Non profit

Ci sono vite da capitana e vite che capitano

di Paolo Dell'Oca

La notizia è che Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée tornano in mare con una nuova nave, l'Ocean Viking, cercando di tenere a galla la nostra dignità di uomini. Chissà se arriverà il decreto sicurezza tris con la pena capitale per chi raccoglierà dalle acque mediterranee persone che affogano.

Perché il problema dell’Italia sono quei 4 poveri cristi che, a differenza dell’originale, non camminano sulle acque e cercano di raggiungere l’Europa per richiedere asilo o protezione internazionale. E non le crescite zero (economica e demografica), la criminalità organizzata, l’evasione fiscale, l’aumento delle disuguaglianze e la scolarizzazione della popolazione.

D’altronde più si parla dell’invasione in corso più il consenso per la Lega aumenta, nonostante la criminalità (omicidi, furti e rapine) sia in calo costante: ma purtroppo non possiamo parlarne perché se usiamo i dati siamo dei professoroni. Le felpe si devono usare, mica i numeri.


Come il regista Orson Welles ha provato a dimostrare quando giovanissimo in radio nel 1938 ha raccontato enfaticamente la guerra dei mondi di Herbert George Wells, alcune conseguenze di un’invasione aliena reale sono identiche alle conseguenze della percezione di un’invasione aliena mai avvenuta. Qualcuno crede alla fake news e si spaventa e chiama le autorità. E Orson Welles gongola.

Ma quella invasione era una trasmissione radiofonica di qualche decina di minuti, mentre chi grida alla sostituzione etnica si serve di incontri sul territorio, di televisioni e di social network, come ha spiegato dettagliatamente Miles Johnson sul Financial Times lo scorso 23 maggio. Moltissimi italiani ci credono, han paura, schiumano rabbiosi. E il (vice)premier italiano manda bacioni, quasi un comando in codice.

Quello cui manderò bacioni, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta.

Mt 49

Non di soli social network vive l’uomo, ma anche. Grazie alla Libreria inserzioni di Facebook scopriamo che da marzo a giugno il Partito Democratico ha speso complessivamente 145mila € contro i 128mila € della Lega.

E allora? E allora serve una strategia comunicativa (marketing politico) più efficace per le opposizioni, ed è necessario fare cultura sul funzionamento dei social network: gli algoritmi che costruiscono i nostri feed, la targettizzazione delle ads, ma anche i bias cognitivi.

Daniel Kahneman, psicologo premio Nobel per l’Economia, insegna come il cervello umano sia caratterizzato da due processi di pensiero: Sistema 1 e Sistema 2. Lo scrivo male: Sistema 1 è veloce e presiede ad attività cognitive automatiche e involontarie, mentre Sistema 2 è più logico e riflessivo, ma richiede anche più tempo e più sforzo. Proprio per questo non possiamo permetterci di attivarlo sempre, la nostra sopravvivenza dipende anche da decisioni prese in pochissimo tempo. E allora ci si affida a Sistema 1 e, in una realtà che ci tempesta incessantemente di informazioni, cadiamo spesso in distorsioni di ragionamento su temi delicati.

Che non si capisce cosa io intenda (professorone), ma sono i bias cognitivi: quelli che ci fan credere che una cosa sia vera perché la dicono tutti, oppure perché conferma un nostro pregiudizio. Creano correlazioni illusorie tra eventi, e questo in Facebook avviene drammaticamente spesso.

Esempio chiarificatore: Antonio Melani è un informatico che ha creato la pagina Facebook “Siamo tutti con te, Matteo” che oggi conta 16mila fan e pubblica foto del Ministro dell’Interno con uno slogan leghista sulla foto tipo “Prima gli italiani”, “Siamo tutti con te, capitano” o “Restituite i 49 milioni”. Ah no questo no.

Ok? Questa immagine è accompagnata da un testo breve che un bot compone prendendo a caso delle parti dei post che il (vice) premier leghista scrive sulla sua pagina. I risultati sono frasi senza senso come quello nello screen: “Se questo è VERGOGNOSO: abbiamo presentato un progetto di legge che porta il suo tempo insultandomi sul bollettino della parrocchia…”. Fine. Pioggia di like, condivisioni, commenti entusiasti. Sistema 1.

Siamo un passo oltre a Martina Dell’Ombra, quella sorta di altro esperimento sociale che è la pagina dell’attrice Federica Cacciola, il cui personaggio era preso sul serio da molti in questa confusione tra comici che fanno i politici e politici che fanno i comici. Che quando avremo a disposizione un'app gratuita per registrare video in cui il nostro volto sarà modificabile in quello di un politico ciao còre.

L’opposizione manca quindi di una comunicazione irriverente da Sistema 1 (qualcosa tipo Ollolanda o il video di Emilio Mola sulle contraddizioni salviniane), ma è anche vero che confrontarsi con la crescente marea nera sta diventando un impegno civico necessario per ogni cittadino che vive con fatica questo momento politico. Frustrante come svuotare l’oceano con uno stuzzicadenti e disturbante per chi non fa del rancore avvelenato un’emozione che è abituato a frequentare. Ma necessario, perché quando i nostri figli ci chiederanno cosa abbiamo detto noi quando la capitana Rackete è stata fermata dalla polizia italiana non potremo rispondere: “Io non parlavo di Salvini perché più se ne parlava più lo si rafforzava”.

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