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Ciampi in Cina: “L’Italia guarda con favore alla rimozione dell’embargo di armi”

Clamorosa dichiarazione del Presidente della Repubblica, nonostante Pechino sia all'indice per le violazioni dei diritti umani e preoccupi persino Washington...

di Benedetta Verrini

”Ho confermato al presidente Hu Jintao che l’Italia guarda con favore all’abolizione dell’embargo sull’esportazione delle armi e lavora attivamente per renderla possibile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Popolare Cinese.
La dichiarazione è stata subito rilanciata dalle agenzie.

L’embargo di armi dell’UE verso la Cina è stato introdotto il 27 Giugno 1989 dopo il massacro di piazza Tienanmen, è fortemente sostenuto anche dall’amministrazione americana che è preoccupata per la stabilità nello stretto di Taiwan. “Ciò che impensierisce maggiormente Washington sono, in particolare quei sistemi di alta tecnologia ad uso militare che permetterebbero alla Cina di sviluppare in proprio il suo arsenale”, spiega un recente rapporto di ControllARMI. “L’esempio ricorrente a Washington è l’agile e potente aereo da combattimento cinese Jian-10 messo a punto da Beijing sulla base di tecnologie americane acquisite sotto banco da Israele e dalla Russia”.

“Dalla fine del 2003, alcuni governi hanno proposto di togliere l’embargo dell’UE. Durante il Consiglio europeo a Bruxelles lo scorso dicembre, il Presidente di turno dell’Unione Europea Silvio Berlusconi aveva presentato la proposta della Francia per la revoca dell’embargo di esportazioni di armi alla Cina.
Il Consiglio dei Ministri degli esteri europei dello scorso 26 e 27 aprile ha, poi, deciso di rinviare ad un esame più approfondito la questione. Un’ulteriore proroga, dunque, dopo quella del summit dei leader europei riuniti a Bruxelles lo scorso fine marzo.
Lo scorso dicembre, inoltre, un’ampia maggioranza del Parlamento europeo (373 voti a favore, 32 contrari e 29 astensioni) si è espressa contro la proposta di Francia e Germania che ne chiedevano l’abolizione. Con una specifica risoluzione il Parlamento ha riaffermato inoltre che la situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare “resta insoddisfacente, le violazioni delle libertà fondamentali continuano, così come continuano le torture, i maltrattamenti e le detenzioni arbitrarie”.
Una denuncia, tra l’altro, ribadita da un documento ufficiale presentato, il 14 aprile 2004, a Bruxelles da Amnesty International che ricorda “la situazione dei diritti umani in Cina presenta ancora un quadro terrificante: centinaia di migliaia di persone continuano ad essere arrestate in tutto il paese in violazione dei fondamentali diritti umani; condanne a morte ed esecuzioni hanno luogo regolarmente al termine di processi irregolari; i maltrattamenti e le torture sono tuttora diffusi e sistematici; la libertà di espressione e di informazione resta fortemente limitata”. Il documento di Amnesty sottolinea inoltre come “il Codice di condotta dell’UE sull’esportazione di armi non possa essere considerato, rispetto all’obiettivo di proteggere i diritti umani, un’alternativa credibile all’embargo sulle armi”.
Va ricordato che, nonostante l’embargo, i Paesi dell’UE in questi anni hanno continuato a vendere armi alla Cina. Oltre a Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna anche l’Italia non ha osservato l’embargo. Evidentemente, il piatto è troppo ricco per rinunciare.
Info: www.disarmo.org

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