ciampi, rimarcando però come “certo il sentiero è irto di difficoltà”. Ma, ha ricordato, altrettanto difficile “sembrava anche per noi europei quando decidemmo più di 50 anni or sono, di passare da un sistema di fragili e burrascose alleanze, foriere di sanguinosi guerre, ad una duratura, pacifica Unione”. Quella scelta fu “ideale e pratica: il suo successo indica il cammino anche ad altri”. “Se l’Africa imboccherà la strada dell’integrazione e della determinazione, della responsabilità – ha detto ancora Ciampi – ne trarranno vantaggio tutti gli africani, soprattutto i più deboli che in Africa sono tanti, troppi: i giovani, le donne, i bambini”. In questo senso, ha sottolineato il Presidente della Repubblica, l’Europa vuole costruire un “partenariato forte e duraturo” con l’Africa al fine di consentirle di “accelerare i suoi obiettivi”, di “favorire il miglior accesso ai mercati”, per consultarla “nella regolamentazione dei flussi migratori”. “L’Italia – ha ricordato Ciampi – è impegnata nella pace in Africa; in iniziative umanitarie e di sviluppo; nella cancellazione totale del debito estero dei Paesi più poveri”.
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