Politica

Ci vuole sughero per le case degli italiani

Maurizio Pallante traccerà le linee guida per una maggiore efficienza energetica. Lo ha voluto Pecoraro Scanio. Annuncia: «Seguiamo i tedeschi: 70 chilowattora di consumi al metro quadro»

di Christian Benna

Pil in affanno, debito pubblico alle stelle e gli ultimi campioni dell?economia nazionale sul viale dell?estero o del tramonto. Niente paura. Ora al governo va in scena la decrescita. Maurizio Pallante, tra i principali ispiratori del movimento La decrescita felice e membro del comitato scientifico M?illumino di meno, ha deciso di accettare un contratto di consulenza con il ministero dell?Ambiente. Per l?intera legislatura il saggista romano si occuperà di tracciare le linee guida di efficienza energetica. Vita: Il ministro per l?Economia, Padoa Schioppa, così come il governatore Draghi, è stato chiaro. Con un deficit come quello italiano, il Pil deve cominciare a correre forte. E adesso Pecoraro Scanio assume un teorico della decrescita. Ma Prodi lo sa? Maurizio Pallante: Certo che lo sa. Ci mancherebbe. Ho avuto modo di incontrare il premier durante il meeting con Beppe Grillo e successivamente anche in privato. Il professore è molto interessato alle tematiche di risparmio energetico. Ma è bene chiarire cosa sia la decrescita energetica: la legge tedesca non consente di superare i 70 chilowattora al metro quadro, in Italia invece se ne consumano da 150 a 200 al metro quadro. È evidente che qualche problema c?è e la politica finalmente ne sta prendendo coscienza. I conti salati delle bollette aumentano il fatturato delle aziende elettriche e petrolifere, il Pil cresce, l?inquinamento pure, ma non si tratta affatto di sviluppo economico. Vita: Come consulente riuscirà ad incidere sulle scelte dell?esecutivo proprio quando gli industriali chiedono a gran voce più energia e il ritorno al nucleare? Pallante: Il mio ruolo è ben preciso, ovvero studiare soluzioni per la lotta agli sprechi. In Italia il 70% dell?energia prodotta non si consuma ma si disperde nell?atmosfera con emissioni CO2. Il che dimostra il paradosso di chi vuole il nucleare. È come se per riempire d?acqua un secchio bucato si aprono più rubinetti. Occorre invece un programma di ristrutturazione energetica, a partire dalla casa che, con il riscaldamento degli ambienti, assorbe un terzo della produzione di energia fossile. Vita: Come si può creare più occupazione se il Pil decresce? Pallante: Basterebbe mettere in moto un ciclo economico virtuoso. Come ad esempio incentivare la diffusione dell?isolamento termico degli appartamenti rivestendo le pareti di un cappotto di sughero, materiale coibentante per eccellenza che costa 40 euro al metro quadro contro i 20 di un buon intonaco. Non si tratta di cifre esorbitanti. Sostenendo queste buon pratiche di risparmio energetico non solo non gettiamo al vento energia e inquinamento nell?ambiente, ma diamo vita a nuove forme occupazionali e a professionalità. Come sta succedendo in Germania, dove ci sono già 6mila case a consumo zero che poi rivendono l?energia autoprodotta da impianti di cogenerazione solare, ma non utilizzata. Vita: Certo che i petrolieri, in testa l?Eni, non saranno tanto contenti? Pallante: In questo scenario chi vende energia si troverà in difficoltà, a meno che non si converta in service company e non sappia cogliere l?opportunità. Le tecnologie per migliorare la vita e i conti in tasca degli italiani ci sono. La vera chiave di volta sono le Esco (Energy service company), società che realizzano a proprie spese le ristrutturazioni energetiche dei propri clienti richiedendo in cambio, per un numero d?anni prefissato contrattualmente, i risparmi economici conseguenti a quelli energetici. Vita: Ma l?esecutivo è davvero convinto di una svolta energetica del genere? Pallante: Il ministero Pecoraro Scanio è decisissimo. Gli ambientalisti fino ad ora si sono occupati di fonti rinnovabili, ma non funziona. Perché non rendono e sono poco efficienti e soprattutto legate ad aiuti statali. Nel mondo dell?energia serve la liberalizzazione del mercato. Solo limitando gli sprechi si può far ripartire lo sviluppo delle fonti alternative. Perché non esistono nuove fonti miracolose, tantomeno l?idrogeno, in grado di sostituire il petrolio.


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