Famiglia
Ciad, migliaia in fuga da villaggi bruciati e violenze
Nell'est del paese riprendono le incursioni dei ribelli e dei fondamentalisti janjaweed. La sistuazione è drammatica, denuncia l'ong italiana Coopi
Nell?est del Ciad è allarme rosso. I villaggi sono dati alle fiamme, i campi e granai vengono distrutti, e migliaia di persone sono in fuga dalle loro case.
La denuncia della drammatica situazione è dell?ong italiana Coopi ? Cooperazione Internazionale, presente nel paese africano con progetti di assistenza sanitaria. «L?unica cosa certa è che da circa 4 giorni sono in corso attacchi che hanno provocato lo svuotamento di 14 villaggi attorno a Goz Beida e 9 nella zona di Koukou, totalmente o parzialmente bruciati», racconta Antonella Girardi, infermiera di COOPI nella stessa Goz Beida. «Il flusso di sfollati è continuo,prosegue l?infermiera, e la maggior parte delle famiglie giunge con pochi effetti personali, senza cibo, ma con calma e dignità, verso le due zone che sembrano dar loro maggior sicurezza».
La situazione in Ciad è sempre più grave, al punto che ieri il governo ha proclamato lo stato di emergenza nelle regioni dell’est e nella capitale N’Djamena. In questi giorni è notevolmente aumentato il numero di sfollati che arriva all?ospedale di Goz Beida e nel campo di Goz Amir, nella zona di Koukou. Gli sfollati sono in fuga dalle incursioni di ribelli e janjaweed (nomadi sudanesi a cavallo) che giungono nei villaggi armati di mitra e sciabole.
Coopi riporta che nell?ospedale di Goz Beida sono state ricoverate oltre 80 persone nelle ultime due settimane, con bruciature o ferite da armi da fuoco. Ha la data di ieri l?arrivo di altri 9 feriti, provenienti dal villaggio di Koloje, completamente raso al suolo nella giornata di domenica. «La gente è spaventata e non riesce a pensare a un rientro nei loro villaggi fino a quando non verranno ripristinate le condizioni di sicurezza», aggiunge l’infermiera, «queste dovrebbero essere garantite dalle forze del governo ciadiano, che al momento risultano praticamente assenti».
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